Trascorro
generalmente la giornata cercando di comprendere che cosa posso fare per
migliorare quello che faccio, e soprattutto quello che sono. Poi mi rendo conto
che soltanto dedicandomi a qualcosa di essenziale potrei forse trovare la
soluzione a tutte le mie domande, e siccome in questo periodo non riesco a fare
altro che quel poco di cui mi occupo, ogni debole teoria che riesco a mettere
in piedi è miseramente destinata al nulla. Così mi amareggio, senza riuscire
mai a tirarmi fuori da questa trappola che ormai è diventata il perditempo dei
miei giorni.
Quando esco di casa mi pare certe volte di dover affrontare
un nemico oscuro e sfuggente, anche se allo stesso tempo mi sento attivo,
pronto a rispondere alle avversità che eventualmente si potrebbero presentare.
Infine vado a rilassarmi sulle solite sedie del bar qua vicino, a sfogliare un
giornale e senza preoccuparmi troppo delle altre cose, se non farmi una birra o
due, e all’ora giusta mangiarmi dei tramezzini chiacchierando con qualcuno.
C'è una ragazza con cui ho parlato uno di questi
giorni, così le ho chiesto il numero di telefono, ma quando ho provato a
comporlo durante i giorni seguenti mi sono accorto che era perennemente
irraggiungibile. Così ho lasciato perdere, però lei si è fatta vedere di nuovo
nel bar che frequento, anche se quel giorno andava estremamente di fretta,
perciò mi ha detto soltanto di riprovare a chiamarla, perché sembra che il suo
telefono per l'appunto fosse stato riattivato. Non mi interessa, ho pensato
subito dopo averla vista uscire; non posso stare dietro ad una persona così strana
e sfuggente, ed anche il barista mi ha lanciato una smorfia, come a
sottolineare che secondo lui era meglio per me lasciarla perdere una persona di
quel genere.
Poi la sera scorsa però mi ha chiamato lei, mentre
avevo già iniziato il mio turno di notte come sorvegliante dello stadio, e mi
ha fatto decisamente piacere sentirla, anche se normalmente non dovrei
distrarmi troppo sul lavoro. Mi ha raccontato svelta un sacco di cose, e che
era contenta di sentirmi, poi le ho dovuto dire che non potevo stare troppo
all’apparecchio, così si è scusata e ha detto che comunque ci saremmo risentiti
presto. Oggi ho girellato a lungo davanti al solito locale con il cellulare in
mano: ma di lei nessuna traccia. Poi le ho spedito un messaggio di saluto,
tanto per vedere se rispondeva, ma non è successo niente.
Ha ragione il barista penso, è inutile che io
cerchi di stare dietro ad una persona di questo genere: perdo tempo e basta,
non arriverò mai a nulla e soprattutto non riuscirò neanche a capire le
motivazioni che possono spingere una persona come lei a comportarsi in questo
modo. Invece mi ha risposto, anche se dopo parecchio tempo, e mi ha inviato a
sua volta un breve messaggio vocale in cui la sua voce, immersa in una certa
confusione di qualche posto pieno di gente, diceva che era contenta dei miei
saluti e che sperava di rivedermi presto.
Forse dovrei farmi avanti ho subito pensato. Magari
chiederle qualcosa sulla sua vita: che lavoro svolge, o anche dove abita, e poi
casualmente passare forse qualche volta sotto casa sua, magari per incontrarla in
modo involontario, e in questo modo capire meglio di che cosa si occupa durante
la giornata. Ma penso che non farò un passo di quel genere; sarebbe troppa la
mia ingerenza nella vita di una persona come quella ragazza. Così credo che mi
limiterò a spedirle qualche messaggio ogni tanto, giusto per vedere se per lei
sembra importante tenere accesa l’amicizia con una persona come me, oppure no.
Se andranno avanti le cose come spero, le chiederò un appuntamento tra una
settimana o due, a cui mi presenterò esattamente come sono, senza modificare
nulla di me, proprio per mostrarle ancora, in questo modo, tutta la mia
schiettezza.
Bruno Magnolfi
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