Noi due siamo invincibili,
dice sorridendo Richi all’amico mentre passeggiano nella zona pedonale della
loro città, quasi indifferenti alla moltitudine di persone che li sfiorano. Di
fatto sanno di essere ben attrezzati contro chiunque, pronti a lottare come
leoni nel caso di un attacco contro di loro, anche se alla fine non sanno
nemmeno spiegare chi poi dovrebbe essere il vero nemico. Ridono, comunque,
sprezzanti di qualcosa che forse addirittura gli sfugge, anche se sono convinti
che oggi si deve essere così, e che non ci sono possibili alternative.
Si siedono su un gradino, Richi dice che la cosa
piu importante in fondo è quella di non annoiarsi, ma l’altro sbadiglia, anche
se forse non vorrebbe. Non me ne importa niente, dice tanto per dire; tu sei
sempre pronto a consolarti in qualche maniera, però qui non c’è mai niente da
fare, e così non va bene. Richi, tanto per distrarsi, chiama una ragazza che
passa, le chiede svogliatamente se le va di stare con loro, ma quella tira subito
diritto, e come risposta, senza guardarsi indietro, si picchia un dito sopra la
tempia. Ridono i due, è la loro maniera di esternare gli scherzi, far vedere
che ci sono, che sono sempre fuori dagli schemi ordinari.
L’altro infine si prende la testa tra le mani,
spiega che a volte gli pare che le cose non stiano proprio andando per il verso
giusto. Guardaci, dice: non abbiamo mai un soldo in tasca, non sappiamo mai che
fare, forse siamo anche disposti ad affrontare qualsiasi cosa, anche se nessuno
di fatto ci viene a chiedere di farlo, ma questo poi dove ci porta, a che cosa
serve? Giriamo di qua e di là, galleggiamo dentro un liquido vischioso che
neppure ci appare, anche se lo riteniamo almeno qualcosa di concreto, e forse è
proprio questo il vero elemento che lavora contro di noi, quello dal quale
prima o dopo dovremo riuscire a liberarci. Non ho capito niente, dice Richi,
però sono sicuro che tu dica bene: fa tutto schifo qua attorno, e se non ci
aiutiamo da noi stessi, è chiaro che non lo farà proprio nessuno.
Senti, dice l’altro, dobbiamo dare un taglio alle
cose, prendere un’iniziativa, far vedere a tutti di che pasta siamo composti.
Non ci vuole molto, è sufficiente trovare la strada giusta, il giusto settore
che può fare meglio di tutti al caso nostro. Va bene, risponde Richi, scriviamo
su un foglio un elenco di possibilità, poi eliminiamo una per volta quelle meno
opportune. D’accordo, dice l’altro, ma non saprei da dove iniziare. Lo so io,
ribatte Richi: bisogna andarsene via, ecco il punto. Dobbiamo volarcene
lontano, e ricominciare tutto daccapo, con un altro entusiasmo, cercando
soluzioni diverse, tutto nuovo insomma. Ed anche se andarsene via può sembrare
come una solenne dichiarazione di sconfitta, di fatto non è così, perché è solo
un rilancio per gente come noi.
L’altro rimane in silenzio, forse è perplesso, non
aveva mai pensato qualcosa del genere. Non posso, dice alla fine. Non riesco ad
immaginarmi in un luogo diverso da questo. Sono troppo legato alle cose, alle
strade, alle poche persone che conosco. Però non voglio dire che questa scelta
vada male per te, anzi, forse tu dovresti proprio farlo, andartene via, trovare
davvero la strada che cerchi. Poi si alza in piedi e osserva meglio Richi:
siamo ad un bivio, dice, non c’è niente da fare, dobbiamo separarci, anche se
questo ci dispiace. Va bene, dice Richi, forse però non siamo davvero così
forti come si credeva un tempo: di fronte ai primi problemi dobbiamo subito dichiararci
sconfitti. Forse è così, fa l’altro; ma forse è proprio in questo modo che
inizia la vera battaglia.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento