mercoledì 7 maggio 2014

Salto di qualità.

            

Certe volte Armando vorrebbe essere diverso da come quasi sempre si sente, o forse gli piacerebbe soltanto sentirsi meno oppresso dai suoi pensieri, da quelle preoccupazioni che solitamente negli altri tutto sommato appaiono ordinarie, ma che in lui al contrario diventano veri e propri problemi. In certi casi, quando è da solo, se la prende addirittura con se stesso, riconoscendo il suo carattere come qualcosa che riesce soltanto a procurargli sofferenza; ma poi, quando si ritrova assieme ad altri, gli pare impossibile essere come loro, così superficiali e leggeri, quasi indifferenti a molte delle cose verso cui lui prova semplicemente un grande affanno.
Molte volte la sua giornata proprio per questo appare oltremodo deludente: è sufficiente per Armando non riuscire a fare qualcosa che aveva programmato per sentirsi un completo incapace. Per questo da qualche tempo ha deciso di dare una svolta radicale alle cose. Gli basta almeno fingere con se stesso come di dimenticarsi di quelle tante faccende che normalmente lo terrebbero occupato, per sentire all’improvviso che qualcosa sta cambiando dentro di sè. Il tempo libero che riesce in questa maniera a ricavarsi, Armando da un po' di tempo lo dedica alle attività meno impegnative di tutte: camminare, distrarsi, entrare, come fa spesso, in un locale del suo quartiere, sedersi ad un tavolo libero e farsi servire una birra o anche due, con tutta la calma necessaria e in assoluto pieno rilassamento.
Qualche volta, là dentro quel bar, potrebbe pure giocare alle carte o al biliardo come fanno molti, ma in fondo tutto questo non gli interessa, anche se gli piace quando qualcuno gli parla, magari spiegandogli le proprie cose, e come certe volte capita, raccontandogli la propria storia. Anzi, durante certe giornate, una volta rientrato a casa sua, si è sentito in alcuni casi in dovere di annotare su uno dei suoi quaderni alcuni fatti che qualcuno gli ha raccontato, e in poco si è ritrovato addirittura con molti appunti buoni per essere rielaborati e messi in una forma forse accettabile. Adesso Armando non sa cosa fare in futuro, però è come se questa sua nuova attività gli desse d’improvviso uno slancio che non si aspettava. Poco per volta ha iniziato a tirare giù dei minuti racconti, sulla base delle sue annotazioni, che lui reputa addirittura interessanti, forse non tanto da essere pubblicati, però buoni, capaci di tenere inchiodata l'attenzione di qualcuno che avesse la bontà di starlo a sentire mentre li legge. Qualcun altro gli ha indicato una piccola biblioteca vicino casa sua, e lui c'è andato, ed ha spiegato a quella direttrice attenta, che gli sarebbe piaciuto molto leggere pubblicamente i suoi racconti là dentro.
Questa volta lui si è presentato all’ora serale che gli hanno detto, si è piazzato nella sala più grande della biblioteca, davanti ad un buon numero di persone a sedere, venute apposta fin lì per sentire le sue cose, ed ha iniziato a leggere, con calma, scandendo bene le parole, senza timore. Lo hanno ascoltato, lo hanno apprezzato, lo hanno anche applaudito, e in diversi poi gli hanno stretto la mano, ed altri hanno detto che le sue storie sono bellissime, e che meritano di essere conosciute da tutti. Armando ha ringraziato, con modestia, si è addirittura schernito, poi, quando ha ritirato le sue carte e se n’è andato dalla biblioteca, ha pensato che in fondo poteva sentirsi soddisfatto: il suo cambiamento si stava mostrando effettivo, salutare, definitivo. Si sentiva bene adesso, a suo agio, questa la cosa importante; questo il salto che forse aveva sempre cercato.


Bruno Magnolfi   

Nessun commento:

Posta un commento