Sono tutti
uguali, e probabilmente potrebbero pensare sempre le stesse cose monotone
mentre cerco di spiegarmi. Ma io coi miei discorsi li incalzo, li guardo dritti
negli occhi, non permetto loro di distrarsi mentre tento costantemente di non
farli riflettere mai su qualcosa di diverso da quello che io fortemente
desidero, ed anche da tutto ciò che io riesco ad instillare poco per volta
nelle loro menti troppo calme e troppo lente per una persona decisa e preparata
come me; e quindi la sicurezza, la tranquillità, la serenità, diventano
immediatamente i temi che funzionano da semplice caposaldo di tutto ciò che
dico, senza che direttamente risultino mai citati. Quando rallento con le
parole è solo per permettere la formulazione nelle loro teste di alcune domande
fondamentali che io tanto desidero, e per le quali ho già pronte tutte le
risposte più adeguate, quelle che non permettono a nessuno a quel punto di
sfuggirmi, e che sorprendentemente a loro invece appaiono le cose più
intelligenti e perspicaci che riescono a cavare dal loro semplice concepire la
giornata usuale che vivono e che desiderano in ogni modo conservare.
<<Certo>>, dico a quel punto, <<avete tutto il diritto di immaginarvi
anche una vita totalmente a rischio, ma non c’è nessuna buona ragione affinché tutto
questo debba realmente accadere. Una valvola, un piccolo impianto, una spia che
segnali un malfunzionamento, ecco quanto, ed ogni sonno nella vostra camera da
letto diventa senza più preoccupazione alcuna>>. Già, riflettono a quel
punto; con poco smettiamo di preoccuparci di molto, e anche subito, rispetto a
quei piccoli problemi casalinghi a cui non abbiamo mai dato un gran peso.
Così devono
andare le cose: delegare a qualcuno che non siamo certo noi tutta la nostra
inquietudine. Lasciare che sia un tizio esperto e ben riconoscibile ad
addossarsi ogni possibile preoccupazione. A noi non rimane altro che goderci la
giornata, senza pensieri, senza alcun altro intervento, stando molto lontani
dai problemi che ci possono porre le brutte cose che sentiamo accadere ogni
giorno da qualche parte. La nostra libertà è data da un muro solido che
interponiamo tra la nostra tranquillità e tutto ciò che in un attimo potrebbe
facilmente mettere in discussione questo sentimento, e la tranquillità finale è
il maggior motivo trainante che ci porta a desiderare quella semplice sicurezza
che il mondo d’oggi spesso ci rifiuta. Questi sono i pensieri finali dei miei
clienti, quelle facili connessioni che nei loro cervelli poco sviluppati li
fanno fortemente desiderare ciò che io propongo. Addirittura, mi ringraziano
mentre firmano il contratto, ed è come se pensassero che il miglioramento delle
proprie esistenze fosse già a disposizione in questo preciso momento, o
comunque a portata di mano, pronto a giungere al loro domicilio senza alcuno
sforzo, come una qualsiasi trasmissione televisiva, oppure come una pagina
aperta sul loro terminale acceso.
Nessuno sforzo, nessun logoramento, il
migliorare della propria condizione arriva subito, basta fornire adesso il
proprio consenso, annuire di fatto a ciò che viene proposto nella sua
intrinseca semplicità, nel suo meccanismo diretto, pronto a tener distante ogni
attiva partecipazione. Poi rientra a casa Renato, così mi saluta, ma sembra
preoccupato, come si fosse portato dietro dei seri problemi da risolvere. <<Ciao
Sergio>>, dice in fretta, poi scompare nella sua stanza, quindi torna
dopo pochi minuti, appoggia qualcosa in un angolo e sembra quasi voler
camminare avanti e indietro per indebolire il suo stato d’animo innervosito da
chissà che cosa. Lo osservo, non gli pongo alcuna delle domande che vorrei,
lascio che ritrovi il proprio equilibrio, che si metta maggiormente a proprio
agio, che si senta in condizioni almeno di scambiare due parole con me, sempre
ne abbia voglia. Infine, entra nel bagno e vi rimane per un lungo tempo. Quando
esce dice soltanto: <<Scusa, non ho voglia di parlare, credo che la cosa
migliore per me sia che mi chiuda dentro la mia stanza e lasci che i miei
pensieri si rimettano un po’ in fila>>. Gli faccio solo un cenno con la
mano, come a stabilire che capisco benissimo, e che non c’è problema per me, può
esattamente fare ciò che crede meglio, non sarò certo io a chiedergliene conto.
Così resto da solo a finire la mia birra, e penso che il mondo sia composto da
vinti e da vincitori, e certamente Renato non è certo tra questi ultimi.
Però mi
dispiace, dopo un lungo periodo trascorso durante il quale aveva mostrato un
grande equilibrio, sembra proprio che adesso viva alternativamente una giornata
sulle stelle e l’altra a terra. Impossibile aiutarlo, deve trovare da sé la
strada giusta, anche nei confronti di questa donna che ha iniziato a
frequentare. Il percorso sembra lo stesso che si instaura con i miei clienti, in
quanto io riesco soltanto a suggerire loro qualche cosa, ma il percorso vero poi
lo fanno da sé, sono loro che desiderano una maggiore sicurezza pur aleatoria, ed
alla fine è la loro vera volontà che manifestano, fino ad essere estremamente contenti
almeno di aver fatto una scelta, giusta o sbagliata come essa sia.
Bruno
Magnolfi
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