La
donna era scesa al bar per prendersi un caffè. Con lentezza aveva osservato a
lungo i presenti, poi aveva pagato ed era uscita. Lungo il marciapiede tutte le
persone che incontrava le sembravano dei nemici. Non nel senso che quei
passanti volessero il suo male, ma nemici con la loro indifferenza, con il
distacco, con l’evidente volontà di ognuno di essere estraneo a tutti gli
altri. Forse lei avrebbe avuto bisogno di parlare, di scambiare con qualcuno le
sue idee, le sue preoccupazioni, ma sopra a quel marciapiede era come se fosse
stata da sola. Mise la chiave nel portone e ritornò in casa, nelle sue stanze
solitarie. Si sedette al tavolo e giocherellò con i fiori secchi dentro al
grande vaso sopra al tavolo. Poi si alzò, prese con calma quel vaso con tutti i
fiori secchi e si accostò ad una finestra. Attese l’attimo in cui non passava
nessuno in strada, sopra al marciapiede, e poi lo lasciò andare. Non passò
molto, e qualcuno salì le scale di corsa fino al terzo piano, ma lei, che aveva
lasciato la porta socchiusa, si fece trovare seduta, tranquilla, senza un’ombra
di pensiero.
Bruno
Magnolfi
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