Lei
si guarda attorno, cerca di trovare il punto esatto da cui come sempre sa che
inizieranno poco per volta ad apparire le maschere, queste buffe figure
stravaganti probabilmente frutto in parte anche della sua fantasia, ma che
indubbiamente anche stasera sono pronte, come ogni volta e in un modo del tutto
autonomo appena si spengono le luci, ad indicare per lei le cose migliori da
fare e da affrontare. Ormai è da diverso tempo che ha iniziato ad avere fiducia
in quei consigli che le vengono così suggeriti, anche se non sempre è facile
comprendere i significati che assumono molte delle strane espressioni di quelle
figure. Sul muro bianco, quando la calma e il silenzio della propria solitudine
avvolgono la sua abitazione, si stagliano lentamente delle forme, e qualcosa si
muove poco per volta, qualcuno pare bisbigliare nell’ombra, ed a lei, con gli
occhi sgranati, non resta che seguire ed ascoltare con grande attenzione tutto
quello che avviene. Poi ogni sfumatura si dilegua rapidamente, e qualsiasi
avvistamento trova termine all’interno di un vapore di luce impalpabile.
Ogni
decisione per lei diventa come semplificata: ad occhi socchiusi si concentra
sulle cose che desidera maggiormente sapere, e sul muro di fronte da dove si
trova, vengono accennate tra certi movimenti leggeri come di stoffe purissime
che ondeggiano, le espressioni che paiono sottendere ad una pur vaga risposta.
Ecco, è tutto lì, un aiuto insperato e prezioso, un sostegno alla sua vita
quotidiana costituita sicuramente da pochi elementi, ma che spesso sembrano tutti
imbrogliati tra di loro, in modo tale che in molti casi decidere tra le cose
migliori da scegliere non è sempre troppo facile. Inizialmente era scettica, le
pareva assurdo quello che stava accadendo,ma in seguito ha iniziato a seguire
con una certa fedeltà quanto le viene indicato, tanto da attendere, in qualche
caso con ansia, l’arrivo della sera e la comparsa di quelle maschere.
Forse
sonnecchia mentre le aspetta, forse sono direttamente i suoi pensieri o i suoi
sogni che si proiettano sopra quel muro, però lei ci crede a quanto riesce a
vedere di fronte a sé, e in ogni caso è la sua indecisione perenne che tramite
le figure che appaiono si fa da una parte, per cui tutto improvvisamente sembra
indiscutibilmente più facile e più lineare. Pare come se la sua carica emotiva
perdesse d’improvviso ogni consistenza di fronte alle maschere, e tutto così
trovasse all’improvviso una soluzione razionale ed insperata.
Poi
qualcuno le suona il campanello di casa, lei si alza dal letto, è ancora presto
riflette, così indossa una vestaglia che tiene pronta nella sua camera e va ad
aprire. E’ una sua conoscente che abita nel palazzo di fronte, e dice restando
sulla soglia che soltanto stasera si è resa conto di quanto tramite uno
specchio che ha nel tinello, la sua televisione pare proietti qualcosa proprio
all’interno della finestra di lei, e che se le reca fastidio in qualche maniera
può assolutamente spostare lo specchio e dare termine velocemente e con poco
sforzo a tutto quanto. No, non ha importanza, risponde lei; non mi sono mai neanche
accorta di niente, e in ogni caso non mi pare una cosa che meriti tutto questo
sforzo. Può lasciare le cose esattamente come si trovano, dice ancora, non ci
sono proprio problemi; al limite poi sarà mia cura, se mai mi accorgessi che le
luci o anche queste immagini soffuse mi creassero in qualche modo qualche
problema, abituarmi a chiudere sempre bene le tende, e magari a serrare meglio anche
le mie tapparelle.
Bruno
Magnolfi
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