Alcuni sostengono che le
cose stiano velocemente peggiorando. Se mi guardo attorno forse sembra anche a
me, però non mi sono mai interessato di problemi troppo generali, proprio perché ci tengo a rimanere fuori da quegli
schemi che secondo il mio parere sono da tanto tempo ormai un po’ troppo
logori. A dirla tutta, a me interessa poco o niente di quanto viene deciso dai nostri
dirigenti, perché soprattutto mi resta congeniale adattarmi abbastanza velocemente alla nuova situazione che ogni volta
si viene a creare, senza neppure stare troppo a lamentarmi, e poi del resto
forse è questa l'unica maniera che vedo in
giro per tirare avanti. Guadagno poco per quello che faccio, però mi è
sufficiente: con una vecchia utilitaria di mia
proprietà controllo ogni notte l’enorme parcheggio a
fianco dello stadio cittadino destinato al calcio, girando in lungo e in largo
tutte quelle centinaia di metri asfaltati che appaiono sempre deserti e abbandonati a quell'ora, nella costante osservazione
attenta di tutto ciò che può succedere là attorno, fermandomi subito, ma
a distanza e a fari spenti, ogni volta che c'è
qualche strana vettura un po’ sospetta. Non è mio compito intervenire naturalmente, soltanto segnalare ai miei superiori, e quindi alle autorità competenti, ciò che
riesco a vedere tramite il mio piccolo
binocolo.
Mi pagano al nero, perché mi hanno
spiegato come il mio mestiere non deve assolutamente risultare alla luce del
sole, così come non devo mai farmi vedere in faccia da chi incontro, e per di
più non devo mai dire a nessuno l’attività che svolgo, o quale sia la mia vera
occupazione; ma i miei capi però sono precisi, anche se non so neppure bene chi
effettivamente essi siano, ed ogni mese mi fanno trovare regolarmente sul mio
conto bancario la cifra pattuita, e solo certe volte mi telefonano al mio
cellulare, per confidarmi sottovoce giusto qualche novità generalmente di scarso
rilievo. Lavoro per la sicurezza, posso tranquillamente dire, anche se mi è
capitato raramente di fare qualche vera segnalazione rispetto a qualche
automobile sospetta, sul cui conto non so neppure realmente come sia poi andata
a finire la vicenda. Non importa penso, il mio mestiere è questo, ed io ho
accettato da subito di portarlo avanti in questo modo, senza preoccuparmi troppo
di tutto il resto e senza porre mai delle domande.
Ad un certo punto ho pensato anche
di farmi rilasciare il porto d’armi, ed in seguito magari di comprarmi una
pistola da nascondere nel mio vecchio macinino, in modo da stare più tranquillo,
e nel caso di avere anche la possibilità di difendermi. Ma i miei capi hanno
detto che non era fattibile, che io non avrei mai dovuto accettare una
colluttazione, piuttosto defilarmi subito, avvertire loro, descrivere
dettagliatamente ciò che vedevo nel binocolo e poi svignarmela. Però a volte mi
è presa la paura: non si sa cosa possono combinare certe persone di notte in un
posto come questo: pianificare degli attentati, definire gesti cruenti da
mettere in atto nelle ore a seguire, e così via. Perciò, tramite un conoscente
che incontro qualche volta dentro un bar, sono riuscito ad acquistare una
semiautomatica, un ferro leggero, niente di importante, con una buona quantità
di proiettili ed il numero di matricola ben cancellato, ed adesso mi sento più
tranquillo.
Non sparerò mai a nessuno penso,
però avere questa possibilità di difesa certamente mi fa sentire meglio. Perché
se le cose peggiorassero ancora, se tutto andasse davvero a capitomboli, in
quel caso uno come me saprebbe bene come farsi intendere, perché in fondo ho
capito che non ci sarà mai nessuno prima o dopo che vorrà stare davvero dalla
mia parte.
Bruno Magnolfi
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