Nella
camera singola dove trascorro la maggior parte del tempo di tutta la giornata, naturalmente
se si escludono le ore che dedico al mio posto di lavoro, mi trovo quasi sempre
a mio agio, pur nella solitudine in cui sguazzo, ed anche se spesso è difficile
per me capire quale sia il momento giusto per uscire da questa stanza ed andare
a piazzarmi nel piccolo soggiorno che abbiamo in comune io e Sergio, o magari
andare nel cucinotto per aprire il frigorifero e scegliere qualcosa da mangiare
per la cena che magari vada bene sia a me che a lui. Abitare un appartamento
come il nostro, ormai all’ età di quarant’anni suonati per ciascuno di noi due,
non è certo troppo facile, e fa continuamente venire a mente il paragone con
due universitari fuori corso che ancora devono scegliere in che cosa impegnarsi
davvero per il proprio futuro, procrastinando con costanza ogni decisione che in
questo modo resta inevitabilmente in aria, sia per me che per lui, quasi ad
allontanare così il momento giusto di affrontarla. Le nostre conversazioni
spesso finiscono per avvolgersi attorno a cose banali e quotidiane, ed il fatto
che non ci sia tra noi qualcosa di realmente comune, a parte coabitare, rende ad
esempio le nostre serate casalinghe un esercizio di silenzi davanti ad un
programma televisivo poco impegnativo, oppure un facile rinchiudersi ognuno
nella propria stanza a leggere un buon libro o a rimuginare su qualcosa da
introdurre per apportare almeno qualche variazione a tutto questo. Qualche
leggera discussione tra me e Sergio ovviamente si è verificata nel corso di
questo paio d’anni da quando abitiamo assieme, ma ambedue abbiamo sempre
preferito non affondare troppo le parole nelle nostre reciproche opinioni e
lasciar perdere le idee diverse che avrebbero potuto rendere la convivenza persino
più difficile.
<<Renato>>,
dice a volte lui sorridendo quando appare più di buon umore e perciò
propositivo. <<Potremmo fare qualche cambiamento in questa casa. Mettere
un bel tappeto a terra, riempire le pareti con qualche stampa incorniciata,
insomma rendere almeno questo soggiorno decisamente più gradevole e
vissuto>>. Sorrido anche io, provo sempre piacere quando a parole si mettono in campo delle novità, e in fondo
a mio parere è sempre un buon esercizio tentare dei miglioramenti in una tana
come questa, che purtroppo in molti casi, se lasciata andare al semplice uso
quotidiano, sembra assomigliare da vicino ad una confortevole prigione,
considerato che con i nostri rispettivi magri stipendi non riusciamo a
permetterci in questa città un appartamento per ognuno, e quindi ci vediamo
costretti a tenere in essere questo andamento delle cose. Personalmente mi
ritengo comunque fortunato ad aver conosciuto casualmente Sergio proprio nel
momento in cui cercava una persona come me per dividere questo appartamento.
Anche se non avevamo, e non abbiamo peraltro neanche oggi, dei veri e propri
interessi comuni, in ogni caso siamo ambedue persone rispettose delle libertà
altrui, e quindi in grado di dividere con garbo le spese e gli spazi di questo
appartamento. Lui viene fuori da un rapporto burrascoso con una donna che ad un
certo punto lo ha mollato, ma per me tutto è derivato dalla troppo perdurata
convivenza nella casa dei miei genitori, sicuramente per colpa del mio
carattere remissivo e poco incline ai cambiamenti, ma che negli anni mi aveva
lasciato seduto e senza capacità di prendere l’iniziativa di andare a vivere senza
di loro.
Adesso
giunge poi questa collega di lavoro, una ragazza un po’ attempata con un
matrimonio già concluso alle sue spalle, ed io improvvisamente sento che verso
di lei potrei trovare uno slancio, un entusiasmo nuovo per intraprendere
qualcosa di sentimentale. Mi piace, anche se ancora naturalmente conosco appena
Monica, ma in ogni caso mi pare che sia possibile cercare insieme la forma più
adatta per iniziare a frequentarci. Siamo impiegati negli stessi uffici, anche
se in settori differenti e con le scrivanie a dei piani diversi dello stesso
edificio, e forse per questo non avevamo mai neppure scambiato qualche parola
tra di noi che non rimandasse direttamente ad una pratica di lavoro, oppure a
qualche problema operativo. Quindi, all’improvviso, sembra quasi una vera
scoperta, almeno per quanto mi riguarda, questo trovare una persona deliziosa e
piacevole con la quale riuscire a dialogare con sincerità e in piena
naturalezza, senza provare nei suoi confronti alcuna soggezione che al
contrario ho quasi sempre avuto nel passato rispetto a quelle poche ragazze che
mi sono trovato volta per volta a frequentare. Non ne ho ancora parlato con
Sergio, soprattutto perché non ho trovato probabilmente il momento adatto per
fare una cosa di questo genere, ma forse, a ben pensarci, non ne ho neppure
avuto la reale possibilità di farlo, proprio in considerazione soprattutto
della mia riservatezza, del mio perenne stare per i fatti miei, senza rivelare
mai praticamente nulla dei miei pensieri, anche se adesso sento montare dentro
di me la volontà sempre più forte di confidarmi una buona volta con qualcuno, o
almeno con Sergio.
<<Mi sto innamorando di una
donna>>, vorrei dirgli ad alta voce e all’improvviso, anche se poi
ritengo che a nessuno possa davvero interessare una confidenza così sciocca.
Bruno Magnolfi
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