domenica 7 giugno 2009

Uscire da casa.



            “E’ meglio per tutti se smetti di lamentarti continuamente dei tuoi malesseri esistenziali”, disse lei.
“Certo”, rispose lui, “provoca sempre un certo fastidio quando qualcuno cerca onestamente di esprimere i proprio disagi in mezzo a della gente che è abituata ad ammalarsi a comando, a seconda di ciò che vuole ottenere”.
“Non dire idiozie, sei senza spina dorsale, ed è questo il tuo principale problema: non riesci ad affrontare i problemi, la quotidianità, le normali difficoltà che abbiamo tutti”.
“No, non è così”, riprese lui. “Tutto parte dalla differente sensibilità con cui sentiamo le cose”.
“Va bene”, rispose lei sistemando alcune stoviglie in cucina, “ma ciò rafforza comunque il comportamento lamentoso e inconcludente che hai”.
“Ma non potrei essere in altra maniera, a patto di non frustrare i miei istinti e la mia personalità”.
“Questo è vero, ma tutti quanti noi siamo sulla terra con il compito di migliorare e correggerci. Non ti dico di essere completamente diverso da come sei, ma trovare un equilibrio più stabile e una maniera per non apparire così pessimista come ti ritrovi, a noi che abbiamo la sventura di viverti attorno, ce lo devi un comportamento migliore”, concluse ironica sbattendo un cassetto. Lui sul momento non ebbe da rispondere niente. Non era la prima volta che affrontavano quegli argomenti, ma a lui pareva impossibile che si ergesse ogni volta un muro di incomunicabilità invalicabile. C’era stato anche di peggio. C’erano state delle volte in cui lei si era messa in mente un qualcosa che con qualsiasi razionalità era diventato impossibile smontare. In difesa delle sue convinzioni, poi, lei diventava aggressiva, denigrava le maniere e i comportamenti di lui, perdeva la testa.  Così, quella sera, lui disse soltanto: “Non importa, hai ragione; la cosa migliore è che esca e mi svaghi”.

Bruno Magnolfi


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