martedì 2 maggio 2017

Storia d'amore.



Lei e lui vanno sempre assolutamente d'accordo, anche quando qualcuno del vicinato crede di sentire alzarsi, da quell’appartamento del terzo piano, le loro voci alterate, certe volte persino gracchianti e sgradevoli, quasi come se loro due avessero davvero qualche motivo valido per litigare, e per gridarsi vicendevolmente parole del tutto spiacevoli. Sorridono per strada, generalmente, e camminando augurano a tutti il buongiorno, tenendosi per mano ed ammiccando sempre qualcosa attraverso la loro evidente felicità, quando poi scorrono ulteriormente in avanti come per lasciarsi tutto alle spalle, senza dare mai l'impressione di avere alcuna incertezza nella loro meravigliosa sintonia. Qualcuno, tra chi li conosce di più, dice che sono proprio uguali, due gocce d’acqua, ed hanno come piegato le loro distinte personalità fino a farle quasi coincidere.
Lui e lei sono anche buffi da vedere: si danno dei consigli, ciascuno annuisce a ciò che dice l'altra, e poi si sostengono, hanno sempre qualcosa in comune rispetto a tutto ciò di cui paiono maggiormente occuparsi. Certe volte gli amici cercano di parlare con loro magari riferendosi ad uno per volta, ma non è facile, perché ogni poco loro si cercano, ciascuno avvertendo la presenza o l’assenza dell'altra, e subito quindi tentando di riavvicinarsi, di tornare a riunirsi per dare la stessa versione definita delle cose che dicono. Quando poi vengono nominati in loro assenza, nessuno si sognerebbe mai di usare soltanto un nome dei due, proprio perché separatamente insignificante, unendone al contrario negli appellativi la forza e l’autorevolezza, come fossero davvero una sola entità.
Lei e lui sembrano una forza quando li incontri, se poi chiedi loro delle cose abituali o di pura convenienza ti sommergono subito con le frasi e le parole apparentemente più consuete, tanto che sembra addirittura impossibile riuscire ad essere davvero in quella maniera. Però fa piacere ritrovarli sempre così, quasi una certezza quei loro modi e tutto quello che sottintendono, praticamente una serie diffusa di sensazioni oltremodo tranquillizzanti, come rivedere un bel panorama evitato o forse soltanto tralasciato per un lungo periodo, tanto da dare improvviso il piacere quasi di una riscoperta.  
Lui e lei sembra impossibile rivederli d’un tratto così, immobili nella loro freddezza, in mezzo alle opinioni di tutti nella caccia spasmodica intorno ai motivi che hanno minato le cose in un modo solo un attimo prima impensabile, nel loro terzo piano come un paradiso sempre raggiunto coi loro stessi piedi, ed adesso lasciato per mano di un colpo di testa improvviso, una gelosia forse assurda, un’incomprensione magari appianabilissima, se solo ce ne fosse stata la voglia, come ogni altra volta, facendo leva sugli innumerevoli punti di convergenza.
Lei e lui escono male dalla mente di tutti: nessuno adesso ha voglia davvero di ricordarne qualcosa di positivo, se non quell’affezione declamata continuamente e quindi stucchevole, tanto da essere alla lunga per opinione di tutti quasi un ingombro per una coppia di sane persone che tentano un rapporto qualsiasi, un’intesa che non vada a sfiorare il disturbo malato di chi si arrampica all’altro per non soggiacere all’altrui. Due persone nel tentativo di essere una: quasi da ridere, un bisticcio di termini, uno sbaglio evidente, uno sfiorare il ridicolo, nel clamore diffuso in un attimo soprattutto tra coloro che li hanno voluti vedere soltanto per quello che fino alla fine hanno mostrato; e non ciò che erano.


Bruno Magnolfi     

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