Non c'è da preoccuparsi, dice
l’amministratore di condominio alla signora Giuliana, la donna che abita al
primo piano e alla quale tutti in genere si riferiscono per sapere qualcosa
sulle novità di quel palazzetto dove risiedono otto famiglie. Si è formata una
macchia di umidità sul muro dalla parte che guarda le scale, e studiando la
piantina del casamento sembra proprio corrispondere alla zona del contatore
dell’acqua nell’appartamento della famiglia Renai; loro in casa probabilmente
non si sono ancora accorti di niente, dice l’amministratore, però sarà
necessario che un muratore ed un idraulico facciano dei saggi per verificare
come stanno realmente le cose, per poi magari procedere in tempi celeri alla
riparazione. Di mattina non c'è mai nessuno in quell’appartamento, dice la
signora Giuliana, però al pomeriggio ci sono quasi sempre sia la signora Anna
che il suo figliolo, anche se lui è un tipo scostante che quando ti incontra
non ti saluta mai per primo, e quando lo fa rimane comunque con gli occhi bassi,
senza neppure guardarti in faccia. L’amministratore sorride, è abituato a certi
commenti, in ogni caso dice che si limiterà ad appendere subito un biglietto
sopra la porta di quella famiglia, per avvertirli della situazione che si è
verificata, e poi farà venire gli operai, ma tra qualche giorno, visto che
l’intervento pur necessario non appare alla fine neppure troppo urgente.
Chissà se anche su questa situazione
che si è verificata i Renai avranno qualcosa da ridire, pensa la signora
Giuliana dopo aver salutato l’amministratore di condominio. Sono persone
particolari: lei è sempre sorridente, certe volte anche molto cortese, ma non
sembra il tipo di persona di cui ci si può davvero fidare. Il marito invece è
proprio un personaggio ombroso; Corrado si chiama, e probabilmente non ci
metterebbe nulla addirittura ad offenderti se solo gli intralciassi la strada.
Non mi piacciono, pensa ancora mentre rientra nel suo appartamento; la cosa
migliore per il nostro condominio sarebbe che se ne andassero ad abitare in un
altro quartiere.
Ci sono tanti modi per rapportarsi
con gli altri, pensa invece l’amministratore una volta seduto nella sua
macchina e dopo aver avviato il motore.
Si tratta di inquadrare bene le persone che si parano di fronte a noi: per
qualcuno forse tutti appaiono come dei presunti nemici, e quindi per questi
individui la cosa migliore da fare è mettersi subito sulla difensiva; oppure
per altri sembra convenga leggere in qualche sconosciuto proprio colui il quale
può tornare utile in qualche maniera, oppure al contrario uno che è soltanto
una perdita di tempo, e tutto ciò estrapolando su qualche estraneo un giudizio
quasi definitivo, magari basandosi solamente su alcuni aspetti esteriori, quali
l’espressione del viso, gli atteggiamenti delle braccia e del corpo, oppure
ancor più semplicemente l’abbigliamento che usano. E’ difficile a volte
comprendere cosa passi davvero nella testa di qualcuno, e in ogni caso conviene
quasi sempre non esporsi mai troppo: cercare in qualche modo al momento
opportuno una qualche via di fuga, e comunque essere sempre disposti ad una
improvvisa ritirata strategica, magari nell’esatto momento in cui chi ci sta di
fronte pare assumere un atteggiamento poco disponibile. Non conosco per nulla
questa famiglia Renai, però deve essere piuttosto interessante parlare con
loro; e soprattutto deve essere arduo cercare di comprendere quali siano
davvero i metodi che usano per relazionarsi in qualche modo con gli altri.
Bruno Magnolfi
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