<<Non so cosa
pensare>>, dice Tiziana a Marco. <<Credo sia chiaro quanto a me
possa dispiacere aver provocato un nuovo battibecco tra te e tuo fratello. Però
non immaginavo affatto che certi argomenti potessero scatenare opinioni così diverse
tra di voi. In fondo non sono neppure temi che vi investono troppo da vicino:
tu che ti dai arie da intellettuale di Sinistra, e lui che è soltanto uno che almeno
tempo fa ha simpatizzato per la Destra, ma magari senza neppure avere delle
idee molto chiare, o più probabilmente soltanto per fare un dispetto proprio a
te. Ma in fondo non sono neppure elementi troppo diretti e personali, per
nessuno di voi due>>. Marco sorride, gli pare ormai quasi naturale il
comportamento di suo fratello, non si è mai meravigliato di niente di ciò che
negli ultimi tempi è stato capace di tirare fuori contro di lui. <<Un
bisogno sfrenato di autonomia, la necessità di sentirsi avverso a chi gli è più
vicino, queste le necessità che ha sempre manifestato>>, dice adesso
Marco. Tiziana sembra comunque perplessa, per lei generalmente le cose scorrono
in maniera facile, senza mai alcuno scontro caratteriale con le persone che le
rimangono più prossime. <<Quelli di Sinistra sono soggetti spesso
psicopatici, lo dico senza offesa, individui che con i loro comportamenti fanno
saltare i nervi a chiunque si trovino nelle vicinanze. Ma in questo caso c’è
qualcosa che forse è legato ad aspetti di tipo espressamente familiare>>.
Lei prosegue con tranquillità a guidare la sua utilitaria, osservando in giro
il luogo migliore dove fermarsi, mentre Marco resta in silenzio, lasciandosi
scarrozzare senza tirar fuori alcuna obiezione.
<<Posso lasciarti da queste
parti?>>, fa Tiziana ad un tratto, dopo che sono rimasti in silenzio per più
di qualche minuto, come se fossero giunti in una zona che a lui possa tornare
abbastanza comoda. <<Ma certo>>, risponde subito Marco quasi senza
pensarci; <<però se vai avanti lungo questa strada per me va ancora
meglio>>. Alla fine lei si offre di accompagnarlo fino sotto casa, come
forse era naturale, e lui naturalmente la ringrazia, pur sottovoce, ma
sfoderando lo stesso modo di fare di chi sembra dare per scontato che un favore
fatto a lui è quasi un piacere per chi lo fa, e che quindi sottintende come lei
lo avrebbe portato in ogni caso in quella via, non fosse stato altro che per il
gusto di averlo a bordo della propria macchina; così scende con tranquillità
dalla vettura, usando come saluto le solite parole che usa sempre: <<Ci
sentiamo per telefono>>, le dice, per poi andarsene quasi di fretta. Però,
subito dopo Marco si sente dispiaciuto di essersi comportato così, nonostante
alcune parole sfuggite a Tiziana lo abbiano colpito, lasciandolo con un vago
sapore amaro. Soprattutto quello che più non gli piace è il fatto che lei
reputa uno schieramento politico quasi come fosse un vezzo di qualcuno, e non
un preciso impegno sociale. Il suo disinteresse per questi temi, si trova a pensare
adesso mentre rientra a casa, ed anche lo smaccato qualunquismo che spesso
manifesta, sono elementi difficilmente digeribili, riflette, per uno convinto
delle proprie idee come si ritiene lui.
Poi lascia cadere queste meditazioni:
in fondo Tiziana è una persona piena di vivacità, spigliata, certe volte anche
divertente, e tutto questo naturalmente fa parte di qualcosa che non può essere
mai tralasciato. Piuttosto, il suo problema adesso è affrontare la presenza di
Federico dentro la casa dei loro genitori, anche se immagina che suo fratello
terrà anche in questa fase il suo solito comportamento: massima indifferenza,
assommata magari al tentativo di ignorare qualsiasi riferimento diretto. Perciò,
sale le scale condominiali senza sentirsi troppo offuscato da ciò che lo attende,
e solo quando è ormai a metà della breve salita che si rende conto come forse
solo mutando lui stesso il proprio atteggiamento potrà portare Federico su una
strada differente e ad un diverso comportarsi. <<Ci vorrebbe una bella
scossa elettrica>>, riflette con una certa convinzione, e quindi si
ferma, torna a scendere i gradini, pur con molta calma, e dopo un attimo si
ritrova di nuovo in strada. <<Forse potrei telefonare, per rendermi conto
se Federico adesso è in casa. Potrei addirittura chiedere a Tiziana di
accompagnarmi, magari con la scusa di alcuni libri, o certi appunti di lezione
che abbiamo da scambiarci. Certo, la sua improvvisa presenza nel nostro
appartamento potrebbe cambiare molte cose nei suoi modi>>. Quindi Marco
raggiunge il caffè più prossimo, si siede, prende qualcosa da bere, e cerca
pacatamente, ma con un vago entusiasmo, di escogitare un piano che possa
apportare qualche variazione alle solite maniere con cui lui e suo fratello
sono soliti accostarsi.
<<Gli sto concedendo
persino troppa importanza>>, pondera in conclusione. <<Per me resta
importante in ogni caso la coerenza, e per questo motivo non devo cambiare
proprio nulla nelle mie abitudini. Sarà Federico, prima o dopo, a dover
mostrare una variazione significativa nei miei confronti, e solo allora forse
sarò disposto a rivedere qualcosa dei miei atteggiamenti>>.
Bruno Magnolfi