Lui entra
dentro al negozio, si guarda attorno, poi si fa incartare qualcosa dall’uomo
che sta dietro al banco, mentre intanto prende alcune confezioni da uno
scaffale. Non è facile prepararsi qualcosa da mangiare che non sia quasi sempre
la medesima cosa, ed Alberto riflette che per molti anni lui in fondo ha sempre
pranzato dalla sua mamma, anche quando è stato ristrutturato il piano superiore
della casa dei suoi genitori, ed ha iniziato ad abitare per conto proprio.
Almeno una volta al giorno difatti, lui ha sempre disceso con calma le scale, e
con la scusa di fare due chiacchiere con lei mentre suo padre non c’era, ha
lasciato che sua madre gli servisse qualcosa di buono al tavolo di cucina,
magari qualcosa già preparato apposta per lui. Soltanto adesso forse si rende
conto di quanto possa essersi lasciato viziare da certe abitudini, ed adesso,
aver preso in affitto un appartamento così lontano dai suoi, ha messo subito in
luce il fatto di non sapere quasi cucinare nemmeno le cose più elementari.
Naturalmente ha chiesto subito aiuto a Laura, e già più di una volta, ma lei si
è limitata a sorridere, anche se poi gli ha dato qualche dritta per preparare
dei piatti veloci, spiegandogli che la cosa migliore in quel campo è quella di
arrangiarsi, e magari sbagliare, in modo però da migliorare poco per volta le
proprie capacità e il proprio intuito, piuttosto che farsi insegnare.
Il negoziante continua a
servirlo; sa benissimo chi realmente sia quel ragazzone che adesso si ritrova
davanti, ma per lui alla fine è un cliente come tutti, anche se comprende al
volo quella sua indecisione sull'acquisto dei prodotti alimentari. Non è
semplice tentare di fare qualcosa di cui non ci siamo mai preoccupati, e la
cosa peggiore arriva quando a quell'attività non abbiamo proprio mai dato
alcuna importanza, né prestato attenzione. Quello che ha di fronte è un figlio
di famiglia benestante, praticamente incapace di prendere in esame le piccole
cose quotidiane, di stare dietro a dettagli così insignificanti, a suo parere,
da non essere presi neppure in considerazione. Ma l’esistenza è fatta così, e
prima o dopo ti mette di fronte a delle esperienze delle quali non ti saresti
mai immaginato la possibilità, quasi che l’ironia della sorte fosse rimasta in
agguato per stare a vedere come te la saresti cavata. Forse adesso, chissà,
vorrebbe fare bella figura magari cucinando qualcosa per la sua ragazza, ma non
è così facile, e poi soprattutto non si imparano mai le cose da un giorno a
quell’altro.
Poi Alberto paga, ed infine esce dal negozio
dei generi alimentari con i suoi acquisti, e tenendo in mano la busta pesante
delle provviste, se ne va verso casa, convinto di poter mettere insieme una
cena quasi perfetta. Nella mattinata ha proseguito a consegnare la posta, così
come sta facendo oramai da vari giorni, e per la prima volta gli è venuto
l'improvviso sospetto che il ciclomotore messo a disposizione dell’Ufficio
Postale di Calci dalla Direzione Generale di Pisa, sia stato venduto
all’organizzazione proprio da suo padre, quasi per ulteriore ironia, che
comunque prosegue a rappresentare il più grosso commerciante in quel settore di
tutta la Provincia. Laura sembra sempre più distaccata; a lui pareva che una
volta preso in affitto quell’appartamento dove è andato ad abitare, lei potesse
mostrarsi facilmente disposta a stare con lui in ogni possibile momento libero,
ma le cose non stanno affatto andando in questa maniera, ed Alberto si ritrova
spesso da solo in quelle stanze un po' estranee, e a cucinare su dei fuochi che
proprio non sente suoi, in una casa che era già ammobiliata, sfornellando
qualcosa di estremamente semplice e di scarsa soddisfazione per il palato, fino
a trascorrere delle serate in maniera sostanzialmente noiosa.
Alberto non sa ancora spiegarsi
che cosa tra lui e Laura abbia velocemente iniziato a non andare più per il
verso giusto, e se pensa ai suoi vecchi amici di un tempo che ha lasciato a
Bientina, gli viene quasi da vergognarsi per come si è ridotto, tanto che se loro
lo vedessero in questo momento probabilmente non lo riconoscerebbero neppure.
Poi telefona a sua madre. Non sa troppo bene cosa dirle, e soprattutto non
vuole certo lamentarsi con lei per il peggioramento della sua situazione, però,
all’improvviso, è proprio sua mamma, meravigliandolo e non poco, che subito va
oltre questi pensieri e lo invita ad andare a pranzo da lei. <<Quando ci
sarà anche tuo padre>>, puntualizza. Alberto è colto di sorpresa, e non
volendo apparire scortese risponde di sì, che andrà da loro a Bientina la
prossima domenica. Almeno mangerò qualcosa di buono, pensa mentre saluta sua
madre e riaggancia il telefono. Mio padre vuole vedermi, riflette ancora,
chissà di che cosa vuole parlarmi, forse soltanto di sciocchezze, o magari
desidera addirittura farmi qualche proposta. Soltanto domenica capirò tutto
questo, e in fondo non mi pare, al punto in cui sono arrivato, di avere niente
da perdere.
Bruno Magnolfi
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