La serata
era stata preparata con cura. Lei si era addirittura affidata ad un noto
professionista di cucina per imbastire una cena deliziosa per due e non dover
preoccuparsi di niente, se non tenere viva la conversazione al tavolo della sua
vasta sala da pranzo imbandita con candele ed ogni altra suppellettile e
stoviglia adeguata. Lui aveva compreso benissimo come la sua Monica tenesse in
maniera speciale a quella cena così intima, e su consiglio anche del suo
coinquilino, sicuramente più navigato di lui almeno per certe cose, aveva
indossato il suo vestito migliore con una camicia ben stirata, e portato con sé
uno splendido mazzo di fiori freschi, gesto che lei aveva mostrato subito di
gradire molto. Poi si erano seduti, con calma, quasi immersi in un’atmosfera
sospesa, pronunciando ogni parola quasi in un soffio, pressoché sottovoce, come
due bambini, e sorseggiando un aperitivo leggero in quel lasciarsi andare ad
una serata che era apparsa immediatamente così particolare. Renato inizialmente
aveva avuto paura di sentirsi un po’ sotto esame, ma i modi garbati di lei lo
avevano subito messo a proprio agio, lasciandolo sorridere a tratti per qualche
accenno ai colleghi d’ufficio, o a qualche sciocchezza avvenuta negli ultimi
tempi sul loro luogo di lavoro. Poi avevano parlato di quelle piccole e
deliziose porzioni di piatti prelibati, di come era bello assaggiare nuovi
accostamenti di sapore, e anche di sorseggiare dei vini così buoni e adeguati a
tutto il resto.
<<Mi
piacerebbe che restassi a dormire con me, stasera>>, aveva detto Monica
ad un certo punto, con espressione seriosa, forse anche per sgombrare il campo
da qualsiasi equivoco, e Renato le aveva preso la mano sopra alla tovaglia
candida e aveva risposto semplicemente: <<Ne sarò felice>>. Il
tempo poi era volato, in compagnia di una conversazione mai troppo seria, dove
ciascuno dei due aveva tirato fuori i propri migliori pensieri, e soprattutto
quelli più positivi ed ottimistici. Non avevano quasi per niente parlato del
futuro, anche se qua e là era sembrato sempre pronto ad occhieggiare un qualche
riferimento pur poco esplicito, ma ambedue avevano come evitato quel terreno
minato, forse proprio per lasciare il senso di un forte presente alla loro
serata, come se nei giorni a seguire nessuno dei due avesse dovuto iniziare a
porsi, tra le comuni idee di sempre, qualcuno di quei pensieri che adesso con
naturalezza sembravano appena presentarsi nelle loro menti, ma che tutt’e due preferivano
sicuramente non affrontare. Il cuoco aveva sempre affidato ad una cameriera i propri
piatti pronti, e lei era riuscita a servirli al tavolo in maniera impeccabile,
fino al momento in cui, riassettata la cucina e completata ogni attività, ambedue
avevano salutato con riverenza la coppia di evidenti innamorati, lasciandoli finalmente
soli.
Loro due,
intanto, si erano già trasferiti sugli ampi divani confortevoli di una zona della
stessa ampia sala, e quindi avevano proseguito con i loro discorsi poco
impegnativi, adesso con un senso di intimità che pareva ad ognuno estremamente
congeniale. Renato poi si era alzato, aveva servito un dito di liquore forte dentro
a due bicchierini di cristallo, e quando Monica ad un tratto aveva detto che
sarebbe andata a prepararsi per la notte, lui l’aveva seguita con lo sguardo,
immaginando tra non molto di venire guidato da lei verso la sua camera da
letto. Non provava disagio, gli appariva, quanto andava accadendo, una semplice
conseguenza di ciò che aveva semplicemente sperato fino ad ora; per questo
motivo, quando si era avvicinato lentamente ad un finestrone ad osservare la
notte fuori da quel palazzo così elegante, si era reso conto in un attimo che
era felice, e che tutto finalmente nella sua esistenza trovava un giusto
percorso, quello che lui aveva sempre desiderato, e che la sua Monica era la
migliore persona che lui avesse mai conosciuto. Lei era tornata sorridendo in
vestaglia da notte, gli aveva preso la mano in silenzio e lo aveva guidato
senza dire neppure una sola parola in una camera da letto meravigliosa e pronta
ad accoglierli; quindi, gli aveva indicato la porta del bagno e la cabina
armadio, e poi aveva spento le luci più forti, lasciando accese soltanto delle
lampade fioche e ben schermate. Quando si erano immersi in mezzo alle lenzuola,
lei si era lasciata abbracciare, e dopo poco aveva attirato Renato ancora più a
sé, baciandolo e lasciandosi andare completamente.
Infine, dopo l’amore, si erano
addormentati, anche con la consapevolezza di non avere da tornare in ufficio la
mattina seguente, e i loro corpi erano rimasti avvinghiati, come se una specie
di naturalezza fosse immediatamente subentrata tra le loro individuali
abitudini, lasciandoli immersi nella meraviglia di condividere insieme anche quel
sonno. Sembravano quasi simili nella loro rilassatezza, anche se i sogni che
probabilmente a quel punto stavano passando nella mente di ciascuno apparivano sicuramente
diversissimi, calcando le differenze intenzionali che fra qualche tempo in
avanti avrebbero preso a marcare i loro rispettivi comportamenti.
Bruno Magnolfi