Caterina sostiene
che secondo lei è del tutto inutile tentare sempre di analizzare ciò che
accade, pensare di poter seguire e comprendere quei percorsi che portano ad una
certa scelta compiuta da qualcuno che conta e che determina l’esistenza di molti
altri individui, oppure cercare di spiegarsi i motivi che hanno accompagnato
certi dati di fatto ormai consolidati o certe realtà probabilmente inevitabili,
oppure persino quello che comunque quotidianamente abbiamo tutti sotto agli
occhi. È soltanto una perdita di tempo, un’illusione che non porta mai da
nessuna parte, se non alla conferma consolidata di ogni amarezza che ci
troviamo a vivere. <<Non cambia un bel niente sapere il perché sia
successa ieri o il giorno avanti una cosa oppure l’altra>>, dice spesso;
<<Non è certo il fatto di individuare il percorso preciso per cui si è
arrivati a certe conclusioni, oppure lo scoprire la maniera per cui si
verificano alcuni comportamenti da adottare inevitabilmente, che per noi cambierà
qualcosa>>. Monica annuisce, anche se non è d’accordo. Però anche a lei
farebbe piacere vivere in una realtà dove non ci si interroga mai sugli
avvenimenti, e quindi si prende tutto oramai per definito, così com’è,
modificando le proprie azioni semplicemente in funzione di una realtà ormai
data una volta per tutte, e perciò immodificabile da certe semplici opinioni.
Naturalmente Caterina non va neanche ad esprimere il suo voto di cittadina al
momento in cui vengono indette delle elezioni politiche o amministrative.
<<Hanno già deciso tutto alle nostre spalle>>, dice spesso;
<<Non è certo la mia scheda singola a modificare qualche
cosa>>.
Si conoscono
da molto tempo, loro due, e quindi comprendono benissimo le loro differenze di opinione,
anche se certe volte a Monica non piace sentire l’amica parlare in questo modo.
Però sa che è del tutto inutile mettersi a battibeccare con lei mentre magari sono
sedute a sorseggiare un tè o un aperitivo nel solito localetto lungo il corso
dove vanno spesso. Perciò la lascia dire, senza neanche interromperla, solo cambiando
l’argomento delle chiacchiere appena le è possibile. Non le ha ancora rivelato
di questa recente simpatia per il suo collega di lavoro, ma non vorrebbe farle nascere
delle curiosità buone per ulteriori domande poco edificanti, così preferisce
tacere su tutto l’argomento, anche se prova sempre più forte la necessità di
parlare di quest’uomo e di confidarsi con qualcuno. <<In ufficio
ultimamente le cose vanno piuttosto bene>>, le rivela molto alla lontana.
<<Niente di particolare, però il clima appare più disteso, ed il mio capo
sembra non abbia più la voglia di starmi addosso fino a farmi diventare pazza
con quella manìa di ordinare e organizzare ogni scartoffia in maniera logica,
corretta e condivisibile, come dice a volte, per cui mi sento maggiormente
rilassata>>. Caterina la guarda per un attimo, come provasse un debole
moto di avversione, lei che lavora soltanto per qualche ora al giorno nello
studio da commercialista di suo marito, e ad ogni occasione scappa subito da
quelle stanze e dalle telefonate in arrivo, pronta per uscire con qualche scusa
certe volte anche inventata. <<Non so come tu faccia a sopportare questa
situazione>>, dice a Monica. <<Là dentro dove stai tu è solo un
covo di vipere, dove il tutti contro tutti è l’andamento quotidiano, e la tua dedizione
ed il tuo impegno non riescono a procurarti proprio alcun piacere>>.
Per un certo
periodo, diversi anni fa quando si sono conosciute, loro due sono state anche colleghe
dell’ufficio protocollo del Comune, perciò lei possiede ancora una perfetta
cognizione di quello di cui parla, anche se è evidente, da quando si è dimessa
per andare ad aiutare suo marito che intanto aveva ampliato il suo raggio
d’azione con la clientela, Caterina non riesce a far altro che scagliarsi
contro quel mestiere a cui quel giorno aveva chiuso la porta con soddisfazione,
anche se ovviamente ci sono stati nel frattempo degli spostamenti ed alcune
variazioni d’organico tra quelle scrivanie, e quindi le cose hanno subìto delle
variazioni poco spiegabili nel dettaglio con delle semplici parole. <<Ci
sono stati momenti peggiori>>, afferma adesso Monica; <<E in ogni
caso, poco per volta, come da un pezzo continuo a dirti, mi sono creata uno
spazio mio che mi fa sopravvivere in maniera più tranquilla, nonostante le
vipere>>, dice sorridendo. Poi guarda il suo orologio, spiega che adesso
deve proprio andare, così si alzano dal tavolino, si salutano di fretta e si
dividono appena raggiunto il marciapiede. Uno di questi giorni dovrò proprio cominciare
a parlarle di Renato, pensa Monica mentre cammina verso il negozio del suo
fidato parrucchiere, dove ha fissato un appuntamento per rifare il colore dei
capelli e qualche piccolo ritocco. Tiene di più al suo aspetto, in quelle
ultime settimane; eppoi, curarsi maggiormente nell’abbigliamento e nella
persona è diventato qualcosa che la fa sentire più aperta agli altri, più
disposta ad ascoltare e a confrontarsi con chiunque, forse persino più sicura
di sé stessa. Difficile rivelarlo a Caterina, pensa ancora adesso mentre si
affretta; per lei, in quel caso, diverrebbe tutto estremamente già chiarito.
Bruno
Magnolfi
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