Lei
generalmente si limita a rispondere al telefono, almeno per la maggior parte
delle volte, in tutto il tempo in cui resta seduta dietro ad un bancone lucido
ed elegante davanti all'ingresso, durante l’orario in cui resta presente nello
studio, perché è sempre necessario sapere esattamente cosa rispondere, nel caso
che a chiamare sia un cliente di una certa categoria oppure di un’altra. Spesso
si trova a dire con professionalità che il commercialista in quel certo giorno
non si trova in ufficio, oppure che in quel momento è impegnato in una
riunione, o anche che ha ricevuto un altro cliente solo da pochi minuti,
provando subito naturalmente a farsi spiegare il motivo della telefonata, o se
può essere d’aiuto direttamente lei, magari prendendo qualche appunto utile
anche in seguito. Non tutti lasciano detto qualcosa, e la maggior parte delle
volte si fanno semplicemente indicare casomai in quale altro orario potrebbero
richiamare, e spesso lei risponde con determinazione che è meglio rimandare
direttamente all’indomani, tanto per rendere gli impegni dello studio meno
stringenti e dare sempre l’impressione di essere dei professionisti pieni zeppi
di lavoro. Non dice mai di essere la moglie del commercialista, che cita spesso
chiamandolo come il dottor Carletti, lasciandosi a sua volta chiamare
semplicemente Caterina, come se là dentro fosse una normale segretaria. Un
tempo c’era stata, al posto suo, una vera segretaria, ma lei ad un tratto si
era sentita gelosa di quella sua capacità di sapere tutto su suo marito, e poi
costava anche un po’ troppo tenerla in ufficio a svolgere in fondo delle
attività piuttosto banali e poco redditizie. Così propose di sostituirla, anche
perché nell’ufficio comunale dove aveva lavorato fino a quel momento non si
trovava affatto bene.
Per il
resto adesso si limita a mettere in ordine qualche documento, e ad esempio
stila per ordine d’importanza le pratiche per cui è bene che suo marito si
interessi prima di prendere qualsiasi altro impegno, ma per quanto riguarda la
compilazione delle dichiarazioni, o l’impostazione delle aliquote, oppure il
pagamento delle imposte, lei non se ne occupa minimamente, lasciando tutto alla
competenza del suo particolare datore di lavoro. Così, molto spesso Caterina si
ritrova a non aver troppo da fare, e lascia che le mattinate in cui si
trattiene dietro al bancone, si trascinino nella calma e nella scarsità di
impegni. Capita a volte che faccia anche una telefonata a Monica, che ha
conosciuto alcuni anni fa, ai tempi del suo lavoro negli uffici comunali, ma
generalmente non si trattiene troppo con lei, o almeno non quanto vorrebbe,
sapendo benissimo che suo marito non approva le perdite di tempo, e anche sentir
parlare qualcuno in termini troppo confidenziali dentro al suo studio. Lui sta
chiuso nella stanza a fianco, e lei si trova certe volte ad abbassare la voce
per non farsi accorgere di ciò che sta facendo. <<Ciao Monica>>, le
dice quelle poche volte; <<Scusa se parlo piano ma mio marito se si
accorgesse che sto parlando proprio con te andrebbe facilmente su tutte le
furie>>.
Caterina
non conserva un buon parere sul matrimonio in generale, e forse non si ritiene
particolarmente fortunata ad essersi fatta sposare dal commercialista, però
riconosce che un marito ci vuole per qualsiasi donna, anche se poi nei
confronti di Monica riesce a comprendere benissimo la sua allergia per gli
uomini e si scopre ad essere persino invidiosa della capacità dell’amica nel
farne a meno fin dai tempi della sua separazione. <<Ci vediamo nel
pomeriggio per una tisana nel nostro locale lungo il corso?>>, le chiede
prima che sia costretta ad abbassare il telefono, e Monica le risponde che va
bene, che anzi desidera parlarle di qualcosa che è possibile rivelare solamente
a voce. Perciò si danno appuntamento, e poi chiudono la comunicazione. Appare
strano a Caterina, quello che ha sentito dire da Monica. Generalmente lei è
riservata, persino troppo, e se ha detto in quel modo vuol dire che c’è
qualcosa di importante che sta bollendo in pentola, anche se non riesce proprio
a immaginare che cosa possa essere. Dopo un momento si fa assorbire dalle carte
e dal video che ha di fronte, riprendendo a riordinare l’agenda professionale
del signor commercialista, ed archiviando i documenti che si trova a gestire
ogni giorno sopra la sua scrivania.
Quando
esce, ormai poco prima dell’ora di pranzo, saluta rapidamente dalla porta suo
marito, riprende la sua borsa e si incammina verso casa, anche se la curiosità
prosegue quasi a roderla, e le parole che le ha detto la sua amica poco prima,
sembrano adesso sempre più enigmatiche, tanto da farla sentire in questo caso del
tutto incapace di qualsiasi perspicacia, al contrario di quello che reputa
essenziale della propria personalità. Forse qualcosa non va bene in ufficio,
pensa con insistenza; oppure improvvisamente si è verificato dell’attrito tra
Monica e i suoi genitori. O magari è scappato fuori di nuovo il suo ex marito,
combinando qualcosa in cui anche la sua amica, per qualche strano motivo, si
sente improvvisamente coinvolta. Non ha alcun elemento per comprendere come
stiano effettivamente le cose, e l’unica maniera per capire cosa ci sia dietro
le parole che le ha accennato Monica, non può in questo momento essere altro
che attendere pazientemente di incontrarla.
Bruno
Magnolfi
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