La scena appare nebulosa, dai
contorni sostanzialmente indefiniti. Lui sta quasi al centro di una vasta
stanza, per ciò che riesce a valutare, ma non è sicuro che gli strani
personaggi presenti intorno a sé riescano a vederlo. Si sposta leggermente,
come per rendersi conto se qualcuno segua davvero quei suoi movimenti, ma
nessuna di quelle figure sfuggenti pronuncia parola o cerca di guardarlo in
modo diretto, anche se è evidente che tutti percepiscono in qualche modo la sua
presenza, proseguendo però a mostrare di ignorarlo, come una cosa fatta proprio
di proposito, probabilmente anche soltanto per lasciarlo innervosire. Corrado è
quasi sicuro di costituire un elemento assolutamente degno di attenzione per
quei presenti, anche se la sua rimane solamente una qualsiasi sensazione, ma è
come se tutti si attendessero da lui, all’interno di quell'ambito finto ed
estremamente ambiguo, un semplice e grossolano passo falso, forse dato da un
errore di valutazione, quasi il desiderio di un suo scivolone maldestro,
all’interno di un contesto estremamente indefinito.
Poi però si sveglia di colpo, con in
bocca il sapore amaro di una sensazione che prosegue a tormentarlo, così si
alza dal letto, accende una lampada bassa, cammina per la camera cercando di
non produrre neppure il minimo rumore. Anna però tira su la testa, gli chiede
cosa ci sia che non vada bene: è ancora molto presto per vestirsi ed andare a
lavorare, dice. Non è niente, fa lui, non preoccuparti, adesso torno a letto.
Dopo poco difatti torna a coricarsi, spenge subito la luce, e si sistema
addosso con garbo le lenzuola e la coperta.
Non è la prima volta che gli capita
di fare quello stesso sogno, di ritrovarsi in mezzo a quel forte disagio dove
nessuno sembra minimamente preoccuparsi di aiutarlo. Anzi, sono proprio i
presenti, tra i quali peraltro non gli pare di aver riconosciuto alcuno, a
formare il nucleo essenziale di quel suo forte malessere, tanto che per lui
svegliarsi a quel preciso punto e liberarsi in fretta dal suo sogno diventa
quasi una liberazione. Infine, dopo essersi rigirato a lungo dentro al letto,
si riaddormenta, senza peraltro riuscire come avrebbe voluto a riprendere
quello stesso sogno per capire quale ne sia lo sviluppo eventuale. In compenso
si profila adesso una nuova scena che forse potrebbe davvero esserne il
proseguo: ci sono ancora degli sconosciuti da qualche parte sul fondale della
sua immaginazione, ma adesso non si preoccupano più di lui, se ne stanno
andando via tutti, da qualche altra parte, eludendo il suo più vivo desiderio
di stare in compagnia.
Corrado resta solo adesso in uno
spazio aperto, privo di qualsiasi dettaglio riconoscibile, mentre gli altri ormai
se ne sono andati. Devo uscire da questa situazione in cui sono caduto, pensa
nel suo dormiveglia con gli occhi aperti dentro la camera da letto. Devo
togliermi dai debiti al più presto, e non avvicinarmi più per nessun motivo al
gioco. Lentamente poi arriva l’ora di
alzarsi, Corrado è stanco di quelle notti trascorse con l’angoscia sullo
stomaco, però sa quale sia adesso il suo dovere, quali siano i suoi compiti se
non vuole intraprendere una strada che non prevede alcun ritorno. Si veste, si
sbarba, indossa con cura la sua solita giacca, quindi esce da casa per recarsi al
suo posto di lavoro, e quando chiude la porta alle sue spalle sa che i suoi
sogni sgradevoli sfumeranno presto nell’aria aperta della sua città, nel corso
consueto della sua giornata densa e anche difficile.
Bruno Magnolfi
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