Non sono affatto quello che sembro,
rifletto spesso dentro di me; e di questo ne sono assolutamente cosciente,
anche se c'è sempre qualcuno il quale magari lo può probabilmente sospettare,
ma che alla fine è facile forse stenti a crederlo veramente. Intorno a me in
certe giornate si radunano sempre due o tre conoscenti, persone che conosco da
molto tempo, che si divertono già da lontano a chiamarmi ad alta voce, magari
giusto poi per fare in mia presenza quattro chiacchiere soltanto tra loro. Mi
trovano sempre in questo cortile dove trascorro quasi tutti i pomeriggi; loro
si avvicinano, mi dicono qualcosa, mi battono la mano sopra le spalle, ed hanno
quasi sempre una gran voglia di scherzare, ed anche se sanno che io non parlo
mai con nessuno, mi danno corda con delle domande da furbi, forse perché
sorrido sempre a chiunque, e li saluto anche con il mio solito cenno della
testa, rimanendo comunque sempre voltato verso l’ingresso principale dello
spiazzo, come a mostrare che sono qui soltanto perché sto aspettando qualcuno,
un altro conoscente magari, o forse una ragazza, probabilmente quella stessa di
cui tutti mi chiedono, ma che io non conosco e non ho ancora mai visto.
Loro credono che a me non interessi
un bel niente di quello che capita certe volte da queste parti, degli urli che
si sentono giungere dalle finestre dell’ultimo piano ad esempio, che mostrano
con chiarezza come vadano le cose in quell’appartamento. Oppure della gamba
matta del pensionato che in certi giorni lo fa diventare pazzo dall’uggia e dal
dolore nel trascinarla fino qui. Mi dispiace, questo è il punto, anche se in
genere non lo lascio vedere a nessuno, e al contrario cerco di mostrare a tutti
la mia indifferenza, perché la mia è quasi una personale difesa, un modo come
un altro per non rispondere mai ad alcuna domanda mi venga rivolta.
Certo mi piacerebbe avere davvero
una ragazza da mostrare a questa gente del vicinato sempre pronta a prendere in
giro, e far vedere a tutti che non sono ritardato come molti pensano sia, e che
se non parlo è solo per una scelta personale, e non perché usare le parole in
certi casi mi risulta piuttosto difficile. Soprattutto vorrei far vedere che
anche io ho dei sentimenti, proprio come gli altri, e che se sono uno che se ne
sta tutti i pomeriggi in questo cortile è soltanto perché in questo modo i miei
familiari stanno tranquilli, dandomi un’occhiata ogni tanto dalla finestra e
proseguendo nell’appartamento dove abitiamo ad occuparsi delle loro cose.
Mi piace comunque quando tutti mi
salutano, e sono anche contento di dare alle persone che mi conoscono la
possibilità di dirmi qualcosa mentre attraversano questo grande cortile
condominiale, anche se non vorrei mai che qualcuno si approfittarne di me,
della mia facilità nel credere a tutto quello che mi viene raccontato. Perciò a
volte penso che uno di questi giorni devo smetterla una buona volta di
sorridere sempre a questi miei amici, e magari non fare più ad alcuno neppure
il solito cenno di saluto con la testa: mi piacerebbe tanto si accorgessero
tutti improvvisamente che oramai sono un uomo, e che non ho più tanta voglia di
essere preso in giro da loro, visto che se fino adesso sono sempre stato buono
e cortese con coloro che in qualche modo mi hanno cercato, in seguito posso
mostrare con grande evidenza che le cose qualche volta riescono persino a
cambiare.
Bruno Magnolfi
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