martedì 26 gennaio 2010

Un raro cliente.

            

            L’albergo era piccolo, quando arrivava un cliente doveva suonare ripetutamente e a lungo il campanello sopra lo scrittoio, perché la proprietaria, la signora Rosa, era sempre ai piani superiori indaffarata ad aiutare la cameriera. Quel mattino le cose non furono diverse, e l’ingegnere incaricato dalla Provincia di effettuare dei rilievi in quella zona, attese con fiducia che qualcuno rispondesse ai suoi richiami, forte della sua prenotazione telefonica. La sua camera non era molto grande, ma a lui piaceva quell’arredamento semplice, quasi essenziale. Disfece i bagagli, sistemò qualcosa, infine raggiunse, con la sua auto carica di strumenti, il magazzino dove si doveva incontrare con la squadra degli operai, ai quali c’era da spiegare compiti e mansioni, in modo da iniziare i lavori quanto prima. La cena nella saletta ristorante dell’albergo era divertente e familiare, con un televisore acceso in un angolo e tutti che parlavano a voce tanto alta da neutralizzarne gli effetti. L’ingegnere parlava volentieri con Rosa e le spiegava i lavori che svolgeva nei terreni attorno al paese. Era così caldo e accogliente quel posto che veniva voglia di passarci l’intera serata a parlare e a scambiare battute di spirito. Fu solo dopo alcuni giorni che le cose cambiarono. Rosa gli disse che alcuni proprietari della zona erano andati da lei a dirle che era un sopruso quello che la Provincia stava facendo nei loro confronti, e lei non voleva entrare in quelle questioni, ma se le acque non si fossero presto calmate, era costretta a chiedergli di cercare una sistemazione diversa. L’ingegnere rimase turbato, si prese un giorno di tempo prima di affrontare le cose, studiò a fondo le carte e le confrontò con i terreni oggetto di discussione, infine chiese alla signora Rosa di farlo incontrare con quelle persone che si erano tanto lamentate delle decisioni della Provincia. Si ritrovarono lì, nella saletta del ristorante, nel pomeriggio, e l’ingegnere ascoltò le ragioni dei proprietari, mise avanti gli interessi del bene pubblico portati avanti dalla Provincia, e alla fine, cercando un accomodamento già nei modi e nelle parole adoprate, disse che avrebbe studiato alcune modifiche volte a non danneggiare nessuno. Durante la notte qualcuno tirò un sasso in una finestra dell’albergo di Rosa, ed il mattino seguente tutto il paese era dispiaciuto di quanto stava accadendo. L’ingegnere si chiuse nell’ufficio del magazzino della Provincia, fece diverse telefonate lunghe e concitate, e infine lavorò a fondo senza uscire da dentro prima di aver messo a punto un compromesso accettabile. L’incontro con i proprietari avvenne nella solita saletta del ristorante, e in breve tutti i presenti accettarono le condizioni portate avanti dall’ingegnere. Ogni discussione fu presto portata a compimento, l’ingegnere si offrì di ripagare la finestra dell’albergo sfondata, e alla fine una bicchierata generale costituì il miglior fondamento dell’accordo trovato, naturalmente in presenza della signora Rosa, felice di poter conservare quel cliente così bravo ed affabile.   


            Bruno Magnolfi

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