Buongiorno signora
Marisa, fa Remo alzando appena sufficientemente la voce, giusto quello che
serve per farsi sentire. Lui si è sempre riferito a questa donna mantenendo una
certa distanza, anche se la conosce da sempre, d’altronde lei non ha mai fatto
un bel niente per concedere al suo vicino una maggiore confidenza. Forse
gradisce un cesto di lattuga che ho appena colto, le chiede. La signora
Carraresi si muove leggermente mostrando oltre la siepe del suo giardinetto soltanto
la parte superiore del corpo. Ha come al solito un'espressione piuttosto seria,
quella di chi sta forse riflettendo intorno a delle cose lontane, chissà,
trattenendo nella mente magari alcuni pensieri remoti, però all’improvviso sembra
tornare velocemente al presente, e guarda l’uomo per un solo attimo ma con una
certa attenzione, quasi fissandolo, per poi sorridergli leggermente, con una
vaga spontaneità, ed al contrario di quanto ci si potesse aspettare, alla fine
allunga verso di lui un cenno decisamente affermativo, con il suo capo
fasciato, così come è solita addobbarsi, con un grande fazzoletto a colori.
Remo allora apre il
cancelletto della sua proprietà, e con le mani ingombre da una cesta colma di
diverse verdure, attraversa la polverosa strada statale in quel momento deserta
nella località del Platano, osservando bene se non stiano sopraggiungendo
proprio in quel momento delle automobili. Marisa apre a sua volta il cancello
del suo giardino, allarga maggiormente il sorriso al vicino che sta
raggiungendola, accoglie con le mani i prodotti dell’orto che lui le sta
offrendo, e poi, mentre lo ringrazia con un complimento di poche parole, lascia
che Remo le dica a sua volta qualcosa, come una specie di confidenza: sono preoccupato,
le fa lui adombrando per un attimo la propria espressione; ho visto sua figlia
correre, qualche giorno addietro, poco prima di sera, come se le stesse per
accadere qualcosa. E con lei c’era un ragazzo, uno forse della sua stessa età,
che le diceva qualcosa mentre andavano da qualche parte, di fretta, in mezzo al
paese, come se non avessero proprio più tempo per ponderare meglio le cose.
Niente, fa subito la
signora Marisa; sono soltanto delle sciocchezze di due ragazzi, niente che
abbia una minima importanza. Non si deve affatto preoccupare, continua, va
tutto bene adesso che Clara ha acquisito il negozio di merceria della signora
Martini. Bene, fa Remo, allora complimenti per la carriera che sta facendo la
sua ragazza: così fa felice la mamma, immagino; d’altra parte la signora
Martini era ormai troppo anziana per occuparsi ancora di un negozio che sembra
sempre pieno di tanti clienti. Questo è vero, fa lei, gli affari sembrano
andare piuttosto bene. Così lui si volta su un fianco, guarda per un momento la
strada, riflette, poi saluta inchinando anche la testa mentre sorride alla
signora Carraresi, quindi torna rapidamente sul suo cammino, raggiungendo il
cancelletto rimasto aperto e richiudendolo con cura alle sue spalle. Marisa
invece rientra nella sua casa senza tentennamenti, appoggia sul tavolo di
cucina i prodotti dell’orto, poi si siede nervosamente, in preda ad una certa
agitazione della quale conosce bene il motivo. Non le piace che Clara sia sulla
bocca di qualche conoscente qualsiasi, tutto qua; anche se in fondo sembra proprio
che poco per volta stia giungendo anche per lei il tempo in cui fare
delle inevitabili scelte; nonostante, a suo modo di vedere, siano quasi del
tutto sbagliate.
Bruno Magnolfi
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