giovedì 7 maggio 2009

Solitudine.



La donna era scesa al bar per prendersi un caffè. Con lentezza aveva osservato a lungo i presenti, poi aveva pagato ed era uscita. Lungo il marciapiede tutte le persone che incontrava le sembravano dei nemici. Non nel senso che quei passanti volessero il suo male, ma nemici con la loro indifferenza, con il distacco, con l’evidente volontà di ognuno di essere estraneo a tutti gli altri. Forse lei avrebbe avuto bisogno di parlare, di scambiare con qualcuno le sue idee, le sue preoccupazioni, ma sopra a quel marciapiede era come se fosse stata da sola. Mise la chiave nel portone e ritornò in casa, nelle sue stanze solitarie. Si sedette al tavolo e giocherellò con i fiori secchi dentro al grande vaso sopra al tavolo. Poi si alzò, prese con calma quel vaso con tutti i fiori secchi e si accostò ad una finestra. Attese l’attimo in cui non passava nessuno in strada, sopra al marciapiede, e poi lo lasciò andare. Non passò molto, e qualcuno salì le scale di corsa fino al terzo piano, ma lei, che aveva lasciato la porta socchiusa, si fece trovare seduta, tranquilla, senza un’ombra di pensiero.

Bruno Magnolfi



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