Sto
da solo in questa mia cuccia calda, e penso a tutto il mondo che lentamente
continua a muoversi, a girare indifferente per conto suo, senza che questo
abbia minimamente qualcosa a che fare con le mie idee, i miei propositi, la mia
maniera di essere. Certe volte, senza che ne sia preoccupato, sento che
qualcuno cerca di tenermi d’occhio, aspetta solo che io faccia qualcosa di
strano, che mi comporti in maniera inadatta, lo sanno tutti che non ci si può
aspettare molto da me, ho già avuto dei piccoli problemi in passato, ma proprio
per questo io lascio perdere tutte le loro congetture, e resto qui, come se il
loro osservarmi non mi riguardasse minimamente.
Non
credo che qualcuno si preoccupi di venire davvero a cercarmi, e per me il solo
sapere che tutti mi passano quasi vicino, proprio davanti, senza che nessuno di
loro riesca a vedermi, ad immaginare minimamente che io sia qui, rintanato in
questo posticino perfetto, dove mi sento a mio agio, capace di stare al di
fuori del mondo e di poter osservare ogni dettaglio di ciò che succede, ecco,
questa per me è la sensazione migliore che potessi provare. Non mi importa di
nulla, di nient’altro, se non di starmene qui, senza che nessuno se lo immagini.
Sorrido mentre guardo la gente sui marciapiedi da dietro queste inferriate.
Esco,
certe volte, da questa cantina buia e abbandonata, ma solo la sera, quando
nessuno può riconoscermi, e allora vado a rivedere quei luoghi che più mi
piacciono, quelli a cui mi sento più affezionato. Qualcuno mi guarda, per via
dei vestiti malconci, a qualcun altro chiedo uno spicciolo, senza insistenza,
quasi per non perdere quella abitudine. Compro qualcosa da mangiare,
nient’altro, perché di niente sento di avere bisogno. Poi torno svelto a
sistemarmi all’interno della mia cuccia.
Da
dietro la grata osservo la sera scorrere come sempre, ascolto i passi di chi
transita sul marciapiede, immagino la fretta, o l’indolenza, oppure la
serenità. Mi sento tranquillo, qui non potranno trovarmi, e questa per me è la
cosa più importante di tutte. Certe volte riesco a comprendere frasi e parole
che le persone si scambiano passando proprio qui accanto: parlano delle loro
attività, dei loro modi di pensare, a volte di quello che faranno domani, o
chissà quando. Mi stupisco delle loro apparenti certezze, e a volte rido della
loro incapacità di rendersi conto: sono come dei bambini, innocenti, non adatti
a proseguire ciò che credono di fare; si ingannano tra loro inconsapevolmente, e
c’è senz’altro chi approfitta della loro inadeguatezza.
Mi
sento felice del poter starmene fuori da tutta questa bolgia, solo io riesco ad
avere un’opinione obiettiva sulle cose, di questo sono sicuro, e quando certe
volte mi addormento tra i cartoni e le coperte vecchie, mi sento a posto, come
mai mi sono sentito durante la mia vita. Su questo muro, sotto la grata,
scriverò uno di questi giorni il mio testamento, il mio pensiero su tutti
coloro che mi sono passati accanto senza neanche saperlo: sarà per loro una
sorpresa, un rendersi conto che c’era qualcos’altro che non avevano minimamente
immaginato.
Bruno
Magnolfi
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