È
vero che non capisco quasi niente di queste cose, ma quello che mi ha spiegato
mio marito lo comprendo piuttosto bene, e mi lascia interdetta. Federico,
nostro figlio minore, sembra che frequenti da qualche tempo degli estremisti, così
mi ha spiegato Achille stasera mentre eravamo da soli; gente con la testa piena
di chissà che cosa, tutti pronti anche ad azioni violente, addirittura ad
imbracciare delle armi, a fare del male agli altri, e certe volte senza neanche
avere un motivo vero e proprio per farlo, e se non proprio concretamente,
queste persone intendono fare dei guasti almeno con le parole, con le loro affermazioni,
con gli slogan, insomma con le loro convinzioni più estreme. Sembra persino
impossibile che mio figlio possa confondersi all’improvviso con certa gente,
però non voglio giudicare con superficialità, l'ho detto subito anche a mio
marito: <<avrà i suoi buoni motivi per comportarsi così>>, gli ho
spiegato. <<E poi sono sicura che è soltanto un'idea momentanea, una
sbandata senza alcun seguito, una simpatia per qualcuno che sta in
quell’ambiente, e tra non molto, ne sono convinta, lui smetterà senz'altro di
mescolarsi ancora con quegli estremisti>>. Mio marito ha annuito, come fa
sempre, e non si è sentito incoraggiato a replicare neppure su una minima cosa;
allora io ho calato l'asso, come si dice giocando a carte; quello che tenevo in
serbo esattamente per un momento proprio di questo genere: <<E Marco non
ha niente da dirgli per cercare di fargli cambiare queste idee
malsane?>>, ma in quello stesso momento Achille è parso crucciarsi anche
di più, come se quello per lui fosse un ulteriore problema.
Lo
so che tra i miei due figli non c’è tutta questa vicinanza che ci si potrebbe
aspettare da due fratelli e che noi come genitori ci auspicheremmo sempre, in
qualsiasi caso, però sembra impossibile che uno studioso di psicologia come mio
figlio maggiore non riesca, se lo desidera, a far ragionare al meglio suo
fratello. Dopo un po’ Achille mi ha spiegato che tutta questa faccenda lui l’ha
saputa da Marco, e che Federico non sembra per niente preoccupato di quello che
sta facendo e degli individui che sta frequentando. Quello che mi meraviglia maggiormente
in questo momento, è il fatto che Federico non molto tempo addietro frequentava
addirittura un’associazione di volontariato, una di quelle che offrono
gratuitamente i propri servizi e il proprio aiuto a persone che non riescono ad
essere perfettamente autonome, e mostrano dei problemi fisici, oppure
economici, o anche di qualche altra natura. Individui soli, per lo più, che
trascinano la propria esistenza in maniera difficile e precaria. Quindi, secondo
me, c’è qualcosa che non torna.
Così
ho terminato di sistemare i piatti e le stoviglie lavate e asciugate dentro i
mobili, poi ho tolto la tovaglia dal tavolo piazzando al centro il solito
enorme posacenere sopra un centrino, mentre mio marito fumando osservava senza
interesse qualcosa alla televisione, e i ragazzi erano in un’altra stanza ad
occuparsi di qualcosa. <<Dobbiamo parlare con Marco>>, ho detto a
quel punto; <<fargli capire quanto sia importante in questo momento la
sua capacità di far distogliere l’attenzione di Federico da queste frange
estremistiche che sta frequentando, e magari ricordargli la sua vera vocazione:
l’altruismo, la cura degli altri, l’aiuto>>. Achille mi ha guardato, poi
ha detto soltanto: <<non sarà facile tutto questo, anche se è evidente
che non abbiamo proprio altra strada, almeno se il nostro desiderio resta quello
di ritrovare nostro figlio minore così come abbiamo imparato a conoscerlo fino
adesso. Con queste parole mio marito poi si è alzato, è andato nella stanza dei
nostri figli ed ha detto a Marco di seguirlo, perché aveva necessità di
parlargli. Dopo poco loro due si sono seduti al tavolo della sala da pranzo, ed
Achille ha subito detto: <<non vorrei che Federico si fosse invischiato
in questa ridda di estremisti di Destra soltanto per mostrare a te una propria
personalità, una maniera sua di affrontare le cose>>.
Marco
allora non ha reputato il caso di volgere neppure lo sguardo verso suo padre,
continuando ad osservare lo schermo silenzioso della televisione, ma dopo un
attimo ha soltanto detto: <<tutto è possibile, ed anche questa è una
teoria probabile. In ogni caso lui mi ha fatto comprendere senza ambiguità che
non sarò certo io a fargli cambiare opinione, anche se le mie idee politiche
sono di tutt’altra natura; o forse, addirittura, proprio per questo>>. Io
gli ho messo una mano sopra una spalla, come per dargli sostegno e conforto, ma
Marco non ha fatto alcuna mossa. <<Ormai è grande>>, si è inserito
Achille; <<non gli si può proibire nulla, ed anzi, il suo desiderio di
rendersi in parte autonomo economicamente indica che ha bisogno anche di pensare
in maniera libera>>. Mio figlio ha annuito, io avevo già voglia di
piangere, e mi è quasi parso a questo punto che molto fosse già perduto, e che
nessuno, da ora in avanti, sarebbe riuscito a recuperare mio figlio minore.
Bruno
Magnolfi
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