Il vecchio
amava sedersi sopra a un muretto e ripensare con calma alle cose del mondo.
Spesso pensava a tutte le persone che aveva conosciuto, a quelle ragazze carine
che gli avevano sorriso quando era in gioventù. Non c’era niente di male a
ripensare con calma quei ricordi che gli emergevano da dentro alla mente, senza
neanche uno sforzo, quando si trovava da solo, lì, sopra a quel vecchio muretto
di pietre. Qualcuno dalla strada passava e allora gli faceva un saluto vedendolo
così assorto dietro a qualcosa che nessuno di loro avrebbe mai immaginato. Il
vecchio ricambiava volentieri il saluto come scendendo per un attimo assieme ai
comuni mortali, poi ritornava alla svelta in quel suo paradiso. No, non c’era
proprio niente di male in quella sua debolezza, riviveva le cose che aveva
conosciuto durante la vita proprio così come beveva l’acqua fresca a una fonte
lungo la strada di casa, e si sentiva contento, abbeverato. Gli altri avrebbero
certo voluto levargli quei sogni, i ricordi, quei pensieri che sempre si
spingevano dentro a quei volti e a quei gesti della sua gioventù. Ma erano
suoi, erano il coronamento della sua vita, e adesso mostravano solo quello che
era stato e forse anche quello che avrebbe potuto essere, se solo avesse
cercato di spingere più avanti i suoi sogni, se solo ci avesse creduto di più
quand’era il momento, o se gli altri gli avessero dato un po’ più di fiducia.
Quando lo trovarono morto sopra a quel muro, qualcuno forse pensò che non
meritava di morire da solo in un posto così anonimo e insignificante, ma il
vecchio fino alla fine sapeva dentro di sé di morire contento, in mezzo alle
cose che comunque erano state per lui tutta la vita.
Bruno
Magnolfi
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