lunedì 4 novembre 2024

Estremamente chiaro.


            Caterina sostiene che secondo lei è del tutto inutile tentare sempre di analizzare ciò che accade, pensare di poter seguire e comprendere quei percorsi che portano ad una certa scelta compiuta da qualcuno che conta e che determina l’esistenza di molti altri individui, oppure cercare di spiegarsi i motivi che hanno accompagnato certi dati di fatto ormai consolidati o certe realtà probabilmente inevitabili, oppure persino quello che comunque quotidianamente abbiamo tutti sotto agli occhi. È soltanto una perdita di tempo, un’illusione che non porta mai da nessuna parte, se non alla conferma consolidata di ogni amarezza che ci troviamo a vivere. <<Non cambia un bel niente sapere il perché sia successa ieri o il giorno avanti una cosa oppure l’altra>>, dice spesso; <<Non è certo il fatto di individuare il percorso preciso per cui si è arrivati a certe conclusioni, oppure lo scoprire la maniera per cui si verificano alcuni comportamenti da adottare inevitabilmente, che per noi cambierà qualcosa>>. Monica annuisce, anche se non è d’accordo. Però anche a lei farebbe piacere vivere in una realtà dove non ci si interroga mai sugli avvenimenti, e quindi si prende tutto oramai per definito, così com’è, modificando le proprie azioni semplicemente in funzione di una realtà ormai data una volta per tutte, e perciò immodificabile da certe semplici opinioni. Naturalmente Caterina non va neanche ad esprimere il suo voto di cittadina al momento in cui vengono indette delle elezioni politiche o amministrative. <<Hanno già deciso tutto alle nostre spalle>>, dice spesso; <<Non è certo la mia scheda singola a modificare qualche cosa>>.  

            Si conoscono da molto tempo, loro due, e quindi comprendono benissimo le loro differenze di opinione, anche se certe volte a Monica non piace sentire l’amica parlare in questo modo. Però sa che è del tutto inutile mettersi a battibeccare con lei mentre magari sono sedute a sorseggiare un tè o un aperitivo nel solito localetto lungo il corso dove vanno spesso. Perciò la lascia dire, senza neanche interromperla, solo cambiando l’argomento delle chiacchiere appena le è possibile. Non le ha ancora rivelato di questa recente simpatia per il suo collega di lavoro, ma non vorrebbe farle nascere delle curiosità buone per ulteriori domande poco edificanti, così preferisce tacere su tutto l’argomento, anche se prova sempre più forte la necessità di parlare di quest’uomo e di confidarsi con qualcuno. <<In ufficio ultimamente le cose vanno piuttosto bene>>, le rivela molto alla lontana. <<Niente di particolare, però il clima appare più disteso, ed il mio capo sembra non abbia più la voglia di starmi addosso fino a farmi diventare pazza con quella manìa di ordinare e organizzare ogni scartoffia in maniera logica, corretta e condivisibile, come dice a volte, per cui mi sento maggiormente rilassata>>. Caterina la guarda per un attimo, come provasse un debole moto di avversione, lei che lavora soltanto per qualche ora al giorno nello studio da commercialista di suo marito, e ad ogni occasione scappa subito da quelle stanze e dalle telefonate in arrivo, pronta per uscire con qualche scusa certe volte anche inventata. <<Non so come tu faccia a sopportare questa situazione>>, dice a Monica. <<Là dentro dove stai tu è solo un covo di vipere, dove il tutti contro tutti è l’andamento quotidiano, e la tua dedizione ed il tuo impegno non riescono a procurarti proprio alcun piacere>>.

            Per un certo periodo, diversi anni fa quando si sono conosciute, loro due sono state anche colleghe dell’ufficio protocollo del Comune, perciò lei possiede ancora una perfetta cognizione di quello di cui parla, anche se è evidente, da quando si è dimessa per andare ad aiutare suo marito che intanto aveva ampliato il suo raggio d’azione con la clientela, Caterina non riesce a far altro che scagliarsi contro quel mestiere a cui quel giorno aveva chiuso la porta con soddisfazione, anche se ovviamente ci sono stati nel frattempo degli spostamenti ed alcune variazioni d’organico tra quelle scrivanie, e quindi le cose hanno subìto delle variazioni poco spiegabili nel dettaglio con delle semplici parole. <<Ci sono stati momenti peggiori>>, afferma adesso Monica; <<E in ogni caso, poco per volta, come da un pezzo continuo a dirti, mi sono creata uno spazio mio che mi fa sopravvivere in maniera più tranquilla, nonostante le vipere>>, dice sorridendo. Poi guarda il suo orologio, spiega che adesso deve proprio andare, così si alzano dal tavolino, si salutano di fretta e si dividono appena raggiunto il marciapiede. Uno di questi giorni dovrò proprio cominciare a parlarle di Renato, pensa Monica mentre cammina verso il negozio del suo fidato parrucchiere, dove ha fissato un appuntamento per rifare il colore dei capelli e qualche piccolo ritocco. Tiene di più al suo aspetto, in quelle ultime settimane; eppoi, curarsi maggiormente nell’abbigliamento e nella persona è diventato qualcosa che la fa sentire più aperta agli altri, più disposta ad ascoltare e a confrontarsi con chiunque, forse persino più sicura di sé stessa. Difficile rivelarlo a Caterina, pensa ancora adesso mentre si affretta; per lei, in quel caso, diverrebbe tutto estremamente già chiarito.      

 

            Bruno Magnolfi

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