In
fondo, non avevano alcuna importanza tutte le parole che adesso erano state
impiegate per quella faccenda: si erano come neutralizzate da sole,
scontrandosi tra loro alla ricerca del concetto più forte o fondante da
esprimere. Le parole rimanevano comunque una bella materia da usare e plasmare.
Ci si irrigidiva, certe volte, anche per una sciocchezza; in altri casi, al
contrario, tutto sembrava già detto, come fosse scontato, anche se non ne aveva
mai parlato nessuno. Il dibattito era stato comunque fruttuoso, ed anche se la
voglia era quella di arretrare di un passo e smetterla di parlare di tutto con
tutti, in realtà le parole continuavano lentamente a fluire, come sempre
avevano fatto. Sonia si era voltata verso di lui al tavolino del chiosco
all’aperto, e lui aveva considerato quel gesto un’apertura e un confronto. Un
mese più tardi gli sembrava che non esistesse niente oltre lei, e in ogni pur
piccola fase del giorno in cui Sonia non c’era, lui ripensava a tutte le parole
che lei aveva appena finito di dire. Questa la materia fondante, questo il
materiale di scavo e di costruzione: le sue parole, nient’altro che quelle.
Bruno Magnolfi
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