Fuori dalla mia stanza questi
disegni non possono che apparire insulsi, pensa Francesco mentre ne osserva una
piccola fila appoggiata in modo casuale sopra la coperta del suo letto. Senza
l’intimismo della ricerca che tento ogni volta di inserire in ogni tratto della
mia matita, e che forse solo qua dentro ha un senso, tutto sembra perdere
velocemente di significato, trasformandosi in un attimo da immagine d’arte ad
un qualsiasi scarabocchio. Quando i miei lavori li ha visti il Neri a casa di
Cinzia per esempio, nonostante la sua volontà evidente di entusiasmarsi e
sostenere le mie cose che osservava per la prima volta, non è riuscito neppure
a spiccicare una parola, proprio come se quei cartoncini senza cornice gli
risultassero degli elementi a lui completamente estranei, oppure soltanto dei
ritratti rappresentanti alcune persone che non conosceva affatto, laddove al
contrario aveva davanti semplicemente le facce e le espressioni dei suoi
compagni di classe, quegli stessi che si ritrova di fronte praticamente ogni
mattina.
Ma è difficile cercare di trasporre
l’idea di un carattere che si muove normalmente di fronte a noi,
l’interpretazione di una qualche personalità che forse immaginiamo di vedere, come
descrivere la caduta della maschera che spesso rimane sopra i nostri visi
impegnati nella ricerca spasmodica di apparire sempre diversi da come
effettivamente siamo, vergandola semplicemente con una matita sopra un foglio
di carta magari a grana grossa. E’ una lettura personale quella che ne viene
fuori, e gli altri possono vederci dentro tutt’altre cose rispetto a quelle che
avremmo voluto evidenziare. Per questo,
per il rapporto malato tra realtà e trasposizione sulla superficie, l’unico
elemento che può emergere poi dal disegno finito è soltanto quella certa
sensibilità intimista di chi opera, la stessa che resta poi la più difficile da
leggere e da riconoscere.
Per Francesco il punto di
osservazione resta l’elemento essenziale con cui guardare tutto, e se fino ad
ora si è sentito praticamente sempre da solo nel percorso di acquisizione degli
strumenti adeguati per assumere il ruolo che ha scelto, adesso sente che Cinzia
gli è vicino, anche se spesso lei non segue del tutto la sua logica. Parlano di
queste cose in genere quando si vedono, e certe volte rimangono a lungo anche
in silenzio, affinché le parole e le espressioni non intervengano troppo a
modificare i loro pensieri. Lei qualche volta sembra entusiasta delle cose che
Francesco riesce a disegnare, ma Cinzia è una persona solare, estroversa, che
pare appassionarsi facilmente a ciò che stuzzica la propria curiosità, quindi
non mostra affatto un giudizio obiettivo e distaccato, e questo è il limite evidente
per tutto ciò che tende ad apprezzare.
Però quando lui è da solo di fronte
ad un nuovo profilo espressivo, mentre sta cercando la giusta luce da inserire
in uno sguardo, o al momento in cui ritaglia le linee opportune con cui si
delinea un sorriso lieve, oppure una scolpita faccia seria che mostri prima di
tutto un carattere deciso, allora lui sa che quello è soltanto un gioco a due
tra sé e la carta, dove non c’è alcuna necessità interpretativa: il segno è
quello, e non potrebbe essercene un altro.
Bruno Magnolfi
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