Non so bene per quale
motivo io sia entrato in questo locale, forse soltanto per cercare di mettere
in difficoltà la mia naturale avversione per i luoghi pubblici, gli ambienti
spesso affollati di persone, molte delle quali, come per una regola non
scritta, proseguono, specialmente in caffè come questi, a ridere e a parlare a
voce alta, indifferenti all’importanza del silenzio ed al rispetto per
l’individualità, a favore di un finto socializzare che si respira qui in ogni
angolo. Probabilmente sono io che sbaglio, penso senza soffermarmi sui
particolari, così mi siedo ad un tavolo libero e lascio che mi servano una
birra chiara, mentre guardo attorno a me le facce e le espressioni dei
presenti. Bevo un sorso dal bicchiere, osservo le luci dell’ambiente, le pareti
adorne di manifesti pubblicitari d’epoca, il bancone del bar, bene in mostra,
massiccio ed invitante, proprio come immagino dovrebbe essere. (...)
Questo racconto non è più fruibile su questo blog in quanto sotto contratto con Lillibook Edizioni
Bruno Magnolfi
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