Lo guardo, mentre sta rientrando in
casa da fuori e compie nel piccolo ingresso i suoi soliti gesti di sempre,
quando mancano ormai appena pochi minuti all’ora di cena, mettendo a fuoco i
suoi modi con tutta calma, nella stessa esatta maniera con cui si segue con gli
occhi, restando sopra la riva, lo scorrere di un piccolo placido fiume,
naturalmente per ciò che riesco a malapena a vedere dallo spiraglio di questa
porta rimasta nel pomeriggio quasi sempre socchiusa, preparandomi senza alcuna
furia ad alzarmi dalla sedia della mia cameretta per andare a salutarlo come
faccio ogni sera, pronto a mantenere comunque davanti a lui la mia solita
espressione essenziale. Lo studio, qualche volta ne scruto persino i più minuti
gesti che compie, per riuscire a capire magari che cosa dirà, quando forse
vorrà dire qualcosa, o quali espressioni vorrà conservare nel suo consueto
contegno, in quel rigido personale perenne silenzio leggermente venato in
qualche momento da chissà quali pensieri.
Sono curioso di lui, dei suoi
atteggiamenti, e mi piace quando la mamma lo saluta per prima andandogli
incontro con un leggero sorriso, mentre lui guardandola appare sempre un po’
goffo, quasi mancante delle espressioni più adatte, ricacciandosi
immediatamente nelle abitudini più che assodate. Come va, chiede spesso in modo
generico, toccandosi le mani che avrà bisogno di lavare energicamente nel bagno
tra un attimo, guardandosi attorno, come a cercare qualcosa che prima non
c’era, forse una novità che per lui sarebbe più che apprezzabile, magari anche
una semplice variante al solito normale andamento che regna per casa. Ecco, è
proprio questo il momento in cui, come una chiocciola negli attimi in cui sta
proprio iniziando a piovigginare, io lentamente esco fuori dal mio consueto
rifugio, apro per bene la porta e però lì mi fermo, soltanto per lasciare che
le cose in qualche maniera vadano avanti da sé.
Anna, dice lui qualche volta, questo
ragazzo mi sembra sempre più chiuso dentro se stesso, e poi mi guarda, come se avesse
parlato di chissà quale scoperta sensazionale. La mamma allora mi viene in
soccorso: ma che dici Corrado, gli fa, ha preso un ottimo giudizio anche oggi
dall’insegnante di lettere. Perciò gli argomenti più utili per mandare avanti
in qualche modo la cena, in questo modo sono già vagamente delineati, e poi non
resta che qualche ulteriore preliminare prima di andare a sedersi intorno al
solito tavolo.
La radio ci viene all’improvviso in
soccorso come sempre capita in queste serate, e con sommo studio mio padre,
piuttosto che ritrovarsi ad espandere le proprie riflessioni nel rispondere a
dovere alle domande di Anna che vanno un po’ a curiosare sulla sua giornata
lavorativa, commenta con impeto qualche notizia politica o di costume del
notiziario, soffermandosi su certi dettagli generici che forse alla fine non
interessano quasi per niente almeno noi di questa famiglia. Tutto a posto, finirà
poi per dire come sempre Corrado, lasciando che ognuno nella propria testa si
formi un’opinione diversa da quella di lui appena svenduta.
Bruno Magnolfi
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