Mi sveglio di soprassalto, certe
notti, e poi mi alzo dal letto in preda ad una notevole agitazione. Giro per
casa, controllo che le cose siano tutte al loro posto, mentre sembra proprio
che il mio sonno sia stato interrotto forse da un rumore insolito che ancora mi
sembra di avvertire nelle orecchie, oppure da un richiamo lontano, come di una
nave in rada, non saprei dire. Dietro un angolo del muro dentro al mio
appartamento intravedo subito il mio gemello, ma non lo guardo in modo diretto,
per non dargli l'impressione che la mia volontà sia quella di rimproverarlo di
qualcosa. Mi verso piuttosto dell'acqua in un bicchiere, controllo sul tavolo
ciò che ho preparato già per il giorno seguente, infine torno in camera e mi
corico, cercando la posizione più comoda in mezzo alle lenzuola. Abitare da
soli non è facile penso, ci sono dei momenti in cui il normale equilibrio viene
meno. Poi mi riaddormento.
Generalmente prima
di andare a letto mi prendo una pastiglia di tranquillante, oppure mi bevo una
tazza di camomilla, proprio per essere sicuro di non trascorrere delle ore
senza riuscire a chiudere gli occhi, ma negli ultimi tempi pare proprio che
questi accorgimenti non siano più del tutto sufficienti. Provo la sensazione
che qualcosa manchi intorno a me, che abbia dimenticato qualche cosa durante la
giornata appena trascorsa; per questo vado volentieri ad incrociare lo sguardo
del mio gemello, perché già semplicemente questo gesto spesso assume il senso
di una rassicurazione, ed è allora che il mio agitarsi pare si stempri, anche
se non per molto.
In fondo il riposo è estremamente
importante per una persona, è per questo che al mattino ci si deve rialzare dal
letto con la sensazione di essere assolutamente a posto, rinfrancati nel corpo
e nello spirito, in maniera da poter dare il meglio di noi stessi durante la
giornata che ci attende. Con la mente però, mentre me ne sto tranquillo sotto
alle coperte, seguo i percorsi che potrebbe affrontare il mio gemello mentre
non mi interesso affatto di lui, e sono tentato di andare a vedere che cosa
effettivamente stia facendo in questo attimo preciso. Cerco come sempre di
allontanare la mia mente da queste riflessioni, ma poi è sufficiente un lieve
rumore, uno scricchiolio da qualche parte, il frusciare di una tenda, una bolla
d’aria dentro un tubo idraulico, ed allora so che anche lui sta per
avvicinarsi, perché non riesce ad essere del tutto autonomo da me, e quindi mi
cerca, vuole sapere cosa stia facendo.
Certe volte lo rimprovero, mi
rivolgo a lui direttamente e con voce decisa gli spiego come non sia il caso di
infastidirmi perennemente con la sua presenza, come invece fa. Ci sono tanti
luoghi verso dove dirigersi, potrebbe magari farsi un giro e lasciarmi in pace
almeno per un po' di tempo, ma subito dopo mi dispiaccio delle mie parole, e
così torno a cercarlo, perché in fondo non so stare affatto senza di lui, ed
anche se ho quasi dispiacere a dirlo, ho bisogno della sua presenza. Poi torno
a dormire, ed immagino che lui sia ancora lì, in un angolo della mia stanza, ad
osservare il momento esatto quando il mio sonno avrà il sopravvento sulla
stanchezza che mi porto dentro. Domani mi riconcilierò del tutto con il mio
gemello penso, perché se devo essere sincero fino in fondo, ho bisogno davvero di
lui, è inutile negarlo.
Bruno Magnolfi
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