lunedì 17 febbraio 2025

Giusta o sbagliata.


            Sono tutti uguali, e probabilmente potrebbero pensare sempre le stesse cose monotone mentre cerco di spiegarmi. Ma io coi miei discorsi li incalzo, li guardo dritti negli occhi, non permetto loro di distrarsi mentre tento costantemente di non farli riflettere mai su qualcosa di diverso da quello che io fortemente desidero, ed anche da tutto ciò che io riesco ad instillare poco per volta nelle loro menti troppo calme e troppo lente per una persona decisa e preparata come me; e quindi la sicurezza, la tranquillità, la serenità, diventano immediatamente i temi che funzionano da semplice caposaldo di tutto ciò che dico, senza che direttamente risultino mai citati. Quando rallento con le parole è solo per permettere la formulazione nelle loro teste di alcune domande fondamentali che io tanto desidero, e per le quali ho già pronte tutte le risposte più adeguate, quelle che non permettono a nessuno a quel punto di sfuggirmi, e che sorprendentemente a loro invece appaiono le cose più intelligenti e perspicaci che riescono a cavare dal loro semplice concepire la giornata usuale che vivono e che desiderano in ogni modo conservare. <<Certo>>, dico a quel punto, <<avete tutto il diritto di immaginarvi anche una vita totalmente a rischio, ma non c’è nessuna buona ragione affinché tutto questo debba realmente accadere. Una valvola, un piccolo impianto, una spia che segnali un malfunzionamento, ecco quanto, ed ogni sonno nella vostra camera da letto diventa senza più preoccupazione alcuna>>. Già, riflettono a quel punto; con poco smettiamo di preoccuparci di molto, e anche subito, rispetto a quei piccoli problemi casalinghi a cui non abbiamo mai dato un gran peso.

            Così devono andare le cose: delegare a qualcuno che non siamo certo noi tutta la nostra inquietudine. Lasciare che sia un tizio esperto e ben riconoscibile ad addossarsi ogni possibile preoccupazione. A noi non rimane altro che goderci la giornata, senza pensieri, senza alcun altro intervento, stando molto lontani dai problemi che ci possono porre le brutte cose che sentiamo accadere ogni giorno da qualche parte. La nostra libertà è data da un muro solido che interponiamo tra la nostra tranquillità e tutto ciò che in un attimo potrebbe facilmente mettere in discussione questo sentimento, e la tranquillità finale è il maggior motivo trainante che ci porta a desiderare quella semplice sicurezza che il mondo d’oggi spesso ci rifiuta. Questi sono i pensieri finali dei miei clienti, quelle facili connessioni che nei loro cervelli poco sviluppati li fanno fortemente desiderare ciò che io propongo. Addirittura, mi ringraziano mentre firmano il contratto, ed è come se pensassero che il miglioramento delle proprie esistenze fosse già a disposizione in questo preciso momento, o comunque a portata di mano, pronto a giungere al loro domicilio senza alcuno sforzo, come una qualsiasi trasmissione televisiva, oppure come una pagina aperta sul loro terminale acceso.     

             Nessuno sforzo, nessun logoramento, il migliorare della propria condizione arriva subito, basta fornire adesso il proprio consenso, annuire di fatto a ciò che viene proposto nella sua intrinseca semplicità, nel suo meccanismo diretto, pronto a tener distante ogni attiva partecipazione. Poi rientra a casa Renato, così mi saluta, ma sembra preoccupato, come si fosse portato dietro dei seri problemi da risolvere. <<Ciao Sergio>>, dice in fretta, poi scompare nella sua stanza, quindi torna dopo pochi minuti, appoggia qualcosa in un angolo e sembra quasi voler camminare avanti e indietro per indebolire il suo stato d’animo innervosito da chissà che cosa. Lo osservo, non gli pongo alcuna delle domande che vorrei, lascio che ritrovi il proprio equilibrio, che si metta maggiormente a proprio agio, che si senta in condizioni almeno di scambiare due parole con me, sempre ne abbia voglia. Infine, entra nel bagno e vi rimane per un lungo tempo. Quando esce dice soltanto: <<Scusa, non ho voglia di parlare, credo che la cosa migliore per me sia che mi chiuda dentro la mia stanza e lasci che i miei pensieri si rimettano un po’ in fila>>. Gli faccio solo un cenno con la mano, come a stabilire che capisco benissimo, e che non c’è problema per me, può esattamente fare ciò che crede meglio, non sarò certo io a chiedergliene conto. Così resto da solo a finire la mia birra, e penso che il mondo sia composto da vinti e da vincitori, e certamente Renato non è certo tra questi ultimi.

            Però mi dispiace, dopo un lungo periodo trascorso durante il quale aveva mostrato un grande equilibrio, sembra proprio che adesso viva alternativamente una giornata sulle stelle e l’altra a terra. Impossibile aiutarlo, deve trovare da sé la strada giusta, anche nei confronti di questa donna che ha iniziato a frequentare. Il percorso sembra lo stesso che si instaura con i miei clienti, in quanto io riesco soltanto a suggerire loro qualche cosa, ma il percorso vero poi lo fanno da sé, sono loro che desiderano una maggiore sicurezza pur aleatoria, ed alla fine è la loro vera volontà che manifestano, fino ad essere estremamente contenti almeno di aver fatto una scelta, giusta o sbagliata come essa sia.

 

            Bruno Magnolfi  

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