Anna cammina per strada, è da sola,
non ha nessun posto preciso verso dove dirigersi, però prosegue in avanti, un
passo dietro l’altro, con la mente sufficientemente leggera. Va tutto bene, è
un bel pomeriggio, Andrea stamani con una scusa le è andato vicino, le ha
soltanto sorriso, ma questo gesto è stato più che sufficiente per farle
apprezzare il senso migliore della sua giornata. Non ci sono grandi obiettivi
da raggiungere, non c'è da immaginarsi chissà quali sorprese per il futuro, le
cose vanno per il loro corso così, senza grossi tentativi da fare.
Sua madre tanti anni fa le aveva
detto che ogni giornata va sempre presa con leggerezza, senza mai affrontare
troppo seriamente i piccoli fatti che possono accadere. Anche di fronte alle
difficoltà bisogna pensare che tutto prima o dopo si sistema, le spiegava certe
volte, basta avere una buona dose di pazienza. Lei adesso però non sta più bene
come una volta, e non ha semplicemente un piccolo problema da superare: sente
ogni tanto un malessere dentro la testa che giorno dopo giorno la sta come
consumando, senza che riesca a fare praticamente nulla per alleviare quel
piccolo dolore che prova. Non è neppure Andrea il suo problema, niente affatto;
piuttosto è quello che lui, neppure volendo, solamente con qualche sguardo e
qualche parola dolce detta ogni tanto di nascosto sul posto di lavoro dove si
incrociano, le ha fatto facilmente comprendere, senza bisogno di altro.
Con suo marito le cose non vanno,
questo è il punto essenziale: loro sono ormai troppo distanti, non c’è più
affiatamento, praticamente nessun momento di intimità. La loro è ancora una
famiglia, ma lo è soltanto di facciata, anche se soprattutto c’è il loro figlio
da crescere, ma per il resto si è formata poco per volta una vera distanza tra
lei e Corrado, qualcosa che per molto tempo Anna non ha voluto neanche vedere,
e che in questo momento le appare invece persino troppo evidente. Comunque non
vanno prese decisioni affrettate, le cose poco per volta troveranno una propria
direzione, questo le suggerirebbe sua madre, e lei è disposta assolutamente a
seguire questo consiglio, anche se la sua serenità è quasi compromessa.
Chissà quante donne vivono le sue
stesse difficoltà, chissà in quante famiglie persiste una condizione del tutto
simile alla sua. Lei prosegue a camminare, a guardare dritto avanti a sé, quasi
indifferente a tutti coloro che le passano vicino. Potrebbe esserci addirittura
Andrea dietro le sue spalle, oppure persino suo marito, tanto si sente a
disagio: si trova sempre più smarrita e in difficoltà se solo prova a pensare a
cose del genere; addirittura le sembra che le sue stesse caviglie non siano più
capaci di tenerla bene sui piedi, perciò sente la necessità di fermarsi, di
riprendersi almeno per un po’, anche se tutto appare così difficile. Vacilla,
alla fine, si blocca un momento come per aver dimenticato qualcosa, poi
riprende a camminare, ma più lentamente.
La solitudine, ecco cosa sente
adesso nei propri piedi, anche se a lei non riesce facile allontanarsi da
tutti: si è isolata, non riesce a parlare con nessuno di queste sue cose, così
può soltanto permettersi di pensarle. Infine torna a fermarsi, si appoggia per
un attimo al muro, si sente sfiancata, si tocca con la mano una caviglia ed
infine con grande coraggio si volta: no, non c'è nessuno dietro di lei, nessuno
che la possa giudicare per quei suoi insoliti comportamenti. Ed allora può
tornarsene a casa adesso, alla fine qualche respiro più profondo l’ha fatto, ha
provato senz’altro a riflettere meglio, è riuscita a capire magari qualcosa di
più in tutto quanto, e da questo momento perciò può riprendere ad essere quella
di sempre.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento