Da qualche tempo lei non si sente
bene, ormai è chiaro. “Ho l’espressione stanca” dice mentre si trova nel bagno di
casa davanti allo specchio; “probabilmente avrei bisogno di vitamine”. Suo
marito naturalmente non si è accorto di nulla, lei è pienamente consapevole da
sempre della superficialità di quest’uomo, e sa benissimo che in merito ad ogni
difficoltà della sua consorte è come se si trovasse di fronte qualcosa che non
rientra minimamente nel campo dei suoi interessi, tanto che se lei gli facesse
notare proprio adesso questo suo aspetto poco promettente, è sicuro che come ogni
volta lui si limiterebbe ad alzare le spalle, quasi per sostenere che non si
intende di cose del genere, e che quindi è meglio se cercasse di sbrigarsela
assolutamente da sé. “Provo stanchezza per qualsiasi piccola cosa abbia in
mente di fare”, dice ancora lei mentre si trova in casa da sola; “e non possono
essere certo un paio di chili di troppo a fare davvero la differenza”.
Avverte qualche volta un preciso
dolore alla schiena, nel momento in cui decide di sedersi a guardare in pace la
televisione, e quando prova a rialzarsi dopo aver seguito la puntata del suo
programma pomeridiano preferito, ecco che quel piccolo segnale torna rinforzato,
riducendola per due o tre minuti a muoversi lentamente ed a rimettersi in piedi
soltanto per gradi. Se a questo si aggiunge che le gambe a volte sembrano non
reggerla più volentieri, tanto da spingerla ad appoggiarsi continuamente al
corrimano quando scende le scale che portano dal suo appartamento fino alla
strada, e che quando esce da casa chiudendo il portone condominiale le pare,
almeno per qualche momento, che l’aria libera della via e la stessa luce del
giorno le facessero girare la testa, non sembra proprio mancare più nulla tra
quei tormenti che sembrano alla base del suo nervosismo.
Così decide di aprire il cassettone
dove tiene la serie completa dei suoi medicinali, e si mette a guardare con
estrema attenzione tutte le istruzioni e le controindicazioni riportate in
scrittura minuta sopra le piccole scatole e nei bugiardini delle confezioni.
Però più affonda gli occhi nella lettura e più tutti i suoi sintomi sembrano in
mezzo a quelle parole scientifiche amplificarsi, fino a dimostrare con limpida
chiarezza che lei avrà bisogno prestissimo di un bravo dottore che se ne
intenda, uno di quelli a cui in genere si affida la massima fiducia. “Certo”,
riflette con convinzione; “uno specialista, ecco che cosa mi ci vuole; un professore
di larga fama che prenda in mano il mio caso e riesca a guidarmi attraverso un
percorso terapeutico personalizzato”.
Poi rimette a posto ogni cosa, e
quando va per sedersi davanti alla televisione cercando di rilassarsi un
momento, le pare che tutti i sintomi di cui ha letto qualcosa in mezzo a quelle
frasi complesse e zeppe di parole per lo più incomprensibili, si siano radunati
improvvisamente in un unico povero corpo instabile e dolorante: il suo. Attende
in questo modo con estrema impazienza il ritorno a casa di suo marito, cercando
dentro di sé le frasi migliori per comunicargli il fatto che lei dovrà essere
ricoverata al più presto in una clinica adatta, e curata a lungo e al più
presto per tutti quei mali che la stanno affliggendo. Ma i minuti sono lunghi
certe volte, e va ad iniziare proprio in quel momento il suo programma
preferito, tanto che lei inizia a seguirlo, quasi dimenticando improvvisamente
tutte le sue sofferenze. Quando rientra suo marito, prima che lei apra bocca,
le dice subito di sentirsi la febbre, e che forse è il caso di stare distanti e
chiamare subito il numero delle emergenze epidemiche. Lei ovviamente resta
sorpresa, senza parole, e le pare in un attimo che il mondo stia quasi sprofondando
sotto ai suoi piedi, tanto che quando si alza di scatto per andare rapidamente
a comporre il numero telefonico, non avverte più, nei movimenti che compie, alcun
dolore tra quelli a lei ben noti, proprio come se non si fossero mai fatti
sentire.
Bruno Magnolfi
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