lunedì 3 febbraio 2025

Persona differente.


            Lui cammina per strada, utilizzando comunque un passo sufficientemente veloce per non sembrare un qualsiasi sfaccendato, o privo di impegni. Quasi ogni pomeriggio fa così, chiude il suo studio verso le quattro, quando sua moglie ormai è a casa o insieme a qualche amica a spettegolare; trattiene in fondo alla mano la sua immancabile cartella quasi vuota, e poi prende per la via meno frequentata, rispondendo inizialmente a qualche saluto, e in seguito sprofondandosi nei propri pensieri. Il medico, d’altronde, gli ha detto chiaramente che la vita sedentaria sta minando seriamente la sua salute, e lui ha approfittato subito di questa specie di prescrizione per muoversi almeno un po’, e camminare così fino a non sentirsi completamente stanco, cioè all’orario di rientrare a casa per la cena. Ma non è questo il vero motivo che lo ha portato a questa scelta. Fino a qualche tempo fa lo studio del ragionier Carletti svolgeva un ruolo di consulente per l’assessorato al lavoro e al personale dell’Amministrazione Comunale della città, e questa era la fetta più pesante e corposa del suo lavoro. Ma dopo le elezioni locali si è rapidamente cambiato sindaco e giunta, ed i suoi servigi sono diventati improvvisamente non necessari. D’altra parte, è vero che oggi ci sono in giro degli studiosi, dei grandi economisti, degli individui commercialisti laureati con tanto di studi superiori svolti a Parigi o in Inghilterra, ed un consulente come lui, semplicemente ragioniere diplomato, è diventato ai loro occhi del tutto superfluo. Ma la ragione più profonda lui sospetta che sia da accreditare al suo lontano passato di vago simpatizzante politico per la parte avversa a questa Amministrazione Comunale, per cui adesso non può far altro che accettare i fatti.

            Il lavoro del suo studio è diventato così quello di occuparsi delle semplici dichiarazioni dei redditi di qualche negoziante del quartiere, e gli ultimi acquisti tra i nuovi clienti sembrano essere soltanto certe associazioni di volontariato con mille dubbi fiscali ma spesso anche prive di risorse, e per questo motivo delle cattive pagatrici. Ma il ragioniere non si perde d’animo, cammina e riflette intensamente su quello che gli è possibile attivare per riprendere un po’ di quota, anche se uno dei giorni a venire dovrà iniziare inevitabilmente a parlarne con sua moglie, la sua segretaria, avanti che lei si accorga del suo perder tempo nei pomeriggi, e spiegarle in poche parole che lo studio non sta andando del tutto a gonfie vele, e che qualcosa dovrà essere ripreso in esame nella loro vita lavorativa e coniugale. Sarà quello probabilmente il momento più doloroso della sua carriera, e lui farebbe di tutto per allontanarlo, anche se è ben consapevole della realtà. Intanto cammina, e così lascia alle spalle qualcosa che non desidera affrontare, e se incontra qualcuno che conosce può ancora dimostrare, vestito in completo grigio e cravatta colorata, di recarsi ad un appuntamento di lavoro là vicino, lungo qualsiasi strada si trovi a passare, testimone la sua immancabile cartella per i documenti.      

            Andavano bene le cose quando convinse sua moglie a lasciare l’impiego presso il Comune, e in seguito a sostituire nel suo studio la segretaria dell’epoca di cui si era mostrata un po’ gelosa. Adesso avere quello stipendio per la loro famiglia sarebbe proprio l’ossigeno che è venuto a mancare poco per volta, e per quanto riguarda la sua attività potrebbe mandare avanti le poche pratiche anche da solo. Se soltanto avesse avuto uno sguardo più attento forse ora non si troverebbe in questa situazione. Poi il ragioniere incontra una persona che conosce, che lo ferma, che gli chiede qualcosa della sua attività e delle sue conoscenze in ambito tributario. Lui spiega ben poco, cerca di rimanere sul vago, e sta quasi per dire che ha un appuntamento, e che adesso deve proprio andare, ma l’altro insiste: <<Dobbiamo tutti piegarci ai nuovi dettami dell’attuale giunta>>, dice subito quello sorridendo, come fosse perfettamente a conoscenza delle difficoltà in cui versa il suo studio di commercialista, e lui resta senza parole per un attimo, poi dice: <<Ma certo, è l’unica maniera per uscire da questa situazione>>, mormora senza troppa convinzione.

            Poi si salutano, e il ragioniere riprende la stessa direzione conservando il passo di prima, anche se al momento avrebbe proprio voglia di sedersi e di riflettere meglio a quelle parole che ha ascoltato. In fondo non sarebbe un’abiura vera e propria dare una pedata al suo scarso impegno politico di quando era molto più giovane, pensa. Magari è più semplice di quanto possa sembrarmi in questo momento: <<Si tratta di farsi vedere qualche volta nel Palazzo Comunale, di mostrarsi sorridente e disponibile, forse di prendere una tessera del partito di maggioranza e recarsi a qualche riunione indetta sui temi più vicini al mio lavoro>>. No, non è difficile, anche se si tratta certamente di fare qualche compromesso, ma ne va di mezzo la sua attività, è evidente, e questo non può dimenticarlo. Poi si siede sopra una panchina, guarda per un attimo qualcosa sul muro che ha di fronte, e quando torna a rimettersi in piedi, sa che nelle sue scarpe sta camminando una persona già differente.

 

            Bruno Magnolfi      

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