giovedì 26 marzo 2015

Guerra persa.



            Noi due siamo invincibili, dice sorridendo Richi all’amico mentre passeggiano nella zona pedonale della loro città, quasi indifferenti alla moltitudine di persone che li sfiorano. Di fatto sanno di essere ben attrezzati contro chiunque, pronti a lottare come leoni nel caso di un attacco contro di loro, anche se alla fine non sanno nemmeno spiegare chi poi dovrebbe essere il vero nemico. Ridono, comunque, sprezzanti di qualcosa che forse addirittura gli sfugge, anche se sono convinti che oggi si deve essere così, e che non ci sono possibili alternative.
Si siedono su un gradino, Richi dice che la cosa piu importante in fondo è quella di non annoiarsi, ma l’altro sbadiglia, anche se forse non vorrebbe. Non me ne importa niente, dice tanto per dire; tu sei sempre pronto a consolarti in qualche maniera, però qui non c’è mai niente da fare, e così non va bene. Richi, tanto per distrarsi, chiama una ragazza che passa, le chiede svogliatamente se le va di stare con loro, ma quella tira subito diritto, e come risposta, senza guardarsi indietro, si picchia un dito sopra la tempia. Ridono i due, è la loro maniera di esternare gli scherzi, far vedere che ci sono, che sono sempre fuori dagli schemi ordinari.
L’altro infine si prende la testa tra le mani, spiega che a volte gli pare che le cose non stiano proprio andando per il verso giusto. Guardaci, dice: non abbiamo mai un soldo in tasca, non sappiamo mai che fare, forse siamo anche disposti ad affrontare qualsiasi cosa, anche se nessuno di fatto ci viene a chiedere di farlo, ma questo poi dove ci porta, a che cosa serve? Giriamo di qua e di là, galleggiamo dentro un liquido vischioso che neppure ci appare, anche se lo riteniamo almeno qualcosa di concreto, e forse è proprio questo il vero elemento che lavora contro di noi, quello dal quale prima o dopo dovremo riuscire a liberarci. Non ho capito niente, dice Richi, però sono sicuro che tu dica bene: fa tutto schifo qua attorno, e se non ci aiutiamo da noi stessi, è chiaro che non lo farà proprio nessuno.
Senti, dice l’altro, dobbiamo dare un taglio alle cose, prendere un’iniziativa, far vedere a tutti di che pasta siamo composti. Non ci vuole molto, è sufficiente trovare la strada giusta, il giusto settore che può fare meglio di tutti al caso nostro. Va bene, risponde Richi, scriviamo su un foglio un elenco di possibilità, poi eliminiamo una per volta quelle meno opportune. D’accordo, dice l’altro, ma non saprei da dove iniziare. Lo so io, ribatte Richi: bisogna andarsene via, ecco il punto. Dobbiamo volarcene lontano, e ricominciare tutto daccapo, con un altro entusiasmo, cercando soluzioni diverse, tutto nuovo insomma. Ed anche se andarsene via può sembrare come una solenne dichiarazione di sconfitta, di fatto non è così, perché è solo un rilancio per gente come noi.
L’altro rimane in silenzio, forse è perplesso, non aveva mai pensato qualcosa del genere. Non posso, dice alla fine. Non riesco ad immaginarmi in un luogo diverso da questo. Sono troppo legato alle cose, alle strade, alle poche persone che conosco. Però non voglio dire che questa scelta vada male per te, anzi, forse tu dovresti proprio farlo, andartene via, trovare davvero la strada che cerchi. Poi si alza in piedi e osserva meglio Richi: siamo ad un bivio, dice, non c’è niente da fare, dobbiamo separarci, anche se questo ci dispiace. Va bene, dice Richi, forse però non siamo davvero così forti come si credeva un tempo: di fronte ai primi problemi dobbiamo subito dichiararci sconfitti. Forse è così, fa l’altro; ma forse è proprio in questo modo che inizia la vera battaglia.

Bruno Magnolfi  


Nessun commento:

Posta un commento