sabato 30 novembre 2024

Profondo desiderio.


            Sono sicuro che Monica non mi abbia notato dalla sua finestra accesa, mentre gettava uno sguardo sulla strada sotto casa sua. Ormai era buio, con dei lampioni che illuminavano ben poco, spandendo ognuno un piccolo chiarore soltanto sotto di sé, ed io sono stato rapido nel mettermi al riparo di qualche terrazza che impediva dagli appartamenti la mia vista sopra al marciapiede; e poi la mia macchina, in fondo, è soltanto una semplice utilitaria anonima come ce ne sono tantissime altre in giro per tutta questa città. Ho corso un bel rischio però, ne sono cosciente, praticamente un rischio in grado di vanificare persino tutti i miei sforzi per far apparire abbastanza vago il mio interesse verso di lei, proprio per darle la convinzione che la costruzione del nostro rapporto fosse esclusivamente un progetto da intraprendere da noi due assieme, consapevolmente, e non qualcosa perseguito solamente da una parte e per questa ragione già del tutto zoppicante, secondo me. Poi sono tornato sui miei passi fino a casa mia, nella convinzione di aver comunque tentato qualcosa altrimenti quasi impossibile da neutralizzare nella mia testa, tanto da sentirmi improvvisamente meglio, più rilassato, pago di aver provato una sortita assolutamente necessaria. Anche il mio stesso tentativo, una volta rientrato al sicuro del mio accogliente appartamento, non mi è parso più come un’uscita disperata, così come mi era sembrato in un primo tempo, ed anche se Monica mi avesse visto realmente dalla sua finestra illuminata, tutto ciò ripensandoci mi avrebbe colmato solo di orgoglio, pari al compimento di un gesto quasi eroico, deciso, forse coraggioso, anche ai suoi occhi.

<<Ciao Sergio>>, avrei adesso voluto dire a Sergio rientrando, se lo avessi trovato in casa stasera, magari intento a sonnecchiare davanti alla televisione accesa e con il volume a zero, come a volte usa impostarla per farsi compagnia; <<C’è una ragazza, anzi una donna, a dire il vero, che lavora come impiegata all’ufficio protocollo nel piano inferiore degli uffici sotto a dove io stesso ho la scrivania, e ci stiamo frequentando, anche se siamo solo agli inizi, rivelando poco alla volta l’uno all’altra tutto quello che ci pare giusto che si sappia>>. Lui mi avrebbe guardato senza dire niente, magari alzandosi dal divano per prendersi una birra fresca, o qualcosa del genere, quasi a togliere solennità alla mia rivelazione. <<Non riesco oramai a pensare ad altro>>, gli avrei spiegato, <<e mi sento così preso da questa conoscenza che spesso ho paura di combinare con lei qualche pasticcio, pur senza volerlo. Per questo sono continuamente a frenarmi, a riflettere meglio, a tentare di essere meno impulsivo di quello che vorrei. Ma non è facile, almeno in questa fase>>.

Sergio allora avrebbe spento definitivamente la televisione, sarebbe tornato a sedersi, magari scuotendo la testa come a volte fa quando riflette. <<Non forzare le cose>>, mi avrebbe spiegato con ogni probabilità: <<Queste situazioni hanno sempre bisogno del loro tempo prima di disvelarsi completamente. Rilassati, non insistere nel conoscere subito ogni dettaglio di tutta la vita di questa donna. Lasciala respirare, fatti vedere da lei, ma senza essere insistente, e con facilità ogni cosa, in questo modo, potrà giungere a maturazione senza alcun intoppo>>. Allora avrei preso anch’io una birra dentro al frigo, mi sarei seduto di fronte a lui con un sorriso, riconoscendo la sua maggiore esperienza in cose affini a questo genere, e poi avrei soltanto detto: <<Mi piace, mi piace molto, adesso non riesco quasi a dire altro di lei>>. In seguito con calma ci saremmo dati la buonanotte, rientrando ognuno nella propria camera, proprio come facciamo quasi ogni sera, ed io alla fine mi sarei coricato nel mio letto con ancora un po' di adrenalina lasciata circolare dentro di me, anche soltanto per essere riuscito a rivelare tutto quanto al mio amico coinquilino.

Adesso però tutto sembra farsi più complesso: devo prendere delle decisioni sui miei comportamenti, stilare un piano dettagliato per non trovarmi di nuovo ad improvvisare, come ho fatto fino adesso, stupidamente e senza seguire nemmeno una principale idea di fondo, quasi senza un criterio esatto tramite il quale stabilire cosa io desideri realmente da questa Monica, e soprattutto in quale modo posso riuscire ad avere da lei ciò che desidero, senza farle sospettare neppure l’ombra di un sotterfugio, o magari l’impressione di mettere in campo una vera strategia. È difficile comportarsi in modo naturale quando la tua testa è attraversata da mille pensieri raziocinanti, lo so, me ne rendo perfettamente conto. Così come sarà parecchio complicato dopo stasera tornare ad osservare Monica senza che lei abbia il minimo sentore dell’impegno che sto affrontando giorno dopo giorno dentro di me. In ogni caso non approvo alcun desiderio di una strada già spianata per giungere frettolosamente fino a lei: dovrò affrontare momenti difficili, cadute, improvvisi entusiasmi ed altrettante delusioni, ne sono già cosciente. Però so anche che niente mi farà tornare indietro rispetto a ciò che sento ormai consolidato dentro me stesso: seguirò con pazienza questo percorso, lo so perfettamente, perché sono convinto che sia ciò di cui provo il più profondo e inconfessabile desiderio.

 

Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento