martedì 9 giugno 2009

Assemblea.



I primi dissensi sugli argomenti di fondo si manifestarono quando qualcuno disse tra i denti che così non si sarebbe andati lontano. Le ultime riunioni erano scivolate via in modo tranquillo ma probabilmente era stata soltanto calma apparente. La sostanza cambiò durante l’ultima assemblea generale. “In questa associazione trovo che ormai l’interesse individuale abbia soppiantato quello pubblico”, disse uno appena avuta la parola; “perciò dichiaro che da questo momento tramonta la mia esperienza con voi”. Ecco, fu come aver rotto la diga, tutti da quel momento si dichiararono solidali con quella presa di coscienza iniziale, e i più lo fecero in maniera verbalmente violenta, autoritaria, quasi come se fino ad allora non si fossero accorti di niente, o non volessero rimanere tra quelli più silenziosi che pensavano a come salvare il salvabile. Alcuni dissero che se l’erano immaginati fin dall’inizio che tutto prima o poi sarebbe andato per quel verso, però ci furono altri che fecero notare quanto interesse individuale ci fosse nelle parole di chi si indignava per l’interesse individuale degli altri, e così tutto quanto divenne un inestricabile continuo distinguere e distinguersi gi uni dagli altri, fino a trovare posizioni leggermente diverse e isolate per ciascuno di coloro che prendeva la parola e spandeva sugli altri la propria dichiarazione. A fine assemblea a terra rimasero una moltitudine incredibile di stampe, di fogli, fogliacci di carta, appunti strappati e tessere usate, mozziconi di sigaro e sigarette di ogni tipo e misura, gomme già masticate, penne, lapis, e altre cianfrusaglie rotte e inservibili. Il personale incaricato di svolgere le pulizie non capì cosa fosse accaduto là dentro, però tutti loro compresero subito che l’impegno richiesto per far ritornare tutto pulito era tanto, e forse persino superiore alle loro piccole forze.

Bruno Magnolfi


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