L’albergo
era piccolo, quando arrivava un cliente doveva suonare ripetutamente e a lungo il
campanello sopra lo scrittoio, perché la proprietaria, la signora Rosa, era
sempre ai piani superiori indaffarata ad aiutare la cameriera. Quel mattino le
cose non furono diverse, e l’ingegnere incaricato dalla Provincia di effettuare
dei rilievi in quella zona, attese con fiducia che qualcuno rispondesse ai suoi
richiami, forte della sua prenotazione telefonica. La sua camera non era molto
grande, ma a lui piaceva quell’arredamento semplice, quasi essenziale. Disfece
i bagagli, sistemò qualcosa, infine raggiunse, con la sua auto carica di
strumenti, il magazzino dove si doveva incontrare con la squadra degli operai,
ai quali c’era da spiegare compiti e mansioni, in modo da iniziare i lavori
quanto prima. La cena nella saletta ristorante dell’albergo era divertente e
familiare, con un televisore acceso in un angolo e tutti che parlavano a voce
tanto alta da neutralizzarne gli effetti. L’ingegnere parlava volentieri con
Rosa e le spiegava i lavori che svolgeva nei terreni attorno al paese. Era così
caldo e accogliente quel posto che veniva voglia di passarci l’intera serata a
parlare e a scambiare battute di spirito. Fu solo dopo alcuni giorni che le
cose cambiarono. Rosa gli disse che alcuni proprietari della zona erano andati
da lei a dirle che era un sopruso quello che la Provincia stava facendo nei
loro confronti, e lei non voleva entrare in quelle questioni, ma se le acque
non si fossero presto calmate, era costretta a chiedergli di cercare una
sistemazione diversa. L’ingegnere rimase turbato, si prese un giorno di tempo
prima di affrontare le cose, studiò a fondo le carte e le confrontò con i
terreni oggetto di discussione, infine chiese alla signora Rosa di farlo
incontrare con quelle persone che si erano tanto lamentate delle decisioni
della Provincia. Si ritrovarono lì, nella saletta del ristorante, nel
pomeriggio, e l’ingegnere ascoltò le ragioni dei proprietari, mise avanti gli
interessi del bene pubblico portati avanti dalla Provincia, e alla fine,
cercando un accomodamento già nei modi e nelle parole adoprate, disse che
avrebbe studiato alcune modifiche volte a non danneggiare nessuno. Durante la
notte qualcuno tirò un sasso in una finestra dell’albergo di Rosa, ed il
mattino seguente tutto il paese era dispiaciuto di quanto stava accadendo. L’ingegnere
si chiuse nell’ufficio del magazzino della Provincia, fece diverse telefonate
lunghe e concitate, e infine lavorò a fondo senza uscire da dentro prima di
aver messo a punto un compromesso accettabile. L’incontro con i proprietari
avvenne nella solita saletta del ristorante, e in breve tutti i presenti
accettarono le condizioni portate avanti dall’ingegnere. Ogni discussione fu presto
portata a compimento, l’ingegnere si offrì di ripagare la finestra dell’albergo
sfondata, e alla fine una bicchierata generale costituì il miglior fondamento
dell’accordo trovato, naturalmente in presenza della signora Rosa, felice di
poter conservare quel cliente così bravo ed affabile.
Bruno
Magnolfi
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