<<Non preoccuparti
troppo per me, al momento attuale me la sto cavando piuttosto bene>>,
dice Corrado parlando al telefono con la propria cugina Angelica.
<<Comunque se avessi proprio necessità di qualcosa, in quel caso potrei
sempre fare affidamento sul mio vicino di casa. Si è offerto lui stesso di
aiutarmi in questo senso, con grandi raccomandazioni oltretutto, perché il
signor Domenico è proprio una persona squisita, sempre pieno di attenzioni
verso gli altri; e poi è un individuo colmo di cultura, è stato un insegnante
di liceo per tutti i suoi anni lavorativi, ed anche adesso che è in pensione si
interessa di tutto, è curioso, vuole sempre venire a conoscenza di qualsiasi
cosa>>. L’altra annuisce con una certo compiacimento, mentre ascolta
queste parole all’apparecchio, anche se comprende perfettamente l’imbarazzo
attuale di Corrado nei suoi confronti, ed anche nei confronti degli altri
parenti, in considerazione del rapporto sempre molto distaccato che negli anni
si è instaurato tra lui e tutti i suoi cugini. Però è un uomo solo, ormai con
degli anni sopra le spalle, e l’insorgenza della malattia che da poco tempo lo
sta tormentando, sicuramente è il motivo essenziale per un inderogabile
riavvicinamento verso di lui da parte di tutta la sua famiglia, ma di cui
soltanto lei può essere la migliore promotrice. Poi si dicono ancora qualcosa
sulle prossime analisi mediche che deve affrontare, ed infine chiudono la
conversazione, senza troppe ulteriori parole di sostegno e di incoraggiamento
già sufficientemente prodigate.
Angelica, vedova
prematura oramai da molti anni, sa di non poter essere troppo presente nei
confronti dei problemi che sta affrontando questo suo cugino, così come sa bene
che la migliore stampella per lui può mostrarsi davvero proprio quel signor
Domenico, conoscente e vicino di casa da lunga data, persona dall'apparenza
leggermente scostante, ma in fondo buona e piena di attenzioni; così come sa
che l'attaccamento che questo signore paziente può manifestare nei riguardi di
Corrado, in parte dipende anche da lei stessa, e cioè dalla propria capacità di
intessere un sincero rapporto di amicizia nei confronti di quest’uomo cortese.
Il loro incontro recente non ha portato a niente di particolare, però forse
soltanto perché Angelica, sentendosi per un attimo sormontata dalla fretta e
dai pur legittimi desideri di Domenico, si è subito irrigidita, e questo l’ha
spinta immediatamente a fare un passo indietro, se non altro per lasciar
trascorrere un po’ di tempo, sicuramente necessario, al fine di osservare tutte
le cose in maniera più giusta e più corretta. Probabilmente nelle prossime
settimane i tempi per trovare delle soluzioni apprezzabili inizieranno a
stringere sempre di più, pensa adesso con determinazione, anche se lei non
vorrebbe proprio correre il rischio di mescolare quella simpatia sincera che
nutre verso Domenico, con la necessità che Corrado sia aiutato proprio da lui
ad affrontare i suoi improrogabili malanni.
Così tutto appare in
parte sospeso, proprio come se nessuno desiderasse prendersi la briga di
decidere qualcosa da cui potrebbe essere difficile in seguito tornare indietro,
nonostante Angelica comprenda piuttosto bene ciò di cui avverte
profondamente la necessità, osservando con i propri occhi quanto l’avanzare
dell’età di tutti quanti coloro che si trova attorno, ovviamente compreso anche se stessa,
conduca purtroppo ciascun individuo con molti anni sulle spalle ad un proprio naturale
isolarsi, cosa che lei vorrebbe evitare più di ogni altra cosa, soprattutto adesso
che assiste in prima persona a quel tortuoso percorso affrontato in questo
periodo dal suo amato cugino Corrado. La paura
della malattia e della solitudine, ecco il morbo più forte che attacca
inevitabilmente la sensibilità di ogni persona, riflette lei quando negli
ultimi tempi si trova a trascorrere qualche giornata più uggiosa di altre; non
ci sono cure per questo, pensa spesso Angelica in questi frangenti, ed anche se
sembra profondamente egoistico un sentimento come questo, alla fine è la sensazione
che a lei, come in fondo a tutti gli altri, maggiormente le torna naturale,
proprio come il semplice respirare, oppure avvertire dentro se stessa tutta la
forza delle proprie pulsazioni.
Bruno Magnolfi
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