Mi sono vergognato, ecco tutto il
punto della questione. Mi sono vergognato spesso di non essere riuscito ad
avere fino ad oggi un’esistenza intensa ed interessante come avrei voluto da
sempre, e come d’altronde sarebbe stato giusto che avessi, fin dagli inizi; ed
anche di non essere stato capace, magari con un pizzico di fortuna in più, di
portare a compimento tutte quelle iniziative che mi vanto di aver sempre avuto,
durante tutto questo tempo. Non è però vergogna nei confronti degli altri, o di
chi mi conosce. E’ un dispiacere che reputo tutto mio, visto che non ho mai
cercato la fama o il successo. Questione di personalità, cosa che non ho mai
coltivato in maniera adeguata, molto probabilmente. Difatti, tutto quello di
cui oggi torno ad occuparmi con più assiduità, è soltanto ciò che fa parte dei
miei interessi privati, niente che possa attirare altri appetiti, nulla che in
qualche modo riguardi altra gente, altre persone, differenti individui. Tutto
nasce e muore dentro di me, senza tentativi di coinvolgimento di amici o di
conoscenti.
Perciò oggi reputo strano, forse
proprio perché del tutto lontano da ogni mia abitudine, questo improvviso
interesse di molti per la mia persona: gente che mi ferma per strada, altri che
mi salutano senza che io ricordi di averli mai visti, altri ancora che mi
cercano tramite messaggi postali o telefonici, complimentandosi spesso per
qualcosa di cui neppure ricordo di essermi mai occupato, tanto che spesso ho
dovuto considerare, in mezzo alla mia meraviglia, la possibilità effettiva per
uno scambio di persona piuttosto evidente, forse una somiglianza con chissà
chi, magari un sosia, nelle fattezze o nei gesti, forse persino nel nome,
capace di prestarmi una notorietà peraltro ingiustificata. “Ma no”, mi ha
invece detto qualcuno per strada ridendo; “è proprio lei: esattamente quello di
cui sappiamo il valore, e del quale ci onoriamo di essere semplici
concittadini”.
Perciò ho lasciato perdere qualsiasi
dubbio rimasto, anche perché sarei apparso fuori di senno, e pur continuando a
svolgere la mia vita di sempre, ho acconsentito al fatto che queste benedette
persone proseguissero ad ammirare nella mia soggettività qualcosa che stento parecchio
nel riconoscere io stesso. Niente di male, ho riflettuto, se qualcuno si è
accorto alla fine che dentro di me soggiorna una vera persona. Purtroppo però
ci si abitua in fretta a certe novità, e quanto è iniziato ad accadere non è
stato, come avrei potuto pensare, del tutto privo di inconvenienti. Ho iniziato
a riflettere maggiormente sulle iniziative di cui mi stavo occupando, ponendomi
continuamente il dubbio che queste fossero davvero all’altezza di quanto tutti
si sarebbero attesi da me, fino ad interrogarmi se non fosse il caso di lasciar
perdere alcune cose. Brevemente è intervenuta così una paralisi quasi completa
nell'occuparmi dei miei interessi, tanto da indurmi a restare immobile per la
maggior parte della giornata, piuttosto che combinare dei guai.
Mi sento triste adesso, fermo come sono, nell'attesa di non
so neppure io cosa, e quando iniziano a girarmi delle idee dentro la testa,
immediatamente i dubbi che in modo inevitabile arrivano subito dopo, paiono
subito aggredirle, tanto da lasciarmi spossato e privo della volontà di
decidermi a smuovere almeno qualcosa. Continuo a ricevere complimenti e
congratulazioni, specialmente via posta, al punto che sono quasi sommerso dai
messaggi di una messe di sconosciuti entusiasti per aver avuto in qualche
maniera la possibilità di farsi vivi con una persona della mia specie, tanto
che da ogni parte proseguono a dirsi addirittura onorati di potermi così
contattare. Naturalmente non ho mai risposto a nessuno, almeno fino adesso,
forse anche per timidezza; ma da qualche giorno ho iniziato persino a pensare
che forse è proprio questo che mi rende così particolare agli occhi di molti;
un individuo insolito, magari un po’ strano, però indubbiamente diverso da
tutti.
Bruno Magnolfi
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