No lo so, dice Anna con voce bassa e
modi calmi; non mi sono mai ritrovata in una situazione del genere. Forse avrei
dovuto prendere fin da subito una posizione precisa, magari farmi sentire, ma
non è nel mio carattere mostrarmi troppo, anche se adesso mi dispiace
profondamente per quello che è successo. Chiara la guarda in silenzio,
sorseggia la sua tisana seduta al tavolo di quel piccolo locale dove loro due
si sono sistemate una di fronte all’altra, poi volta lo sguardo verso qualcosa
fuori dalla vetrata, come riflettendo su quelle parole che ha ascoltato. No ho
cercato niente, fa ancora lei; non avevo bisogno di creare dello scompiglio
nelle persone che mi stanno attorno, forse mi sarebbe piaciuto che tutto fosse
andato avanti chissà quanto tempo nella stessa esatta maniera di sempre, senza
alcuno scossone. Solo adesso mi rendo conto con certezza che non poteva essere
così.
Io non mi preoccuperei troppo fossi
al tuo posto, dice Chiara tornando a guardarla negli occhi; in fondo non è
successo niente di particolare, e la mossa che ha fatto Andrea può essere
forse, oltre ad un evidente rilancio nel suo mestiere, anche un’opportunità
nella vostra storia. Ma non c'è alcuna storia, dice Anna irritata trattenendo
il timbro della sua voce; e poi a questo punto, visto che lui è andato a
lavorare in un’officina così distante da questo quartiere, non credo ci saranno
in futuro molte possibilità per rivederci. Può darsi, fa l’altra, in ogni caso
potrebbe essere qualcosa di più impegnativo per entrambi, adesso che non
sembrano esserci più delle occasioni così facili per incontrarvi; qualcosa che
non può più capitare per caso, e che al contrario deve essere pensato e
pianificato. Esatto, fa lei: io non ho il suo numero di telefono, e non credo
proprio che Andrea si arrischi a chiamarmi mentre sono impegnata a lavorare.
Questo non si può dire, fa Chiara;
magari proprio quando meno te lo aspetti, eccolo lì che ritorna come niente, e
di colpo ti chiede come stai, che stai facendo, e poi che cosa hai pensato di
lui in tutto questo periodo di tempo. Va bene, è vero, potrebbe darsi, dice
Anna, ma in quel caso dovrò essere perfettamente sincera con Andrea come lo
sono adesso, e spiegargli tutto quanto con poche e semplici parole, esattamente come lo dico a
te: e cioè che io gli voglio bene, insomma che mi piace, che mi piacciono i
suoi modi, le sue espressioni, ed anche il suo aspetto, ma che ho anche un
figlio ed un marito ai quali voglio essere fedele, senza mettere di mezzo
situazioni poco chiare; questo è quello che gli direi.
Non credo che tu possa prevedere
come andranno davvero tutte le cose, e quanto ti mancherà la sua presenza sul
luogo di lavoro da ora in avanti, dice la sua amica. Potrebbe anche essere che
lui non si facesse più sentire in nessun modo, e che tu dopo qualche tempo
sentissi dentro te stessa una mancanza tale da tentare pur timidamente di
ricercarlo, tanto da avere da lui anche un solo semplice segnale, una piccola
dimostrazione che tu davvero gli manchi, fino a renderti conto che non sai più
stare senza pensarlo. Va bene, fa Anna, voglio dartene atto, anche se dubito
molto che questo possa accadere veramente. In ogni caso se Andrea restasse
d’ora in avanti solamente nei miei pensieri, per me forse sarebbe persino
sufficiente; come un bel ricordo.
Bruno Magnolfi
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