Lui non crede nella possibilità di
essere diverso da com’è, anche se ogni tanto ci pensa; ci riflette volentieri
qualche volta su questa cosa, ma solo per convincersi che non può essere altro
che così, e solo pensarci lo fa sentire già meglio, giustificato nel suo modo
di essere, convinto di quanto ogni volta comprende di sé. Quando esce dal suo
lavoro si ferma sempre a salutare gli amici in una bettola lungo la strada: gli
piace ridere e dare delle gran pacche sulle spalle di tutti, per lui sono gesti
importanti, come sapere di non essere soli, che esiste una certa solidarietà, e
che almeno là dentro alcuni valori sono condivisi dagli altri.
Lei lo attende a casa da sola e poi lo
punzecchia ogni volta che può, gli dice che in quel locale che a lui piace
tanto ci sono soltanto dei semplicioni che non capiscono niente, e le pare
impossibile come lui possa ancora confondersi con certe persone. Gli dice che
c’è bisogno di crescere durante la vita, mettere a punto nuovi valori, maturare
le idee, trasformare la propria personalità mediante un processo di
rinnovamento continuo, qualcosa che porti chiunque di noi ad abbandonare certe
abitudini e magari sostituirle con altre di maggiore valore.
Lui lascia dire, ma quando è sotto
la doccia ci pensa, si insapona i corti capelli e lascia che l’acqua gli scorra
sopra la faccia, come il simulacro di un rinnovamento che forse vorrebbe:
mentre si asciuga ha già pronto qualcosa da dire, una frase delle sue, qualcosa
di divertente, giusto per togliere la pesantezza dei discorsi difficili che lei
affronta qualche volta. La guarda, le dice: mica mi avrai preso per un
cervellone che complica qualsiasi stupidaggine, vero? Lei sorride, lo
abbraccia, stasera cena speciale, dice, poi tutto riprende l’andamento di
sempre.
Lei qualche volta si sente nervosa,
le piacerebbe che le cose tra loro scorressero meglio, che ci fosse un’intesa
maggiore, ma spesso si accorge che soltanto da parte sua c’è questo sforzo, e
che lui non si accorge di niente, ed è sicura che alla lunga il loro rapporto
si complicherà proprio per questo. Ha provato ad andare in giro con lui e con i
suoi amici del bar qualche volta, ma le è sembrato quasi un altro pianeta, una
dimensione lontana da sé, della quale non riesce a spartire quasi niente. Lo ha
guardato con occhi diversi, in quei casi, e purtroppo si è accorta che lui è
perfettamente a suo agio con loro, tranquillo, e questo l’ha quasi ferita.
Lui si sente dolce con lei certe
volte, quasi sentimentale. Gli piace quando le cose arrivano fino a quel punto,
sa che niente può sostituire quello che prova quando scatta quel meccanismo tra
loro, tanto che è come se niente avesse valore attorno a quei meravigliosi
momenti. La stringe a sé, quasi vorrebbe che i loro pensieri si unissero,
niente è paragonabile a quello che prova. Si sente disposto a promettere
qualsiasi cosa lei voglia, non gli importa di altro, solo di lei e del loro
starsene insieme così, senza che niente possa dividerli, qualsiasi cosa succeda.
Lei una sera lo guarda un po’ di
traverso, dice che è stufa di molte cose, ma soprattutto non riesce più a
sopportare che tutto continui sempre nella stessa maniera, che non cambi
niente, che le cose proseguano con monotonia, quasi che i giorni fossero fotocopie
l’uno dell’altro. Persino fermarsi ogni sera in quel solito stupido locale è
un’abitudine insostituibile, dice, le pare persino impossibile che non si trovi
mai qualcosa di diverso nel ciclo dei giorni, delle settimane e dei mesi. Le
dispiace, prosegue, ma lei non si sente più assolutamente disposta a proseguire
così: è la sua vita, dice, e dalla mia vita mi attendo qualcosa di meglio.
Lui abbassa lo sguardo, si sente le
mani ancora sporche perché è uscito da poco dal suo lavoro, però se potesse vorrebbe
quasi tornarsene indietro, magari cambiare qualcosa di quegli ultimi giorni,
sostituire il suo comportamento con un altro più adatto, adesso sa che avrebbe
potuto anche farlo, ora che si rende conto che era stato avvertito, che avrebbe
dovuto combinare qualcosa invece di starsene lì con lei a fare il sentimentale
e nient’altro: non ha niente da dire, non c’è niente da dire, si è formata
un’incrinatura tra loro e forse non ci sarà più niente di possibile per
ripararla.
Lei esaurisce in fretta i suoi
argomenti, non c’è altro da dire, le cose non hanno funzionato, pensa tra sé,
finiamola qui, è meglio, prima che tutto questo divenga soltanto un’assurda
malattia.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento