mercoledì 11 aprile 2012

Caffè letterario.


           

            Non so bene per quale motivo io sia entrato in questo locale, forse soltanto per cercare di mettere in difficoltà la mia naturale avversione per i luoghi pubblici, gli ambienti spesso affollati di persone, molte delle quali, come per una regola non scritta, proseguono, specialmente in caffè come questi, a ridere e a parlare a voce alta, indifferenti all’importanza del silenzio ed al rispetto per l’individualità, a favore di un finto socializzare che si respira qui in ogni angolo. Probabilmente sono io che sbaglio, penso senza soffermarmi sui particolari, così mi siedo ad un tavolo libero e lascio che mi servano una birra chiara, mentre guardo attorno a me le facce e le espressioni dei presenti. Bevo un sorso dal bicchiere, osservo le luci dell’ambiente, le pareti adorne di manifesti pubblicitari d’epoca, il bancone del bar, bene in mostra, massiccio ed invitante, proprio come immagino dovrebbe essere. (...)
           
Questo racconto non è più fruibile su questo blog in quanto sotto contratto con Lillibook Edizioni

            Bruno Magnolfi

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