Ci sono circa venti centimetri tra
il piatto e l’insalatiera, mentre il bicchiere sta a circa due dita dalla
piccola cesta con il pane già affettato. Sopra la tovaglia dai colori tenui
tutto sembra quasi perfetto, o perlomeno pare che un ordine dato da alcune
consuetudini ormai consolidate fornisca di senso anche una cena qualsiasi come
questa, dove nessuna delle tre persone che compongono la famiglia, sembra abbia
neppure troppa voglia di parlare con gli altri, limitandosi ognuna a guardare
soltanto il proprio piatto e poco altro. Tra i piccoli tintinnii delle stoviglie ed il movimento calmo e garbato
degli oggetti che stanno sopra la tavola, la scura bottiglia di vino, la bianca
saliera, il vassoio lucido, la zuppiera corposa, si ravvedono quasi le mosse di
una lenta partita agli scacchi, dove ogni pezzo assume magicamente un proprio
significato, sicuramente anche dettato ogni volta dalla persona che lo muove di
fatto o che comunque in quel momento lo sta adoperando.
La radio in sottofondo trasmette il
notiziario, un leggero monotono parlare, quasi un brusio che nasconde dietro un
mucchio di parole standard i piccoli e i grandi fatti del giorno degni di un
qualche rilievo. Come sono andate le cose a scuola oggi, chiede a un certo
punto Corrado a suo figlio, che lo guarda per un attimo, muove la forchetta,
poi gli risponde: bene, provando forse un leggero moto di fastidio per quella
pur debole ingerenza nei propri segreti e nei suoi soffici pensieri. Anna
sorride guardandolo: in fondo non gli ha risposto niente pensa, ma forse era
lui fin dall’inizio che voleva soltanto essere rassicurato di qualcosa, e non
di avere una cognizione qualsiasi di come andassero davvero i suoi studi
scolastici. Poi si versa l’acqua nel bicchiere, quasi una mossa del cavallo che
vada ad insidiare leggermente il pane.
Volete ancora della verdura, dice la
mamma meccanicamente sollevandosi dalla sua sedia, come ad incoraggiare, con il
suo movimento già proteso verso la pignatta all’altro capo del tavolo, una
risposta positiva. Corrado dice di no con la testa mentre porta alla bocca un
sorso di vino dal suo bicchiere, ed anche Francesco fa un piccolo gesto di
diniego, ed è così che si cede spazio ad un vassoio pieno di frutta che Anna,
spostatasi presso il piano della cucina, porta subito in tavola tenendolo con
le due mani, e sistemando con rapida mossa l’uva, i mandarini e le pere al
posto di un grosso piatto di portata ai margini della tovaglia.
Le briciole di pane e le bucce della
frutta lasciano comunque dietro di loro un senso di vissuto, quasi i segni di
una nuova ma eterna piccola guerra portata a termine come di consueto sopra
questo piccolo campo di battaglia. Un odore di vittoria leggero ed essenziale
sembra quasi aleggiare nella stanza dei combattimenti, anche se nessuno
potrebbe dire con precisione come siano andate realmente le cose, quali possono
essere state le mosse e le contromosse dei contendenti. Ci saranno stati dei
feriti e probabilmente anche delle perdite, questo è innegabile, ma in ogni
caso il punto principale è stato come sempre quello di non mostrare da parte di
tutti alcuna tendenza alla codardia, e quello soprattutto di andare avanti
ciascuno sempre con la testa alta, portando la propria bandiera verso gli onori
che fuori di dubbio si merita, esattamente come con normalità succede ogni
giorno.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento