giovedì 4 giugno 2009

Gesto di sfida.



            Il treno si era fermato alla stazione all’orario previsto, e la ragazza, con una piccola valigia ordinaria, era salita assieme ad altre quattro o cinque persone. Non aveva nessuno da salutare dal finestrino, così si era seduta nel primo posto che aveva trovato e quando il treno fischiando si era rimesso in movimento, lei era impegnata a sfogliare la rivista che aveva comperato all’edicola. Stava andando in città dalla zia, per almeno una decina di giorni, ma non era una visita di piacere, e neanche una vera e propria vacanza. Un uomo in paese si era invaghito di lei, un certo Giannelli, e siccome era in vista e pieno di soldi, il suo capriccio sembrava inarrestabile, anche se lei era ancora minorenne. Suo padre, per non dover affrontare la situazione in modo più deciso, aveva escogitato quel piccolo viaggio, e secondo lui con quel pur breve periodo di assenza le cose avrebbero potuto riprendere il corso di quelle normali. Dopo mezz’ora la ragazza aveva chiuso la rivista ed era uscita nel corridoio, giusto per guardarsi un po’ attorno. Era stato in quel momento che aveva visto il Giannelli dall’altra parte del vagone: non c’era dubbio, l’aveva seguita, non poteva essere un caso. Rientrò nello scompartimento pensando al da farsi, poi uscì di nuovo per cercare di incrociare lo sguardo con lui. Il Giannelli la vide e lei fece un cenno come per essere raggiunta. Lui, che in fondo era soltanto un timido ragazzone poco meno che trentenne, goffo e impacciato, però figlio di una famiglia di imprenditori, fino ad allora non era stato capace di prendere alcuna iniziativa se non quella di dire a tutto il paese del suo amore per lei. Lei praticamente non lo aveva neanche mai salutato per strada, ma adesso voleva fare le cose in maniera diversa. Si era spostata, mentre il Giannelli stava andando verso di lei, in fondo al vagone, dove non c’era nessuno, e appena sentì la presenza di lui alle sue spalle si girò, e tirandolo per la camicia si fece baciare senza che lui si aspettasse minimamente quel gesto. Di più, mentre continuava a sbaciucchiargli la bocca, pur non avendo alcuna pratica in quelle faccende, gli mise una mano aperta sui pantaloni, scioccandolo. Poi si staccarono. Il Giannelli era rimasto senza parole, probabilmente si era immaginato una ragazza del tutto diversa, così bofonchiò qualcosa di poco chiaro e ritornò velocemente da dove era arrivato. Per la ragazza la decina di giorni dalla zia fu una vera e propria vacanza, e per tutto il periodo si sentì orgogliosa di sé come mai si era sentita.

            Bruno Magnolfi


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