I due
ragazzi all’improvviso sembrano ritagliarsi, all’interno di ogni giornata che
vivono, uno spazio proprio, come potessero annullare tutto quello da cui sono
circondati: la scuola, i compagni, gli insegnanti, la famiglia, ogni persona
ordinaria con cui vengono normalmente in contatto. Si cercano, in qualsiasi
momento in cui possono farlo, e poi si sorridono, pur senza mai esagerare, con
deboli espressioni del viso la cui interpretazione sembrano conoscere solamente
loro, ed infine pare addirittura non siano sufficienti a ciascuno dei due le
parole correnti ordinarie e risapute in grado di esprimere la loro vicinanza,
ed allora restano accanto e in silenzio, in maniera da non dover condividere
con nessun altro, magari con le orecchie lunghe e troppo curiose, i propri
sentimenti. Non sono andate realmente così le cose, tra loro due, a quei tempi
della scuola di via delle Matite, ma in ogni caso dentro la memoria è come se
tutti quegli anni passati fossero ripensati e plasmati in funzione di un’idea
differente, e quindi modificati, fino a far apparire un comportamento che forse
non avevano mai neppure avuto intenzione di tenere tra loro.
Marta,
dentro ai ricordi, adesso appare sorridente, disponibile, aperta a comunicare i
suoi sentimenti, e Paolo, perduta una parte almeno della propria timidezza,
sembra improvvisamente apprezzare ogni momento che riesce a condividere con
lei. Tutto è cambiato, ambedue non sembrano neppure gli stessi ragazzi che
furono, ed il loro futuro, grazie al comportamento permissivo e disposto ad
essere forgiato dai diversi atteggiamenti che assumono adesso, assolutamente
differente rispetto a quello che poi è stato davvero. Le possibilità che si
aprono, grazie a questo, si mostrano direttamente anche nelle diverse aule
scolastiche: i compagni ora li trattano in maniera diversa, sono più
comprensivi verso di loro, più disponibili a comprendere ciò che sembra passare
nella loro testa, ed anche gli insegnanti delle varie materie delle Medie,
hanno un atteggiamento più disponibile verso quei due, quasi generosi e
magnanimi nei loro confronti. Tutto indubbiamente avrebbe preso un corso
diverso se solo fossero stati più sinceri con sé stessi ed avessero adottato un
comportamento maggiormente naturale. Ma probabilmente le loro personalità ne
avrebbero sofferto talmente tanto, nel modificare il proprio contegno, da
mostrare in seguito delle piccole ferite inguaribili.
<<Marta>>,
dice Paolo sottovoce manifestando un piccolo sorriso per addolcire il più
possibile ciò che sta per affermare. <<Non riesco nemmeno ad immaginare
questi pomeriggi senza di te>>. Anche Marta adesso sorride, sottintendendo
così che una tale riflessione è identica a quella che ha già fatto lei, ancora
prima di questo momento. <<Lo so che prima o dopo ci perderemo, o
perlomeno lo immagino. Però io ti cercherò chissà quanto in altre persone, e
forse, purtroppo, non ti troverò mai>>. Poi loro due si riprendono per
mano, camminando per i sentieri fuori dal piccolo centro abitato, e quando lui
l’accompagna fino quasi davanti alla casa dove abita Marta, si rende conto una
volta di più che la sua famiglia, trasferendosi in città come ha già sostenuto
di voler fare svariate volte suo padre, toglierà di colpo quella magia ormai
consolidata, probabilmente neppure rendendosi conto di quale danno sia in grado
di provocare. Anche lei appare consapevole di quel filo sottile che ancora li
unisce, e che sta per rompersi una volta per tutte; e l’amarezza che le provoca
questo pensiero le offusca già ogni aspirazione per il futuro, e la rende
arida, sterile, incapace di sentirsi ancora bene come è riuscita a stare in
tutto questo pur breve periodo di tempo. Ma tutto questo purtroppo non è mai
realmente avvenuto, e loro due non hanno mai avuto tra loro delle vere parole
di tenerezza.
In seguito,
poi, ciascuno di loro, una volta persa quell’amicizia profonda che avevano
provato in quegli anni da ragazzini, ha neppure tentato di ritrovare un
qualsiasi contatto con l’altro: ormai appariva smarrito il senso, immaginavano,
perduto per sempre quell’entusiasmo che era stato capace di spingerli tanto in
avanti. Ritrovare dopo decenni una donna con un passato contorto ed un presente
impossibile, ed accorgersi che è proprio lei la ragazza di tanto tempo prima,
da parte di Paolo, è una sorpresa fortissima, tanto che stenta a riconoscere in
questa Marta attempata anche solo qualcosa di quella adolescente di un tempo, e
per Marta è esattamente lo stesso groviglio di sensazioni, tanto da tenersi
adesso molto a distanza da lui. Che senso abbia tutto questo, è difficile
dirlo: il loro passato sembra evaporato in effluvi del tutto diversi da quelli
che avevano prodotto anni prima, e forse solo la loro mancanza di effettivo
coraggio pare adesso ulteriormente un ostacolo a qualsiasi tentazione riconciliante.
Peraltro, ormai tutto è destinato a rimanere più o meno com’è, e l’unica vera
possibilità che rimane ora, sembra sia quella di giocare in qualche maniera con
la memoria, fino a modificare i comportamenti di un tempo, al punto da far
apparire tutto quanto ancora possibile.
Bruno
Magnolfi