domenica 24 dicembre 2017

Densità di fumo.

       

La scena appare nebulosa, dai contorni sostanzialmente indefiniti. Lui sta quasi al centro di una vasta stanza, per ciò che riesce a valutare, ma non è sicuro che gli strani personaggi presenti intorno a sé riescano a vederlo. Si sposta leggermente, come per rendersi conto se qualcuno segua davvero quei suoi movimenti, ma nessuna di quelle figure sfuggenti pronuncia parola o cerca di guardarlo in modo diretto, anche se è evidente che tutti percepiscono in qualche modo la sua presenza, proseguendo però a mostrare di ignorarlo, come una cosa fatta proprio di proposito, probabilmente anche soltanto per lasciarlo innervosire. Corrado è quasi sicuro di costituire un elemento assolutamente degno di attenzione per quei presenti, anche se la sua rimane solamente una qualsiasi sensazione, ma è come se tutti si attendessero da lui, all’interno di quell'ambito finto ed estremamente ambiguo, un semplice e grossolano passo falso, forse dato da un errore di valutazione, quasi il desiderio di un suo scivolone maldestro, all’interno di un contesto estremamente indefinito.
Poi però si sveglia di colpo, con in bocca il sapore amaro di una sensazione che prosegue a tormentarlo, così si alza dal letto, accende una lampada bassa, cammina per la camera cercando di non produrre neppure il minimo rumore. Anna però tira su la testa, gli chiede cosa ci sia che non vada bene: è ancora molto presto per vestirsi ed andare a lavorare, dice. Non è niente, fa lui, non preoccuparti, adesso torno a letto. Dopo poco difatti torna a coricarsi, spenge subito la luce, e si sistema addosso con garbo le lenzuola e la coperta.
Non è la prima volta che gli capita di fare quello stesso sogno, di ritrovarsi in mezzo a quel forte disagio dove nessuno sembra minimamente preoccuparsi di aiutarlo. Anzi, sono proprio i presenti, tra i quali peraltro non gli pare di aver riconosciuto alcuno, a formare il nucleo essenziale di quel suo forte malessere, tanto che per lui svegliarsi a quel preciso punto e liberarsi in fretta dal suo sogno diventa quasi una liberazione. Infine, dopo essersi rigirato a lungo dentro al letto, si riaddormenta, senza peraltro riuscire come avrebbe voluto a riprendere quello stesso sogno per capire quale ne sia lo sviluppo eventuale. In compenso si profila adesso una nuova scena che forse potrebbe davvero esserne il proseguo: ci sono ancora degli sconosciuti da qualche parte sul fondale della sua immaginazione, ma adesso non si preoccupano più di lui, se ne stanno andando via tutti, da qualche altra parte, eludendo il suo più vivo desiderio di stare in compagnia.
Corrado resta solo adesso in uno spazio aperto, privo di qualsiasi dettaglio riconoscibile, mentre gli altri ormai se ne sono andati. Devo uscire da questa situazione in cui sono caduto, pensa nel suo dormiveglia con gli occhi aperti dentro la camera da letto. Devo togliermi dai debiti al più presto, e non avvicinarmi più per nessun motivo al gioco.  Lentamente poi arriva l’ora di alzarsi, Corrado è stanco di quelle notti trascorse con l’angoscia sullo stomaco, però sa quale sia adesso il suo dovere, quali siano i suoi compiti se non vuole intraprendere una strada che non prevede alcun ritorno. Si veste, si sbarba, indossa con cura la sua solita giacca, quindi esce da casa per recarsi al suo posto di lavoro, e quando chiude la porta alle sue spalle sa che i suoi sogni sgradevoli sfumeranno presto nell’aria aperta della sua città, nel corso consueto della sua giornata densa e anche difficile.


Bruno Magnolfi

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