mercoledì 3 giugno 2009

Corsa irragionevole.



            L’uomo era ormai senza fiato. Aveva corso come un pazzo lungo la spiaggia dietro all’idea che lo avessero fregato di nuovo. Aveva corso dei rischi pazzeschi per portare quella partita di cocaina grezza fin lì: non era il suo campo, anzi, gli rivoltava lo stomaco far cose del genere. Ma i creditori lo tallonavano e lui non aveva trovato di meglio se non quel traffico sporco per mettere assieme quei soldi che gli avrebbero permesso di tirare un po’ il fiato. Il contatto con quelli del motoscafo era per la sera seguente, così lui aveva preso una camera in un alberghetto e si era sdraiato senza porsi problemi. Era stata la cameriera, quando aveva bussato alla porta, ad avvertirlo che qualcuno lo aveva cercato, ma siccome c’era la chiave nel casellario, il portiere aveva risposto che il cliente era fuori. Era un vecchio trucchetto quello di rimettere a posto la chiave, evitava dei guai, come in quel caso. Ma nessuno sapeva che lui era lì, se non i suoi fornitori. Era volato di corsa alla stazione dei treni con la ricevuta del bagaglio che aveva lasciato in deposito, e aveva scoperto che era stato già ritirato. Avevano anticipato l’appuntamento, lo avevano trattato come uno straccio, lui che solo per necessità si era piegato a fare il corriere. Però aveva bisogno disperato di soldi, così era corso verso il luogo previsto, anche se non c’era da aspettarsi un bel niente, anzi. Ma al punto in cui era arrivato tanto valeva tentare quell’ultima carta. Le sue scarpe erano affondate anche troppo nella sabbia morbida e fresca, la fatica della corsa lo aveva immediatamente sfiancato. Quando vide in lontananza il segnale seppe che erano arrivati, quelli del motoscafo erano lì, con i soldi. Doveva parlare con loro e con gli altri, farsi riconoscere la parte che era stata concordata fin dall’inizio, ma quel molo era ancora lontano e lui non aveva più fiato. Cadde lì, sul bagnasciuga, privo di sensi, e quella buona mezz’ora che gli ci volle prima di rimettersi in piedi fu sufficiente a fargli perdere tutto.

            Bruno Magnolfi


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