Anche riflettendoci
sopra con molta particolare attenzione, lei si sente praticamente sicura del
fatto che fin da quando era piccola non abbia mai avuto una vera e propria
amicizia femminile. Certo, nel suo percorso ci sono state delle compagne di
scuola, naturalmente anche di giochi, e poi alcune vicine di casa, persino una
simpatica compagna di banco degli ultimi anni, fino agli esami di maturità; ma
nemmeno una di queste è stata tale da definirsi, a suo parere, una vera e
propria amica intima. Niente e nessuna a cui sentirsi particolarmente vicina.
Forse lei non si è mai concessa abbastanza, pensa adesso; magari il suo
carattere è apparso sempre un po’ troppo duro o scostante a tutte le ragazze
che ha conosciuto fino ad oggi in tutti questi anni; però, in ogni caso, se
deve essere del tutto sincera, lei non ha mai avvertito l’assenza bruciante di
una vera amica del cuore, perciò si può anche sostenere che non l'abbia mai veramente
desiderata.
Forse, nella sua infanzia non precisamente
spensierata, c'era semplicemente sua madre onnipresente come figura femminile,
pronta a riempire eventuali vuoti che si potessero manifestare durante la sua
crescita ed in tutto quel lungo periodo della vita; però è anche vero che la
presenza di uno spiccato senso critico sostanzialmente innato dentro di lei,
non le ha mai permesso di accettare pienamente nelle sue giornate una sua
semplice coetanea. Anche con i maschi peraltro non è certo andata meglio:
troppo giocherelloni, secondo il suo parere, con la testa perennemente in aria,
incapaci di quella serietà che lei al contrario ha sempre cercato in se stessa
e anche attorno alla sua persona, inadatti forse a piegarsi verso una logica di
impegno e di attenzione maggiori nei confronti della realtà; incapaci di essere
davvero affidabili, riservati, composti.
Soltanto adesso sembra quasi mancarle qualcosa di
quella leggerezza che pur inconsciamente non ha mai voluto prendere realmente
in esame, ed il rendersi conto all’improvviso di una carenza del genere dentro
di sé, non sembra comunque procurarle molto di più che qualche piccolo superabile
problema. Si riconosce incapace di sentirsi come le altre, e forse non vuole
neppure cercare di esserlo; si guarda attorno certe volte cercando dei
riferimenti che difficilmente ha preso davvero in esame. Perciò qualche volta
si sente inadatta a stare con gli altri, ed anche se cerca di addomesticare il
più possibile la propria personalità, alla fine non è quasi capace di mostrare
un comportamento naturale e spontaneo. Sto scoprendo qualcosa per la prima
volta, dice stasera a Tommaso mentre lui sembra prendersi cura con attenzione della
sua incapacità di lasciarsi un po’ andare. Non sono mai stata così poco
razionale, dice ancora, ma forse ho perso qualcosa.
Lui la guarda a lungo mentre lasciano scorrere il tempo
nella sua macchina immobile. Vorrei recuperare qualcosa di quello che ho
lasciato per strada, dice Clara in un soffio, senza quasi riferirsi esattamente
a lui, ma quasi parlando a se stessa. Tommaso la guarda, pesa con attenzione le
parole che gli vengono a mente, ritiene che tutto si stia complicando al punto
da sfuggirgli quasi di mano, però vuole stare ancora a quel gioco, ritiene che
non ci sia niente di così importante quanto porsi degli obiettivi attuabili, e
lui in questo momento è sicuro di non sentirsi a posto da solo. Lo dice in
fretta, come in risposta a quanto ha appena ascoltato, ma lei risponde che in
questo periodo non è più sicura di niente, le pare che il suo apparente
equilibrio si stia rapidamente perdendo, anche se è dentro di lei che tutto
deve essere risistemato, e che forse non avrebbe alcuna importanza confessargli
in questo momento di volergli davvero bene, senza prima aver considerato tutti
gli aspetti che una frase del genere comporta. Tommaso annuisce, anche se non è
del tutto sicuro di aver compreso perfettamente il problema.
Bruno Magnolfi
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