Tutti hanno sempre parlato male di
me, o almeno credo. Ho sentito affermare in certe situazioni persino delle cose
decisamente piuttosto pesanti contro i miei comportamenti, ed ho pensato quasi
sempre che tutte quelle cose si riferissero soprattutto ai miei difetti, forse anche
alla mia timidezza malcelata, a questa maledetta necessità di mettermi sempre
da una parte, di starmene ritirato da solo anche se per un semplice tentativo
di difesa. Ho cercato qualche volta senza successo persino degli alleati tra
coloro che mi rimanevano vicino, persone che sull’immediato sono addirittura apparse
davvero simili a me nei loro atteggiamenti, magari anche quelle segnate nella
propria intimità da cicatrici profonde inferte da malelingue simili a quelle
che mi hanno talvolta condannato senza alcun appello.
Quando ho deciso infine di
disinteressarmi di tutti quanti, qualcuno di loro è venuto persino a cercarmi, a
rendersi conto di persona, forse per il ricordo che aveva dei miei
comportamenti un po’ ridicoli di
autodifesa, rammentando magari alcuni modi di fare praticamente assurdi che da
un certo periodo in avanti sinceramente non ho più voluto neppure interpretare,
preferendo di fronte a tutto l’indifferenza piuttosto che qualsiasi altra
reazione. In seguito si è voluto soltanto esagerare alcuni tra i miei piccoli
gesti davvero piuttosto discutibili, ma di cui si è voluto dimostrare ad ogni
costo la gravità anche là dove non c’era, citando dei casi accaduti in periodi
addirittura molto lontani e di cui non ricordavo quasi nulla, come evidenziando
in questo modo la mia vera indole, il mio carattere più sostanziale.
Certe volte ho dovuto e voluto
addirittura tentare di nascondermi, rifuggendo da tutti quei discorsi insulsi
che parevano continuare ad inseguirmi, e nei miei travestimenti ho sempre
cercato di peggiorare quanto potevo la mia immagine, in maniera da sentirmi al
mio interno meno sporco di quanto in fondo forse apparivo agli altri. Qualcuno
allora con determinazione mi ha puntato contro il dito, ridendo addirittura dei
miei scialbi tentativi, mostrando nuovamente ciò che pur non essendo vero
sembrava però a chiunque in evidenza. Mi sono rintanato allora, e non ho più
voluto incontrare anima viva per dei lunghi periodi di astinenza e solitudine,
fino a quando il bisogno degli altri non mi ha fatto ritornare per le strade,
ormai vecchio, impaurito di tutti, incapace di vere relazioni, eremita nello
spirito e nel corpo.
Adesso sembra che niente abbia più
significato, se non una pallida memoria delle cose che purtroppo tendono ad
ingarbugliarsi di continuo, probabilmente modellando i fatti in funzione
proprio delle mie intenzioni involontarie, e così si perdono poco per volta
tutti gli sforzi messi in campo sia in un senso che nell’altro, lasciando
solamente in aria delle sfumate impressioni che non costituiscono neppure il
senso reale degli stati d’animo di cui tutto si è normalmente alimentato.
Sorrido ora nel ripensare a tutto quanto, anche se purtroppo un’amarezza vaga
prosegue ad accompagnare la mia strada, lasciandomi perplesso a ripensare su
quanto avrei avuto bisogno di coraggio per cambiare del tutto ogni mio inadatto
atteggiamento, nell’attimo stesso in cui esattamente questo sarebbe stato
ancora possibile.
Bruno Magnolfi
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