In
paese è stimato da tutti, Oreste Neri, e chi come Nello si è spinto sempre
regolarmente fino al suo negozio sapendo di trovare oltre ad un’ottima qualità
di frutta e di verdura anche qualche argomento intelligente per scambiare
quattro chiacchiere proprio con lui, ora si rammarica nel sapere che la sua
malattia ormai neanche gli permette di uscire da casa. Oreste, piazzandosi
seduto nel suo salotto, si limita adesso a guardare dalla finestra i suoi
concittadini, strascicando quella gamba dolorante ad ogni spostamento,
impossibilitato come si trova persino a starsene in piedi, anche se con
serenità lascia che gli vengano praticati tutti i massaggi e le iniezioni che
servono, applicandosi con grande pazienza alle cure prescritte.
Intorno tutto
in quegli ultimi tempi gli appare cambiato, ed ogni suo gesto di adesso assume
nelle sue riflessioni quasi un differente significato rispetto a prima, tanto
che con ogni occhiata che sporge fuori dai vetri, stenta certe volte a riconoscere
nella strada stessa e nelle case di fronte la cittadina dove ha sempre abitato.
Qualche cliente più affezionato è venuto all'inizio a fargli una visita, ma in
seguito, a parte Nello, nessuno si è più fatto vedere, e lui ora pensa che
presto tutti si dimenticheranno di Oreste, ed il suo negozio ora chiuso sarà
velocemente ceduto, tanto che lui uscirà poco per volta e immancabilmente dalla
stessa memoria del paese e dei suoi concittadini.
Sono finito,
si ripete ogni giorno mentre l’infermiere lo aiuta, poi però basta che avverta
un leggero miglioramento, ed allora immagina che tutto forse potrà ritornare
com'era, e gli basta questa speranza per riacquistare un po’ di ottimismo. Nello gli porta un giornale o
anche qualche rivista, si siede vicino a lui con pazienza e gli racconta
qualcosa di sé e del loro paese, giusto per distrazione. Ad Oreste non è mai
stato neppure troppo simpatico, e forse questa amicizia che adesso l’altro
manifesta gli pare persino un po’ esagerata. Certe volte vorrebbe addirittura
che se ne andasse, anche se comprende benissimo che è l’unica compagnia che
oramai gli rimane. Si trattiene perciò, perché non sa come fargli capire che
queste sue visite sono anche troppo per lui.
Poi Nello gli
dice che da domani non potrà più tornare: devo partire, gli spiega, ho davanti
a me un lungo viaggio, perciò mi dispiace non poterti più fare neppure una
visita per molti mesi da oggi. Oreste lo ascolta, fa cenno di si con la testa
quando l’altro gli dice che gli scriverà qualche lettera, però comprende
benissimo che Nello gli mancherà, sicuramente, forse anche più di quanto in
questo momento può sospettare. Non si sente neppure di chiedergli alcuna
spiegazione, soltanto lo abbraccia prima di lasciarlo andare, ed in quel gesto
sente come sfuggirgli qualcosa, tanto da restare a lungo a guardarlo dalla
finestra mentre Nello si allontana lungo la strada. E’ strano tutto quanto sta
succedendo, pensa poi Oreste Neri con calma; fino ad oggi non avrei mai pensato
di provare un sentimento del genere: eppure in questo momento vorrei proprio
essere con te, Nello, seguendoti ovunque e cercando di non disturbarti mai nel
tuo viaggio; e mi piacerebbe tanto improvvisamente riuscire ad esserti almeno
utile, nel darti un supporto, nel sostenere almeno qualche tua scelta; forse
perché è soltanto ora, in questo esatto momento, che mi rendo conto di quanto
tu sia importante per me, forse anche più di quanto avrei mai immaginato.
Bruno Magnolfi
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