I ragazzi ne hanno
discusso a lungo. Nei loro pareri sembravano quasi tutti divisi su due fronti,
ma appena qualcuno ha iniziato a sbuffare mostrando una certa insofferenza, l'argomento è velocemente decaduto, lasciando ognuno ad esercitarsi
sulle solite battute di sempre trangugiando qualche bottiglia di birra pagata
sempre dagli stessi. Nei momenti iniziali alcuni c'erano rimasti male, non
sembrava proprio che quella ragazza fosse un motivo plausibile per prendersela
tanto. In ogni caso l'amico di sempre per tutti era Renato, non certo quel
cervellone tutto studio che non si sapeva neppure cosa ci venisse a fare alle
panchine insieme a loro.
Renato si è invaghito troppo di
quella merciaia, avevano detto immediatamente; lei non vale quasi niente,
lavora tutto il giorno in quella bottega per vecchi, non può minimamente sapere
cosa ci gira in mente a noi che abbiamo il polso della situazione tutti i
giorni, stazionando in questa piazza, al centro delle cose. Poi avevano smesso,
perché era chiaro come Renato si fosse sentito forte dell'appoggio morale dei
suoi amici, e forse anche per loro aveva voluto affrontare la questione proprio
in quel modo. Aveva agito d’istinto, è vero, però quel gesto era stata una
soddisfazione che certo si voleva togliere da tempo. Tommaso probabilmente non
si sarebbe fatto più vedere davanti al bar Soldini, la faccenda si poteva
dichiarare praticamente chiusa, anche se probabilmente neppure Clara sarebbe
facilmente tornata nella piazza.
Invece no, giusto qualche giorno
dopo, eccola con Tommaso che entra con indifferenza dentro al bar Soldini.
Nessuno dei ragazzi naturalmente si azzarda a dire niente, e Renato volta
subito le spalle alla scena per non dare importanza a quanto sta avvenendo.
Qualcuno dei ragazzi fa presente la cosa, quasi per stuzzicare una reazione, ma
Renato sembra di pietra, non si muove, guarda a terra, sembra non voler fare
proprio niente, neanche pensare. Non ci sono molti argomenti da affrontare
sopra quelle panchine del giardinetto in mezzo alla piazza, così ognuno cerca
di immaginare dentro se stesso quale possa essere il proseguo per Renato di
tutta la faccenda. Dopo un po’ i due escono dal bar, Tommaso lancia un lieve
cenno di saluto verso i ragazzi, come a mostrare di non coltivare alcun
risentimento, mentre Renato resta bloccato nella medesima posizione, anche se
poi tutto sfuma lentamente.
La cosa ha preso una brutta piega,
dice uno dei ragazzi. A me non frega niente, sbotta un altro. Renato cerca di
mettere a punto un atteggiamento di strafottente indifferenza, ma si vede che è
nervoso, che non si sente a posto. Infine, dopo una certa riflessione, riesce a
dire soltanto: non vale niente quella stupida, quasi bisbigliando dentro se
stesso, ma lasciando comprendere a tutti gli altri che per lui oramai si è
conclusa completamente la vicenda, non ci sarà più alcun seguito, proprio perché
l’oggetto del contendere tra lui e quel Tommaso ha perso talmente tanto senso,
da non suscitare in lui neanche una briciola di ulteriore volontà nello
sfidarlo ancora. Gli altri lo guardano, nessuno dice nulla, forse nessuno trova
niente da ridire, poi uno si alza con indifferenza, per andare a prendersi soltanto
un'altra birra.
Bruno Magnolfi
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