sabato 13 gennaio 2018

Motivazioni da cercare.

            

Difficilmente esco di casa da sola. Come dice Francesco è come se provassi continuamente la necessità di avere qualcuno intorno a me, quasi che il mondo nelle mie meditazioni non fosse del tutto vero senza qualcuno accanto a cui cercare immediatamente di raccontarlo. Eppure questo pomeriggio mentre sto provando ad andarmene in giro lungo le strade del centro senza farmi raggiungere da nessuno dei miei amici, mi pare di stare proprio bene, di riuscire anche a pensare tutto quello che voglio pur senza scambiare le mie idee con anima viva.
Devo riuscire a tirar fuori Francesco dal suo bozzolo, in qualche maniera, convincerlo che non c'è niente di peggio che abbattersi così come fa lui di fronte alla sua asocialità secondo me apparente, questa incapacità millantata di misurarsi con gli altri, questo scansare continuamente tutti quanti, forse soltanto per immaginare semplicemente di essere migliore di qualcuno di loro. Si è un po’ arrabbiato quando gli ho detto in questo modo, però nei momenti in cui gli va di essere maggiormente comunicativo con me, dice che secondo lui sono una persona speciale, una come non avrebbe mai creduto ne esistessero. Anche io gli voglio bene, soprattutto mi piace stare insieme a lui anche senza fare niente, magari parlando ogni tanto, ma senza l’impegno forzato di spiegare ogni cosa ed ogni atteggiamento con cui mi sono sempre rapportata agli altri ragazzi fino ad oggi. 
Ci mettiamo assieme ad osservare un fiore per esempio, e ad ambedue pare impossibile riuscire a stare là davanti ad una stupida piantina per l’intero pomeriggio. Gli ho fatto vedere tutto ciò di cui mi piace circondarmi, e lui ha osservato ogni oggetto con la calma necessaria, e non ha sentito alcun bisogno di essere concorde nelle mie scelte. Mi ha criticato anche, in qualche caso, ma senza forzature, soltanto mettendo lì una semplice smorfia, un gesto di diniego, lasciando a me il compito di comprendere meglio il suo apparato critico.
Gli ho preso la mano una volta che eravamo da soli dietro gli alberi del giardino di casa mia, e lui è rimasto freddo, forse non sapendo affatto come comportarsi. Avrei voluto baciarlo in quel momento, perché la sua semplicità in certi casi appare dolcissima e al contempo disarmante, però mi sono limitata ad osservarlo un attimo, poi ho diretto lo sguardo nella stessa direzione del suo, per fargli capire che gli ero vicina. Allora Francesco mi ha passato un braccio sopra le spalle ed io ho provato un brivido, considerato anche lo sforzo che dentro di sé stava facendo.
Da quando lo conosco stare insieme agli altri mi pare una perdita di tempo; lui di controparte ha quasi smesso con i suoi tentativi falliti di costruzione di amicizie, come ha fatto fino a poco tempo fa per esempio con il Neri. La nostra conoscenza reciproca invece ha il sapore delle cose tutte speciali: non so se mai riusciremo ad essere una coppia vera, in fondo non è neanche troppo importante, e poi è un argomento terribilmente scivoloso, impossibile con lui soltanto sfiorarlo. Però sono sicura che i nostri sentimenti che nutriamo in questo momento l’uno verso l’altra e viceversa, avranno prima o dopo un futuro grandioso, questo può essere, ma solo a patto di lasciare che tutte le cose tra di noi maturino per proprio conto, autonomamente, senza forzarle mai in nessun caso; e proprio come è ovvio, per alcun motivo.


Bruno Magnolfi

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