sabato 8 febbraio 2025

Scarsa contentezza.


            Il martedì generalmente è la giornata con l’orario più lungo per gli impiegati dell’Amministrazione Comunale, che ritornano sulle scrivanie nel pomeriggio a svolgere le loro mansioni a seguito della normale mattinata, e Renato Nesti, dopo una breve telefonata interna al piano inferiore del palazzo verso la collega Monica, si è accordato per andare a pranzo con lei in un localetto poco distante dal luogo di lavoro. <<Vieni con noi a mangiare?>>, chiede a lui in tarda mattinata un collega di stanza con una certa malizia, immaginando la probabile risposta. <<No, grazie>>, risponde difatti Renato con orgoglio. <<Mi vedo con Monica Moroni del primo piano, andiamo insieme probabilmente al Caffè dei Forti, abbiamo già prenotato un tavolo>>. Il collega annuisce, ci pensa ancora un momento, poi fa: <<Ma allora sembra sia proprio una cosa seria la vostra>>. Renato non risponde, a dire la verità si sente personalmente molto soddisfatto ultimamente di quel riuscire a farsi vedere in giro con lei, anche se ancora non si sente del tutto sicuro di poter dire a voce alta che Monica è la sua fidanzata. Lei è ancora un po’ sfuggente, almeno certe volte, anche se ormai lascia che le cose tra loro due vadano avanti senza tanti intoppi. Renato Nesti ovviamente è felice di come si sta sviluppando la storia tra di loro, ma anche dopo averne riparlato con Sergio, il coinquilino con cui divide il proprio appartamento da quasi tre anni, ha deciso di non essere più troppo ansioso come agli inizi, e di non forzare mai le cose con lei, per nessun motivo.

            In ogni caso, soltanto sapere di sedersi tra poco con Monica, di guardarla negli occhi e di poterle parlare di tutto quello che gli sembra più appropriato alla situazione, e soprattutto di ascoltare la voce pacata di lei mentre racconta le sue piccole cose di ogni giorno disegnando con brevi frasi il proprio presente, e mettendo avanti le opinioni, i pensieri, le idee, senza mai riferirsi al passato, come fa sempre, o a cose troppo importanti, ma soltanto tenendo in piedi una conversazione leggera, senza troppo impegno, tutto ciò fa sentire Renato una persona fortunata, quasi immerso in una favola. Osserva l’orologio, ormai sta contando persino i minuti che lo separano dal loro incontro, quindi si alza dalla sua scrivania, va nel corridoio dove in questo momento non c’è nessuno, osserva per un attimo qualcosa al di fuori dei grandi finestroni luminosi, e quando torna a sedersi al suo posto di lavoro, sente d’improvviso, con la fiducia che sempre conserva chi spesso sente di essere un grande ottimista per gli accadimenti del futuro, che tutto andrà bene nel prossimo periodo, e che le cose poco per volta si sistemeranno in coerenza con i desideri suoi e soprattutto della sua Monica. Niente potrà andare storto, pensa ancora mentre si siede; niente.

            I suoi due colleghi di stanza sorridono, forse comprendono perfettamente che cosa stia passando nella sua mente, e ritenendosi persone posate, con una famiglia formata ciascuno, ormai fuori da quei giochi che stanno invece avvinghiando Renato Nesti, ritengono che i suoi pensieri e le sue emozioni giungano un po' troppo in ritardo per una persona come lui di quasi quarant’anni. Ma dietro alle loro espressioni leggermente ironiche forse c’è anche la supposizione che il loro collega stia come inserendo, in una storia leggera e banale, proprio come sembrerebbe quella iniziata da poco con la Moroni, una esagerata capacità emozionale, e forse persino delle eccessive aspettative. Magari, dicono a volte tra loro mentre sono intenti alla pausa del caffè, al Nesti manca proprio il senso del limite, considerato che secondo il parere di tutti lui sia capace di prendere qualsiasi cosa anche troppo sul serio, persino le sciocchezze più evidenti, e che forse in Renato risulta del tutto assente la percezione esatta del ridicolo. Perciò lo prendono in giro, senza una esagerata malizia, ma cercando in questa maniera anche come farlo ritornare ogni tanto con i piedi sulla terra di tutti quanti.

            Infine, giunge l’orario di pausa pranzo, e Renato indossa la giacca con una calma quasi forzata, controlla di aver tutto nelle tasche, ed infine si avvia al piano inferiore, cercando di respirare regolarmente e di affrontare quei gradini con tutta la normalità di cui è capace. Ma dopo aver sceso soltanto il primo scalino, torna indietro, e si dirige nel bagno, dove velocemente si lava energicamente le mani e controlla che sulla sua faccia o nei capelli non ci sia niente che non sia del tutto a posto. Infine, riprende la discesa, e trova Monica sul vasto pianerottolo mentre sta parlando di chissà che cosa con una delle sue colleghe, tanto che si ferma ad un paio di metri di distanza per non disturbarle, e nell’attesa che loro due abbiano terminato. <<Viene anche lei a pranzo con noi>>, dice con determinazione Monica Moroni, e Renato, se anche non si sente improvvisamente del tutto deluso, in ogni caso non riesce ad essere molto contento della novità.

 

            Bruno Magnolfi

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