venerdì 8 novembre 2024

Con nessun altro.


Tu. Sei solo tu che credi ancora nella possibilità che questo individualismo che impera e che si esaspera ad ogni livello attorno a te, possa d’improvviso cedere alla semplice e straripante importanza dei tuoi pensieri quasi ossessivi attorno alla maternità, almeno così come certe volte te la raffiguri davanti agli occhi. Di fatto, nessuno intende darti corda lungo questa strada, a meno che non sia qualcuno rimasto per qualche motivo a pensare la realtà con una mente desueta, incapace di relazionarsi concretamente con l’attualità. Tu lo sai, ne hai perfetta consapevolezza, e forse quando immagini ad occhi aperti un figlio tuo, sei anche cosciente inevitabilmente che il tuo pensiero sia soltanto un frutto di egoismo, una proiezione di te stessa nel futuro, un concentrato di sentimenti teneri a cui dedicare nei tuoi desideri tutta te stessa, come se questo possibile legame ne annullasse per importanza qualsiasi altro. Quale altro scopo possibile, elabora la tua mente periodo dopo periodo; ed anche se il tuo matrimonio forse è fallito troppo precocemente, ciò non significa che i tuoi sogni imperniati attorno all’idea di generare un figlio prima o dopo, siano del tutto tramontati. Monica va rapidamente in corto circuito quando riflette queste cose, ma la sua simpatia reciproca per il collega di lavoro le fanno sperare che qualcosa sia ancora possibile, in questo momento in cui la propria età non è ancora eccessiva per l’eventualità di generare un figlio. Un sogno romantico, un desiderio di sempre, qualcosa che va ben oltre il soffuso desiderio di un rapporto sentimentale con un uomo.

Ti guardi attorno e vedi ormai solo relazioni che vanno rapidamente a rotoli, coabitazioni che non mostrano futuro, matrimoni che terminano invariabilmente davanti al giudice, in cui tutto diviene un semplice pugno di frasi urlate in faccia, insieme alla ricerca di quell’equilibrio materiale, dopo la separazione, per ciò che resta di un rapporto, proprio così come è accaduto a te. In fondo tutto sembra destinato a sgretolarsi, in questa fretta contemporanea di riuscire a compiere tutto quanto nell’arco di una rapida manciata d’anni, quando è facile accorgersi, una volta raggiunta l’età della ragione, e prima che la fertilità venga a mancare, che non è semplice incrociare sulla propria strada qualcuno che pensa e desidera le stesse cose che per te appaiono così importanti. Di tutto quanto insomma resta solamente la capacità soltanto femminile di generare da sé una nuova vita, ed è questo l’elemento scatenante di ogni desiderio, la voglia più recondita ma anche essenziale che sta all’interno della stessa esistenza, quel riprodurre e poi procrastinare in qualche modo la vita presente verso il futuro. Come possibile parlarne a qualcuno intorno a te? Con quali parole descrivere il tuo intento? In che maniera definire ciò che in te sembra sgorgare in questa maniera così spontanea ed emergente?   

<<Ciao Renato>>, dici a Renato mentre assieme a lui ti siedi ad un tavolino del caffè poco lontano dagli uffici dove ogni giorno svolgete ognuno dei due il proprio lavoro. Lui ti guarda con occhi espressivi, con lo sguardo dolce di chi vede in te in questo momento una persona a cui dedicare il suo tempo e i suoi pensieri, ammorbidendo la sua simpatia ed il suo affetto verso di te nella maniera più congeniale ad una fase delicata di questo genere. Ma tu, pur falsificando facilmente i tuoi sentimenti più intimi, non lo ricambi con il medesimo modo di guardare verso lui, anche se è impossibile decifrare solo da questo i tuoi pensieri più nascosti. Tu hai in mente qualcosa d’altro, perché non credi più nella famiglia, non percorri la strada del rapporto esclusivo per la vita. Tu desideri soltanto un figlio, ed è tramite lui che ti è di fronte, e nonostante lui, che potrai davvero averlo, e tutto ciò improvvisamente è quanto di più vero, in un modo che riconosci quasi estremo, che ti si allarga in questi attimi dentro la mente. Non potrai mai confessarlo, però Renato di fronte a te adesso rappresenta solamente un tramite per cui avere tra poco tempo ciò che più desideri.     

<<Dobbiamo vederci fuori da questi luoghi che ancora ci ricordano troppo l’ufficio>>, dice lui; e tu annuisci, sorridi, ti mostri d’accordo; non ci sono dei problemi, le cose stanno andando bene, il tuo disegno prende forma, poco per volta, così come lo avevi già desiderato, senza neppure svelarlo neanche a te stessa. <<Monica, mi piaci, io ti voglio bene>>, dice lui, e tu rispondi nella maniera che Renato si attende già da te, e pur sapendo che stai correndo forse troppo, lo inviti a casa tua, presto, in uno dei prossimi giorni, per una semplice cenetta a due, per trovare quell’intimità che ancora manca, quello scambio di opinioni semplici eppure così essenziali, che fondano un rapporto. <<D’accordo?>>, gli chiedi mutuando qualcosa che quasi avevi scordato. <<Dobbiamo essere bravi, ed intrecciare le nostre mani come mai vorremmo fare in egual modo con nessun altro>>.

 

Bruno Magnolfi

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