Mia figlia purtroppo, anche se lei
non la conosce, non è molto simile a me, dice la signora Ruggeri. Per molto
tempo ho cercato di passarle le idee a cui personalmente ho sempre cercato di
tener fede, cose come l’onestà, la rettitudine, la coerenza, e lei ha finito
spesso anche forse per accogliere alcuni dei miei principi, ma magari soltanto
per accontentarmi, limitandosi a seguire in maniera del tutto superficiale
qualche mio pur piccolo suggerimento. Negli ultimi tempi però la trovo ancora
più scostante di sempre, e poi individualista, indisponente, indifferente a
molte delle cose che io ho sempre reputato fondamentali; ed infine, proprio per
colmo, in questa fase ho forse anche smarrito quel filo di dialogo con lei che
nel passato avevo persino creduto di riuscire a vantare. Penso però che in
fondo tutto questo non abbia poi molta importanza, e che mia figlia stia
soltanto cercando una sua strada, delle caratteristiche proprie, dei
riferimenti personali, e dopo, come credo sia giusto, che stia semplicemente maturando
una sua personalità ben distinta e diversa da quella dei suoi antiquati genitori.
L'amica della signora Ruggeri
annuisce leggermente, forse potrebbe anche dire che al giorno d’oggi certi
rapporti si sono fatti molto complessi, ma teme così di ribadire soltanto cose
scontate e puerili, perciò si limita ad ascoltare senza dire un bel niente. Il
supermercato è pieno di gente a quell’ora, e qualche persona di fretta mal
sopporta le chiacchiere dei clienti mentre stazionano a lungo davanti a qualche
scaffale mostrando scarsa attenzione agli orologi degli altri. Sono preoccupata,
non posso negarlo, prosegue la signora Ruggeri; il suo futuro alla fine mi pare
ancora interamente da costruire, e da adesso in avanti potrebbe svilupparsi in
lei qualsiasi soluzione di fatto per nulla prevista fino a questo momento. Poi
le due donne spingono i loro carrelli verso la fila delle casse, e solo a quel
punto arriva proprio Giorgiana, con espressione poco felice, la figlia di cui
hanno parlato fino ad un attimo prima.
Ciao, dice lei quasi sbuffando alla
vista di sua madre; sono qui soltanto perché ho urgentemente bisogno di soldi.
La signora Ruggeri resta un momento a cavallo tra il tirare subito fuori il
borsello senza neppure battere ciglio, oppure chiederle in maniera secca e con
fare risoluto quale sia il motivo di una richiesta di quel genere. Però si
volta un momento verso la propria amica, quasi a chiederle un qualche sostegno.
L’altra però è una statua di sale, così lei prende tempo, sistema ancora qualcosa
nervosamente nel suo carrello, e con ogni probabilità vorrebbe magari anche
sorridere senza guardare di fatto nessuno, proprio per evitare uno scontro che
in questo momento le pare del tutto inevitabile.
Ho soltanto la tessera del
supermercato, dice alla fine, soddisfatta della soluzione a cui è arrivata
improvvisamente. Ho io qualche cosa, dice invece l’amica; ma Giorgiana non
arriva fino al punto di farsi prestare dei soldi da una persona a lei
praticamente sconosciuta, così si schernisce, dice in fretta che in fondo non
ha troppa importanza, e che il suo era soltanto un semplice e forse sciocco
tentativo. La signora Rossetti allora la guarda, le tocca un braccio come
facendole una carezza. Vorrei non averne mai soldi da darti, le dice adesso
sottovoce: e lasciare invece che le cose davvero importanti riuscissero con
naturalezza ad affiorare dai nostri differenti comportamenti. Anche se so già
da adesso che così avrei solo da perdere.
Bruno Magnolfi
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