<<Alberto
se n’è andato da casa>>, aveva detto con un filo di voce la madre di
Alberto a suo marito. Lui l’aveva guardata per un attimo, come se la stesse
vedendo per la prima volta, e poi aveva scosso la testa come per non riuscire a
comprendere cosa intendesse dire. <<Ha trovato un appartamento in
affitto, ha messo le sue cose dentro la macchina, ed è partito, tutto
qua>>. Lui allora si era mosso nella stanza, quasi per dimostrare che
esattamente come per tutti i problemi che la sua famiglia era stata in grado di
affrontare fino adesso, si sarebbe trovato facilmente un rimedio anche a
quello. <<E dove rimane, questo appartamento?>>, aveva chiesto poi con
un tono quasi burlesco. <<Vicino a dove lavora, a Calci>>, aveva
risposto sua moglie con un modo che sembrava moltiplicare quella breve distanza
tra i due paesi della provincia, almeno per un numero pari a cento. <<Potrebbero
essere le spese a riportarlo indietro>>, aveva detto lui a voce alta, ma come
parlando a sé stesso. <<Per quello, forse possiamo dargli una mano a
pagare la pigione e le bollette>>, aveva detto la donna con una leggera
titubanza. <<Ma certo>>, diceva allora suo marito con impeto.
<<Anzi, dobbiamo pagargli tutto per intero. In fondo ci libera il piano
superiore di questa casa, e poi non voglio certo che qualcuno di quei paesani
si renda conto che mio figlio sta affrontando dei sacrifici economici. Non deve
mancargli nulla, o almeno niente di quello che ha avuto fino adesso>>.
Le ampie stanze
silenziose dove si trovavano i due sembravano all’improvviso il risolutivo fermo
immagine di una serie infinita di difficili fotomontaggi dai colori forti e
sgargianti, che però in questo preciso momento apparivano tutti neutralizzati
in un grigio indefinito, dai contorni vaghi, con gli scuri sfumati, e i chiari
prossimi al colore pallido stesso della carta. Non ha mostrato mai nessun
talento, aveva pensato lui di Alberto qualche volta, anche se questo non lo
aveva mai detto a nessuno. In ogni caso non gli dispiaceva ora quella mossa,
anche se improvvisamente si sentiva più solo, invecchiato, maggiormente
distante da qualcosa in cui tanti anni fa forse aveva creduto, senza accettare mai
del tutto la realtà incontrovertibile. Magari sarebbe stato il momento per
stringersi a sua moglie, provare quella normale nostalgia per quando loro
figlio era stato un bambino, ed aveva riempito la loro casa di giochi e di
schiamazzi, ma il padre di Alberto, in questo attimo esatto, desiderava
soltanto rimanere da solo, o almeno vuotarsi la mente da qualsiasi
preoccupazione. Perciò aveva acceso la televisione, e poi si era seduto sulla
sua poltrona preferita, completamente immerso in uno stallo che difficilmente sarebbe
comunque riuscito ad evitare.
In fondo
erano mesi che lui non parlava con suo figlio, e le uniche notizie che di
recente aveva avuto di Alberto, erano state semplicemente quelle filtrate e
ammorbidite dalla voce di sua moglie. Presto sarebbero cambiate le cose però,
di questo ne era sicuro. Andare ad abitare in una casa diversa da quella di
famiglia, e addirittura in un altro centro abitato, poteva soltanto smuovere il
carattere duro e incarognito che secondo lui si ritrovava suo figlio, e quindi
Alberto stesso sarebbe presto tornato ad accettare gli inviti per il pranzo della
domenica che sua madre non avrebbe certamente lesinato da ora in avanti, e in
quelle nuove occasioni ci sarebbe stato allora tutto il tempo per parlare con
calma e anche per chiarirsi, e addirittura, nell’illustrazione di ognuno nei
confronti della propria giornata, probabilmente riavvicinarsi poco per volta.
Anche lui si sarebbe fatto trascinare, anche per rendersi conto in quale appartamento
fosse mai andato ad abitare suo figlio, naturalmente una volta invitato, ed
allora gli avrebbe senz’altro dato qualche consiglio, magari lo avrebbe
incoraggiato a trovare un alloggio più adatto, se quello non gli fosse piaciuto;
oppure gli avrebbe preso come minimo dei mobili nuovi, migliori, più adatti ad
uno con il suo nome. Certo, le cose sarebbero migliorate per tutti, ne era
sicuro, e la loro famiglia avrebbe ritrovato una solidarietà che fino a ieri
sembrava perduta.
<<Sono
contento>>, aveva detto a sua moglie una volta rimessosi in piedi ed aver
fatto qualche passo con calma verso di lei. <<La mossa che ha deciso di compiere
Alberto, non può far altro che trovarmi d’accordo. Sono sicuro che adesso
troverà meglio e per conto proprio i valori importanti dell’esistenza, e a noi
non giungeranno più soltanto delle delusioni da parte sua>>. La moglie lo
aveva osservato in silenzio, immobile, come si aspettasse una rettifica di
quelle parole, e per dare ancor più importanza a ciò che aveva sentito, non
aveva aggiunto un bel niente, neppure un respiro. In fondo era il loro unico
figlio, e già da parecchi anni si era ormai fatto uomo, per cui le scelte che
forse aveva rimandato per troppi anni, adesso si erano condensate in un unico
momento. Ma tutto ciò, comunque, andava bene; e se era davvero arrivato quel
momento, era giusto che Alberto sentisse dentro di sé tutta la libertà che ci
voleva per essere finalmente una persona compiuta.
Bruno
Magnolfi
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